l'annuncio
L'Italia rimette controlli al confine con la Slovenia, timori su rotta balcanica

A breve i direttori generali della polizia concorderanno come e dove verrà attuata la misura, preoccupa il flusso della rotta balcanica.
Il ministro dell'Interno della Slovenia, Boštjan Poklukar, ha avuto ieri sera un colloquio telefonico con l'omologo italiano, Matteo Piantedosi, durante il quale quest'ultimo ha annunciato la volontà di Roma di introdurre controlli alla nostra frontiera comune. Una decisione presa, riporta una note del governo di Lubiana, a causa della mutata situazione in Europa e nel Medio Oriente. Palazzo Chigi precisa che la reintroduzione "verrà attuata dal 21 ottobre per un periodo di 10 giorni, prorogabili ai sensi del Regolamento Ue 2016/339".
Controlli al confine tra Italia e Slovenia, le reazioni della politica
La situazione sarebbe cambiata significativamente dal loro ultimo incontro di aprile a Roma. Come ha detto anche il ministro italiano, l'essenza di questa misura temporanea è la prevenzione del terrorismo e della criminalità organizzata. I due ministri hanno convenuto che la rotta dei Balcani occidentali, attentamente monitorata sia dai servizi di sicurezza sloveni che da quelli italiani, può rappresentare un corridoio interessante per una potenziale radicalizzazione.
Allo stesso tempo, Poklukar ha sottolineato la necessità del carattere temporaneo e della proporzionalità di questa misura. Ha esortato il collega italiano Piantedosi che le misure devono essere proporzionate e amichevoli nei confronti dei cittadini dei due Paesi, in modo da non rompere i legami culturali, di amicizia e familiari delle persone che vivono lungo il confine. I due ministri hanno inoltre concordato che presto i direttori generali della polizia si incontreranno e concorderanno come e dove verrà attuata la misura.
La polizia slovena, precisa la nota di Lubiana, monitora intensamente la situazione e adatta le misure di conseguenza per garantire la sicurezza di tutti i residenti sloveni. L'annuncio arriva a pochi giorni da una decisione analoga dell'Austria verso il confine con la Slovenia, che entrerà in vigore per il periodo dal 12 novembre 2023 all'11 maggio 2024. Su richiesta della stessa Lubiana, la Commissione europea ha avviato un esame per verificare se Vienna stia estendendo i controlli alle frontiere in modo non necessario e sproporzionato.
"Ho cercato informazioni sullo stato di sicurezza nell'area del Goriška presso la Questura di Nova Gorica - è intervenuto il sindaco sloveno, Samo Turel -. Mi è stato riferito che non ci sono segnali di un aumento significativo nel numero di migranti né di attività criminali associate a tale flusso. Nel territorio goriziano, siamo particolarmente sensibili a tutte le questioni legate al controllo dei confini, sia per ragioni storiche che per le forti legami tra le comunità locali. L'esperienza recente della chiusura del confine durante l'epidemia di coronavirus ci è ancora chiara e dolorosa".
"Qualsiasi forma di restrizione al confine - rimarca - influisce profondamente sulla vita quotidiana dei residenti nelle città gemellate di Gorizia e Nova Gorica, nonché dell'intera area transfrontaliera". Il primo cittadino rileva che "non sono stato informato dei motivi legati alla sicurezza dalla parte italiana del confine. Tuttavia, mi chiedo se l'introduzione di qualsiasi forma di controllo al confine sia davvero la soluzione adeguata. Ho immediatamente contattato il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, che condivide la mia preoccupazione per la chiusura potenziale del confine".
"In caso di restrizioni inevitabili, speriamo che possano essere attuate misure che influiscano il meno possibile sulla vita quotidiana nella zona di confine, ad esempio, mediante il rafforzamento delle pattuglie congiunte" ha concluso. Dal Pd, interviene il consigliere regionale Diego Moretti, che rileva come "la temporanea sospensione di Schengen al confine con la Slovenia è una misura che va usata esclusivamente in funzione di prevenzione antiterrorismo. Se il governo l'ha fatto, avrà avuto le sue ragioni. Quello che è stato il confine più aperto d'Europa deve tornare a esserlo".
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