Cos'è una doula, la storia di Elisa Michelin partita da San Pier d'Isonzo

Cos'è una doula, la storia di Elisa Michelin partita da San Pier d'Isonzo

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Cos'è una doula, la storia di Elisa Michelin partita da San Pier d'Isonzo

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 13 Mag 2024
Copertina per Cos'è una doula, la storia di Elisa Michelin partita da San Pier d'Isonzo

La specialista viaggia 'di villaggio in villaggio', per accudire le mamme e mettersi al servizio delle donne. La storia e cosa fa questa figura.

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Letteralmente, “doulé” in greco antico significa “serva”. Ma per spiegare cosa sia modernamente una doula bisogna considerare questo termine in tutte le sue accezioni. La doula è infatti una figura non sanitaria che “serve” ad accogliere nel migliore dei modi il neonato e soprattutto la donna, trasformata in mamma dall’esperienza di gravidanza e parto. Oltre a ciò, è una persona che “serve” a riscoprire la naturalità di questi momenti e a costruire quel famoso villaggio che, secondo un detto africano piuttosto diffuso, è necessario per crescere un bambino.

E così Elisa Michelin parte da San Pier d’Isonzo e viaggia “di villaggio in villaggio”, di casa in casa per accudire le mamme e mettersi al servizio delle donne, dei cuccioli e della vita stessa. Diventata mamma a sua volta nel 2019, Elisa ha sperimentato le difficoltà del momento aumentate da un parto difficile e dal senso di solitudine che spesso si percepisce. Ha così scoperto l’esistenza di queste figure e si è avvicinata ai percorsi per custode della nascita formandosi inizialmente on line (era purtroppo il periodo del lockdown) con la scuola Custodi del femminino e affiancando poi a questo altri percorsi formativi.

Spiega Elisa: «La doula aiuta la mamma a ritrovare il proprio istinto alla potenza del vivere il parto: troppo spesso è un momento che viene medicalizzato mentre è un evento spontaneo quanto imprevedibile. Si cerca di proteggere la vita della donna dandole la tranquillità necessaria a vivere questa esperienza: spesso ci si informa troppo venendo così a intaccare la serenità mentre bisogna riscoprire il nostro essere mammiferi».

Ma quali sono le azioni che compie una doula? «Le mamme hanno bisogno di essere supportate perché dopo il parto tutti si occupano solo del bambino. Una doula può preparare un pasto, caricare la lavastoviglie, occuparsi degli animali domestici, prendersi cura del neonato mentre la mamma fa semplicemente una doccia. Può anche fungere da ponte verso gli specialisti nel momento in cui si riscontri una problematica particolare ma, soprattutto, ha il compito di infilarsi negli spazi per capire come aiutare la mamma e questo si ottiene attraverso la sensibilità, l’ascolto, l’osservazione: la società chiede di essere prestanti, ma bisogna invece godersi quei momenti in modo lento e consapevole».

Fra le attività della doula ci sono anche il massaggio neonatale e il supporto all’allattamento che possono essere svolti in gruppo: per questo, Elisa si appoggia allo Studio Anemos (ne abbiamo scritto qui) e al centro olistico Angolo delle Fate di Ronchi dei Legionari, dove si trova anche lo studio della fotografa Silvia Poli con cui collabora. Molta parte del suo lavoro viene però svolta su richiesta a domicilio e può partire dalle sensazioni di ansia, frustrazione e paura che accompagnano l’arrivo in casa di un neonato.

«Quando si accolgono questi sentimenti dicendo alle mamme “Va bene così, è giusto ciò che stai facendo” si sentono comprese e sanno che possono fidarsi perché dall’altra parte c’è qualcuno che ha vissuto quella stessa esperienza e i medesimi stati d’animo. La stanchezza che provano è anch’essa normale perché hanno un ruolo importante e sono quindi gli altri a doversi prendere cura di loro. Nessuno parla mai dell’esogestazione: sono i nove mesi seguenti il parto, il periodo in cui mamma e bambino devono capire che non sono più un’entità unica. Vanno rispettati i ritmi del piccolo senza forzarlo e, per riuscirci, bisogna rallentare i nostri tempi».

Il lavoro della doula si gioca sul sottile confine delle competenze di altri specialisti ed è quindi estremamente necessario non ci sia mai uno sconfinamento di competenze: sono piccole lanterne che illuminano la strada, comode poltrone in cui una mamma stremata può sedersi e rilassarsi. Almeno per il primo anno di vita del bambino.

Foto d'archivio (Agência Senado/Flickr)

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