LO STUDIO
Costi più bassi e investimenti sulla raccolta rifiuti, le richieste a Isa di Monfalcone
Commissionato allo Studio Pozzoli uno studio nel quale si delineano le condizioni ideali di efficienza ed economicità dei servizi di Isa Ambiente.
Il Comune di Monfalcone ha commissionato uno studio per ricercare le strategie migliori e le economie di scala necessarie, affinché i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti di Isa Ambiente possano essere svolti in condizioni di efficienza ed economicità. L’ente suggerisce quindi un’attenta analisi di tutti i costi e del miglior utilizzo delle risorse a disposizione. Lo fa attraverso l’ingaggio di un advisor che ha presentato un dossier di analisi della situazione contenente alcune proposte di miglioramento delle funzionalità riferite a Isa Ambiente.
Si tratta dello Studio Pozzoli di Firenze che svolge attività di consulenza societaria e gestionale per società di capitali ed enti pubblici. All’incontro illustrativo di stamane tenutosi in municipio, erano presenti il sindaco Anna Maria Cisint, l’assessore alle partecipate Paolo Venni, il segretario generale comunale Luca Stabile e Stefano Pozzoli che ha illustrato lo studio che porta anche la firma di Rita Mileno e Lugi Lo Vecchio. «Abbiamo chiesto l’elaborazione di un percorso in grado di suggerire come migliorare la gestione aziendale contenendo i costi dei buoni servizi offerti, ma elevati rispetto alla media – sono le parole del sindaco Cisint – uno studio in grado di indicare nuovi investimenti possibili o migliorabili».
«Il nostro Comune – aggiunge il primo cittadino – metterà questo documento a disposizione di tutta l’assemblea dei Comuni che fanno parte di Isa. Il tema andrà prima nella III commissione consiliare Ambiente. La proposta potrà avere una valenza extracomunale, essere un’occasione imperdibile per fare una cosa buona per tutti. Non è una questione politica, si apre un percorso virtuoso di interesse collettivo». Si cerca dunque una strada, in primis, per il raggiungimento della compatibilità del peso dei costi del servizio tra i Comuni.
I rilievi sugli investimenti
Ad andare nei dettagli è stato poi il professor Pozzoli che si è soffermato ancor di più nello specifico delle criticità già evidenziate dal sindaco. Premettendo che nella nostra Regione la qualità del sistema di raccolta differenziata è di alto livello, Pozzoli ha riferito che il punto di partenza del dossier è stato quello di fare una lettura degli investimenti riferiti agli ultimi 10 anni.
Da questo è emerso che quelli effettuati sono stati puramente “investimenti di mantenimento” quindi inferiori agli ammortamenti, tenuto conto del contesto tariffario attuale. L’unico effettivo investimento rilevato è stato quello dell’impianto di compostaggio dei rifiuti organici di Moraro (il Forsu). In sostanza, è stato rilevato che c’è stato un investimento su un impianto piccolo e poco efficiente in un settore molto competitivo. Quindi l’impianto esistente costa molto di più rispetto a quanto costerebbe un impianto terzo.
La scelta dell’in house
Secondo il documento, la scelta di una società in house pubblica dovrebbe facilitare la produzione diretta, quindi “fare da sola”, ma nel caso di Isa si esternalizza più del 75% dei servizi (attività di outsourcing). Un’opportunità mal sfruttata. Si pensi che la società ha molti dipendenti amministrativi - 39 fra dirigenti e tecnici – e pochi dipendenti “operativi” che sono 71.
I costi elevati
Dai dati Ausir citati nel dossier, il costo pro capite annuale dei servizi Isa è di 178 euro, mentre in altre realtà aziendali vicine si attesta attorno ai 130 euro, quindi è molto meno oneroso di quello della provincia di Gorizia. Un altro elemento che deve portare ad una riflessione sono i costi pro capite a tonnellata.
«Su questo –commenta Cisint – si pone un tema di convergenza. Bisogna essere capillari nell’analisi dei costi». Ecco alcuni esempi: il costo di gestione dei rifiuti a tonnellata è di 350 euro a Monfalcone, contro i 417 euro di Gorizia. Significativa anche la differenza tra Romans d’Isonzo e Sagrado: nel primo caso è di 354 euro, nel secondo di 341 euro. Dunque, perché i costi sono più pesanti su Monfalcone? Quali fattori incidono sulla gestione e le scelte?
Le considerazioni di Pozzoli
Per il consulente è necessario puntare sulla diversificazione e sull’adeguatezza degli investimenti. Dovrà esserci una discussione franca tra i comuni associati per testare gli effetti delle scelte in termini di costi e benefici. I temi sensibili sono gli investimenti e le strategie da rivedere, le modalità di gestione da tenere in house o da affidare a terzi e i costi di produzione molto elevati. A tutto ciò devono aggiungersi le prospettive future aziendali che devono tener conto della dimensione rilevante di Isa che non permette un rapido recupero di efficienza (in termini di efficienza amministrativa e di ridisegno degli investimenti).
Guardando in prospettiva e considerando che la gestione in house non è stata del tutto premiante, il team di esperti propone due strade: puntare sul multi utility e sulle economie di scala oppure scegliere sull’aggregazione territoriale delle aziende dello stesso settore. La via consigliata e la più auspicabile, sembra essere la seconda. Traducendo il tutto, si potrebbe optare per delle fusioni o concentrarsi sul modello delle holding industriali, questa una strada percorribile con benefici quasi immediati in quanto al vertice c’è l’azienda capogruppo al di sotto della quale operano più aziende che si ccupano della governance territoriale.
Le conclusioni
«Sottoporremo la questione prima in commissione, poi in Consiglio ed infine agli altri comuni – afferma il primo cittadino – il nostro obiettivo è proporre un percorso, una strada costituita da più step che mirano al miglioramento e si propongono di limitare i rischi concreti del futuro aziendale operando per il progresso delle qualità manageriali e avviando percorsi di efficientamento guardando al 2034». In chiusura, anche l’assessore Venni ha sottolineato la convenienza rappresentata dalla diversificazione degli investimenti e dall’applicazione di economie di scala comuni. Il prossimo 28 marzo, lo studio approderà in Terza commissione e si conosceranno maggiori dettagli.
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