Costi di Isa nel mirino del dossier Pozzoli, critiche dall'opposizione a Monfalcone

Costi di Isa nel mirino del dossier Pozzoli, critiche dall'opposizione a Monfalcone

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Costi di Isa nel mirino del dossier Pozzoli, critiche dall'opposizione a Monfalcone

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 06 Apr 2024
Copertina per Costi di Isa nel mirino del dossier Pozzoli, critiche dall'opposizione a Monfalcone

Il documento non convince le opposizioni. Attesa un'ulteriore convocazione della commissione, al vaglio le proposte avanzate dallo Studio Pozzoli.

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Nel pomeriggio di giovedì, si sono riunite in sede congiunta le commissioni IV e VI a Monfalcone per esaminare lo studio - costato 48.800 euro - proposto dallo Studio Pozzoli di Firenze. Il documento ha delineato all’assemblea l’analisi di tutti i costi e fatto alcune proposte sul miglior utilizzo delle risorse a disposizione di Isa Ambiente. L’obiettivo: meno costi a carico del cittadino e più efficienza. Le commissioni consiliari sono state presiedute dai presidenti Giovanni Battaglia (IV) e Paolo Frisenna (VI). Alla riunione hanno preso parte anche il sindaco Anna Maria Cisint e l’assessore alle partecipate Paolo Venni (in collegamento video), Stefano Pozzoli e i consiglieri comunali.

«Abbiamo più volte esternato le nostre preoccupazioni sulla gestione societaria di Isambiente – sono le parole della prima cittadina - e il team di professionisti che abbiamo individuato, che ringrazio per aver portato a termine il loro incarico con passione e competenza, ci ha fornito le risposte che aspettavamo. Adesso abbiamo a disposizione le informazioni utili per avviare un percorso virtuoso, anche alla luce del cambiamento del mondo della gestione e smaltimento dei rifiuti, con l’obiettivo di migliorare i punti di criticità a vantaggio dei cittadini e della stessa azienda».

Nel “mirino” dell’amministrazione e degli analisti, sono finiti «i costi per i cittadini che sono superiori rispetto ad altre realtà» e pure i carenti «investimenti effettuati o in programma». «Ci siamo quindi chiesti – spiega il sindaco - perché paghiamo di più? Perché la società non investe? Perché, se è una società in house, Isa non gestisce direttamente i servizi ma li affida a terzi?». Cisint assicura che non intende aprire una questione politica ma propone ed estende la conoscenza dello studio anche agli altri Comuni consorziati per «gestire al meglio un servizio importante, al giusto prezzo».

Cosa evidenzia il documento di analisi
Come riportato nel documento sottoposto ai commissari, l’idea è quella di lanciare una multy utility «che potrebbe assicurare al cittadino anche altri servizi pubblici, come cura delle strade, verde e illuminazione. La scelta del Comune viene indirizzata su una società mista, se non sulla totale esternalizzazione del servizio. Ciò per ottenere un salto di qualità sotto il profilo industriale e riuscire ad ottenere un’intensità di investimento adeguata e sostenibile».

È opportuno inoltre – sempre per quanto redatto dalla società fiorentina - «un processo di aggregazione, ferme le garanzie necessarie in termini di governance, tanto più che le società in house territorialmente più contigue, hanno avviato da tempo, anche se con grande prudenza, una prospettiva di fusione come avvenuto tra Net e A&T 2000, che dovrebbe portare nei loro intenti, ad un gestore unico nella provincia di Udine».

Secondo il dossier, andrebbe rivalutata la “dimensione” di Isa e «su di essa pesa il destino dell’impianto di compostaggio. Ciò porta anche sulla necessità di riflettere sulla opportunità di ridimensionare, o comunque di riorientare, le ambizioni impiantistiche».
Con l'ampliamento delle dimensioni aziendali suggerito da Pozzoli «sarebbe possibile sfruttare le economie di scala con una duplice ricaduta positiva: da una parte guardando al contenimento dei costi e dall’altra nell’opportunità di investimenti di più ampio respiro».

Il commento dell’assessore Venni
«In un momento in cui i costi della raccolta indifferenziata e della gestione ambientale sono in continuo aumento – sono le parole di Venni - il nostro compito è di porre un argine per il cittadino e portare avanti tutte le azioni necessarie per non impattare direttamente su di esso. Lo abbiamo fatto con l’advisor e con lo studio commissionato e continueremo a farlo in tutti i settori che ci competono. Una buona amministrazione deve avere come obiettivo quello della tutela dei cittadini e delle imprese ed è questo lo scopo della nostra iniziativa, per una città pulita e attenta ai bisogni dei cittadini».

Le voci dei commissari
Perplessità e osservazioni in merito allo studio illustrato sono state sollevate dai consiglieri Lucia Giurissa del Pd e Cristiana Morsolin de La Sinistra per Monfalcone. «È chiaro che per abbattere i costi pro capite, uno dei problemi può essere il modello organizzativo orientato all’outsourcing – afferma Giurissa - ma prima di colpevolizzare il basso tasso di produttività dei dipendenti o di giudicare insufficienti le capacità manageriali di chi ha diretto Isa negli ultimi anni, forse sarebbe il caso di concentrarsi anche sulla bassa percentuale di differenziata che si è raggiunta a Monfalcone: il 65,7% è davvero molto basso se paragonato a quello di Pordenone che può vantare un 86,3%. Questi dati sono di Legambiente».

«Bisogna ricordare infatti che l’avvio a smaltimento della frazione secca residua del rifiuto al termovalorizzatore di Trieste ha certamente un costo molto alto – continua la dem - considerati i 163,8 chili all’anno di media per ciascun cittadino di Monfalcone, costi che verrebbero abbattuti velocemente se riuscissimo ad avvicinarci all’obiettivo di 65 chili pro capite all’anno di Pordenone che sono quasi due terzi in meno. Porteremo avanti gli approfondimenti su questo tema e cercheremo di farlo nel modo più partecipativo possibile».

Non c’è convinzione nemmeno da parte di Morsolin che richiede ulteriori approfondimenti con la convocazione di un’altra riunione delle commissioni. Il documento è risultato costoso e deludente a Davide Strukelj dei Progressisti per Monfalcone. Un’apertura a continuare il ragionamento è invece arrivata dal dem Paolo Frisenna. Il presidente della Commissione Trasparenza sostiene sia necessario potenziare la struttura della società che dovrebbe poter offrire più servizi integrati.

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