LA MANIFESTAZIONE
A Cormons il 'Minuto di rumore' contro la violenza sulle donne
L'iniziativa, ideata da Arci Servizio Civile in collaborazione con SOS Rosa, ha visto la partecipazione di molte associazioni del territorio, nonché il patrocinio del Comune.
Non silenzio ma rumore. Un rumore assordante ed eloquente, dal Sud al Nord Italia. È quello che ieri pomeriggio, presso piazza Libertà a Cormons, è successo in un clima di totale solidarietà e commozione, per celebrare la Giornata contro la violenza sulle donne. L'iniziativa, ideata da Arci Servizio Civile in collaborazione con SOS Rosa, ha visto la partecipazione di molte associazioni del territorio, nonché il patrocinio del Comune.
Il minuto di rumore, fatto con tutti gli oggetti che si hanno a portata di mano, è nato simbolicamente un anno fa per ricordare Giulia Cecchettin, uccisa per mano del suo fidanzato Filippo Turetta, e per dire che non ci devono essere altre vittime come lei. Da quel momento il rumore, il “bruciare tutto”, è diventato simbolo di una rivoluzione totale, culturale ma non solo, che merita tutto tranne che stare in silenzio.
«Questa sera ci uniamo simbolicamente per fare rumore – ha introdotto la presidente di Arci Servizio Civile Gorizia Lucia Toros – non è un rumore fine a sé stesso, ma un atto di denuncia contro ogni forma di violenza e una richiesta di cambiamento culturale profondo. La violenza contro le donne non è solo un problema individuale: è un fenomeno strutturale che mina i valori di una società giusta e solidale».
La stessa Toros ha ricordato le parole di Gino Cecchettin, che ricorda come il cambiamento sia possibile solo attraverso un impegno costante e condiviso.
«Un minuto di rumore può sembrare breve – continua – ma è un messaggio potente: un richiamo alle responsabilità di ciascuno di noi per costruire una società in cui ogni donna possa vivere libera e sicura. Facciamo rumore, perché il silenzio non sia mai più complice della violenza».
Ad intervenire, prima dei sessanta secondi di protesta, è stata anche la presidente di SOS Rosa Francesca Vuaran, che ha delineato il quadro sulla situazione delle violenze a livello locale. Sono oltre duecento le donne accolte negli sportelli di Sos Rosa nell'ambito di pertinenza dello sportello di Gorizia (che si estende a Gradisca, Gonars e Cividale del Friuli) e che vengono assistite nel miglior modo possibile.
Sono di diverso tipo anche le violenze perpetrate, come ad esempio quella psicologica (98%) seguita da quella fisica (69,4%), economica (30%) e, ben distanziante, lo stalking anche attraverso i social (8%) per finire con la violenza sessuale (5,2%).Grazie a un buon rapporto di collaborazione con la Polizia e i servizi sociali, l’associazione cerca quotidianamente di assistere al meglio le donne che ogni giorno vivono il proprio inferno e, in qualche modo, stroncare il legame tra questo e il silenzio per fare, appunto, rumore.
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