Caso cricket a Monfalcone, Cisint attacca la Bbc: «Contro di me solo fake news»

Caso cricket a Monfalcone, Cisint attacca la Bbc: «Contro di me solo fake news»

la vicenda

Caso cricket a Monfalcone, Cisint attacca la Bbc: «Contro di me solo fake news»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 09 Set 2024
Copertina per Caso cricket a Monfalcone, Cisint attacca la Bbc: «Contro di me solo fake news»

L'ex sindaca incalza: «Non esiste alcun divieto». In supporto intervegono esponenti del centrodestra locale e regionale, tra cui il presidente Fedriga.

Condividi
Tempo di lettura

La notizia ha fatto il giro del mondo in poco tempo anche se da mesi, la città di Monfalcone è attenzionata dai media internazionali. Questa volta, ad occuparsene, è stata – venerdì scorso – la Bbc. Un servizio giornalistico sulla pratica sportiva del cricket firmato da Sofia Bettiza ha generato numerose critiche e reazioni nella politica locale. In sostanza, la giornalista definisce come restrittive le politiche locali comunali nei confronti della comunità bengalese. La testata britannica parla così di «divieto di giocare a cricket», di integrazione difficile e richiama pure il contenzioso tra Comune e Centri Islamici cittadini sulle preghiere collettive musulmane.

Sani Bhuiyan, presidente del neonato Monfalcone Tigers Cricket Club chiede di poter portare avanti un progetto per vedere ospitata in un’area periferica della città la pratica di questa disciplina in una struttura adeguata al cui sostegno gli iscritti sarebbero pronti a contribuire sostenendo le spese di mantenimento. Recentemente un torneo è stato ospitato al campo sportivo di Begliano, ma più di cinque anni fa, un primo segno di accoglienza arrivò dal parroco delle comunità di San Lorenzo e Santo Stefano di Ronchi. Allora, don Renzo Boscarol mise a disposizione dei giovani bengalesi il campo sportivo della parrocchia di Vermegliano, ma dopo qualche incontro il progetto non decollò per alcune incompatibilità organizzative.

«Quella che Monfalcone vieta il cricket è l’ennesima sparata, falsa, degli organi di informazione che a seguito di un pezzo di una faziosa giornalista della Bbc, che non ha neanche cercato la mia versione, ha voluto sollevare un problema inesistente» dichiara l’assessore ed eurodeputata Anna Maria Cisint. Rimandando al mittente le accuse di razzismo e quelle che definisce «delle vere e proprie fake news diramante da certa stampa», Cisint afferma che «si tratta dell’ennesimo bombardamento finalizzato a colpire me e la mia battaglia, che fa ancora una volta emergere l’esistenza di una volontà di zittirmi insieme a tutti i cittadini esausti di dover soggiacere alle prevaricazioni delle comunità islamiche».

E ancora: «Nel nostro regolamento non esiste alcun divieto al gioco del cricket, semplicemente in alcune zone pubbliche, come avviene ovunque, sono vietati dei comportamenti potenzialmente capaci di danneggiare beni e far male alle persone. Così vale per il cricket, il calcio e ogni altra attività». Cisint si riferisce all’articolo 14 del Regolamento di Polizia Urbana che nella sezione “Divieti” - alla lettera G – riporta la frase: «Dedicarsi a giochi che possano recare molestia, pericolo o danno, o che siano espressamente vietati dalle autorità». La frase compare nella Sezione Terza del Regolamento che contiene le “Disposizioni particolari di salvaguardia del verde”. Nella giornata di ieri, un invito a «non stravolgere la realtà» è arrivato dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga che ha pure affermato: «L’etica nel giornalismo ha un ruolo fondamentale». Per il presidente quanto avvenuto è «uno stravolgimento totale della realtà».

«Il sindaco dell'epoca Anna Maria Cisint non ha mai vietato di giocare al cricket perché lo giocano i musulmani, ma ha vietato di giocare a cricket in una specifica zona dopo che si erano verificati piccoli incidenti» così Fedriga. «Alla Bbc, invece, chiedo come mai si parla solo di un presunto divieto del cricket, ma nulla si dice delle nuove scuole costruite – continua Cisint - del 90% del welfare del Comune assorbito dagli extracomunitari e delle politiche scellerate della grande azienda che ha fatto snaturare la nostra città, importando dal 2005 manodopera povera grazie ai subappalti selvaggi, e nulla dice neanche delle donne e bambine con il volto integramente coperto sottomesse dall’Islam più radicale, di cui io invece ho parlato».

Sulla questione, il consigliere regionale di Patto per l’Autonomia Enrico Bullian è speranzoso e crede nella possibilità di “un cambio di direzione”. Nel Centrodestra c’è il distinguo dell’ex assessore allo sport e consigliere di Forza Italia, Francesco Volante che continua il suo impegno per favorire l’integrazione e la tutela della parità attraverso lo sport. Critiche dai consiglieri di minoranza Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo de La Sinistra per Monfalcone che parlano di «brutta figura internazionale della destra».

«Una realtà come la nostra che ha dovuto ricostruire l’intero sistema scolastico cittadino, sistemare gli alloggi di residenza pubblica, realizzare reparti ospedalieri e rigenerare gli spazi urbani abbandonati – rivendica Cisint - non può avere il cricket come una priorità e neppure come un’esigenza collettiva perché nello sport stiamo dando valore e qualificando gli impianti esistenti. Se si vuole realizzare un impianto di questo genere, in un’area privata e nel rispetto di ogni regola di sicurezza, se lo facciano gli interessati, come è avvenuto per altri giochi del genere come il padel».

Un’affermazione, quest’ultima, che non è piaciuta al progressista Davide Strukelj secondo il quale per trovare una nuova sede di gioco è necessario il Comune che deve intervenire nello specifico attraverso il Consiglio. A fare quadrato attorno a Cisint è Gabriele Bergantini, capogruppo di Cisint per Monfalcone. «In città non esiste alcun divieto al gioco del cricket – sono le sue parole - semplicemente, come avviene in tutti i Comuni d’Italia, nei parchi pubblici e nelle zone in centro città o vicino a strade, parcheggi si limitano alcune attività che possono creare danno a persone e cose».

Bergantini definisce la questione «folle» e rileva che il fine unico di quanto accaduto è «la continua volontà di attaccare con fake news questa amministrazione delegittimando una persona, forse sempre più scomoda, per aver fatto emergere a livello nazionale le contraddizioni di un sistema produttivo, che per salvare i profitti dell’Azienda ha deciso di sacrificare la città che la ospita». In queste ultime ore, dal municipio non sono emersi altri dettagli e ulteriori prese di posizione.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione