«Il contributo è decurtato», due anni di battaglie (anche legali) tra un cittadino e il Comune

«Il contributo è decurtato», due anni di battaglie (anche legali) tra un cittadino e il Comune

Il caso

«Il contributo è decurtato», due anni di battaglie (anche legali) tra un cittadino e il Comune

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 08 Giu 2022
Copertina per «Il contributo è decurtato», due anni di battaglie (anche legali) tra un cittadino e il Comune

Dall'opposizione De Simone aveva presentato un'interpellanza. Il sindaco Fratta e il comandante Calligaris specificano che «il bando è corretto».

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Fa richiesta per il contributo sicurezza realizzato dal comune di San Canzian d’Isonzo, vincendolo. Ma al momento di ricevere la liquidità si accorge che quanto aveva calcolato, non è arrivato. Il bando, però, specifica cifre e spese e la Regione, interpellata, dà ragione al Comune. Questo, in estrema sintesi, quanto accaduto a un cittadino del comune bisiaco, M.N., per due diverse letture dello stesso documento.

Andando con ordine, bisogna partire dal bando stesso, emanato nel 2019, per la “concessione di contributi per sistemi di sicurezza nelle case di abitazione e nelle parti di comuni dei condomini nonché per altri interventi nell’anno 2019”. Al bando, come privati, partecipano due soli cittadini, entrambi risultati vincitori. Uno dei due, M.N. appunto, presenta una documentazione di spesa da 16.827,75 euro e gli viene erogato un contributo pari a 1800 euro. Qui nasce l’inghippo. Il cittadino, infatti, leggendo l’articolo 5 del bando, ovvero che “la spesa massima erogabile alla persona fisica per gli interventi di cui alla lettera a) è pari al 60% della spesa sostenuta comprensiva di Iva e comunque fino all’importo massimo pari ad euro 3000”. Il cittadino legge, nell’articolo 5, che il contributo massimo sia proprio 3mila euro mentre il Comune ribadisce che la somma citata siano le spese ammissibili, dunque quelle rendicontabili.

Ne nasce che il 60% è proprio 1800. M.N. si vede, dunque, rispetto alla previsione iniziale, “decurtato” il contributo di 1200 euro. Si rivolge, dunque, all’opposizione con l’allora consigliere di minoranza, attuale candidato, Ciro De Simone che presenta un’apposita interpellanza in consiglio comunale.

“Appare del tutto ovvio – si legge nel documento – che l’aggettivo “erogabile” non poteva riferirsi alla spesa, in quanto, per la lingua italiana, non si eroga una spesa ma un contributo, e, dunque, sempre volendo attenersi alla lingua italiana, il contributo massimo erogabile non poteva superare i 3mila euro, ma era la spesa sostenuta dal richiedente a dover essere considerata ai fini del calcolo del 60%, e a conferma di questo, rileviamo che, accanto alla indicazione dell’importo massimo erogabile di euro 3mila non è presente l’indicazione “comprensiva di Iva” o “Iva esclusa”, cosa che pare rilevante a livello interpretativo”. Insomma, De Simone cerca di sciogliere la frase: “È evidente – rileva ancora De Simone – che il richiedente basasse le proprie aspettative proprio su una interpretazione letterale dell’articolo5 del bando del 2019”.

Lo stesso De Simone aveva, poi, richiesto una delucidazione alla Regione, così come fatto dal Comune: “Abbiamo accolto più volte il cittadino in municipio – specifica il sindaco uscente e attuale candidato, Claudio Fratta – e ci siamo mossi cercando risposte più specifiche ancora fino a Trieste”. La Regione, assicura Fratta, ha comunicato di “non avere giurisdizione sugli atti dei comuni in questo senso” e che “il bando è giuridicamente a posto”. Fratta precisa anche che “abbiamo chiesto pure un parere al segretario, la dottoressa Luisa Cantarutti, che non ha rilevato nulla di particolare”.

Nonostante ciò, alla fine le parti sono ricorse per vie legali. Una lettera della Polizia Locale di San Canzian all’avvocato che segue il cittadino, firmata dal comandante Corrado Calligaris, precisa come “il contributo ricevuto dal suo cliente è regolare e in linea con quanto stabilito nel bando, che riconosce il 60% della spesa massimo ammissibile a un contributo che è di 3mila euro. Pertanto, il 60% di 3mila è 1800 e non può essere una cifra diversa, costituendo detta cifra il contributo massimo erogabile alla persona fisica richiedente il contributo”. In sostanza “il contributo riconosciuto è coerente con quanto stabilito dall’amministrazione negli anni 2018, 2019 e 2020 per questo tipo di finanziamento, secondo le linee guida della Regione Fvg”. La lettera, infine, ribadisce come il cittadino “non abbia subito alcun danno ricevendo dei soldi pubblici sotto forma di contributo in modo rapido e celere”, conclude Calligaris.

In ogni caso, i termini per eventuali ricorsi, anche prorogati vista la situazione Covid degli scorsi due anni, sono scaduti in quanto lo stesso M.N. ha atteso il parere della Regione prima di procedere con altre mosse. Il contributo, insomma, tale era e tale resta. 

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