Controlli ai confini tra Italia e Slovenia, vescovi: «Chiamati all'accoglienza»

Controlli ai confini tra Italia e Slovenia, vescovi: «Chiamati all'accoglienza»

IL MESSAGGIO

Controlli ai confini tra Italia e Slovenia, vescovi: «Chiamati all'accoglienza»

Di S.F. • Pubblicato il 25 Ott 2023
Copertina per Controlli ai confini tra Italia e Slovenia, vescovi: «Chiamati all'accoglienza»

I vertici delle chiese di Gorizia, Trieste e Capodistria preoccupati dalla sospensione di Schengen: «Confini sono luoghi d'incontro».

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Il temporaneo ripristino dei controlli alle frontiere con la sospensione della libera circolazione prevista da Schengen preoccupa i vescovi di Gorizia, Trieste e Capodistria. Oltre all'Italia con i confini sloveni, ci sono Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia che hanno riattivato i controlli su alcune loro frontiere. “Le tragiche notizie che giungono dalla Terra del Signore portano anche fra di noi le conseguenze di quella che nel 2014 Papa Francesco proprio a Redipuglia definì una Terza guerra mondiale combattuta a pezzi – scrivono i tre presili - In questi giorni si sono tornati a considerare anche i confini fra Italia e a Slovenia come luoghi da presidiare”.

I monsignor Carlo Maria Redaelli (nella foto), Enrico Trevisi e Jurij Bizjak, pur comprendendo le ragioni alle basi di queste decisioni degli Stati, hanno poi dichiarato: “Non possiamo non ricordare, guardando alla storia di queste nostre terre, che le nostre popolazioni sono state capaci di trasformare le divisioni e le differenze culturali, linguistiche, storiche in occasione di memoria reciprocamente donata. E così proprio i confini si sono trasformati in luogo di incontro e di accrescimento reciproco come testimonia, fra l’altro, la scelta di fare di Nova Gorica, insieme a Gorizia, la Capitale europea della cultura 2025”.

E ancora. “Il transito di tanti fratelli che giungono nelle nostre terre percorrendo la rotta balcanica deve continuare per noi ad essere non motivo di preoccupazione ma stimolo a testimoniare ogni giorno, senza interruzione e con rinnovato vigore quella diakonia dell’accoglienza a cui siamo chiamati e di cui, come credenti, saremo chiamati a rendere ragione”. “Affidiamo a Maria – concludono i pastori diocesani - Regina della Pace che le nostre popolazioni pregano in tanti santuari da Monte Santo-Sveta gora a Monte Grisa, il nostro impegno per essere costruttori di pace”.

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