Confini ancora controllati con lo stop a Schengen, le paure del Pd a Gorizia

Confini ancora controllati con lo stop a Schengen, le paure del Pd a Gorizia

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Confini ancora controllati con lo stop a Schengen, le paure del Pd a Gorizia

Di REdazione • Pubblicato il 08 Mag 2024
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La senatrice dem Rojc: «All’emergenza non si risponde restaurando una vecchia normalità». Interrogazione in Regione di Laura Fasiolo.

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«Doloroso prendere atto che il ministro Tajani ha sostanzialmente annunciato la fine di Schengen». La senatrice del Pd Tatjana Rojc commenta così le parole del titolare della Farnesina, ospite ieri a Gorizia per un doppio appuntamento in municipio e università. Per la dem, «questo comporta l’indeterminatezza delle condizioni e dei tempi cui viene rinviato il ritorno del libero passaggio delle persone tra Italia e Slovenia. Una misura che doveva essere temporanea, di cui la popolazione non comprende la logica né l’efficacia ma ne intuisce i risvolti propagandistici».

«Siamo i primi fautori della sicurezza ma suscita dubbi – aggiunge Rojc - l’argomento dei ‘lupi solitari’ e delle radicalizzazioni islamiste, che purtroppo riguardano persone già residenti in Italia. Sappiamo di vivere tempi non ordinari ma all’emergenza non si risponde restaurando una vecchia normalità». Analoga preoccupazione espressa dalla consigliera regionale del Pd, Laura Fasiolo, che si unisce alle perplessità del collega di partito Marco Rossi espresse ieri.

«La grande soddisfazione per l'annullo filatelico per il ventennale della caduta del muro tra Italia e Slovenia, il cosiddetto muro di Gorizia- così Fasiolo - è accompagnato da una grande preoccupazione per il prefigurarsi del prolungamento dei controlli al confine». La dem annuncia un’interrogazione alla giunta regionale, per chiede le sue intenzioni rispetto alla sospensione del trattato di Schengen e di intervenire nei confronti del governo affinché si ritorni alla situazione ordinaria, ponendo fine ai controlli al confine italo-sloveno.

«Oggi la preoccupazione della cittadinanza è elevata - rimarca Fasiolo - e se è positiva la scelta di costruire comunque un percorso privilegiato per i frontalieri che si spostano tra i confini, la preoccupazione oggi sulla militarizzazione del “confine”, è altamente preoccupante per gli effetti inevitabili sull'operazione in corso di Go!2025 di attrazione culturale, turistica, socioeconomica, un esempio di cooperazione transfrontaliera che rischia di essere travolta».

Per questo motivo, conclude Fasiolo, «ho presentato un'interrogazione alla Giunta, perché quest'area di confine, per troppo tempo ignorata, ripresa finalmente in considerazione come una risorsa per il Paese, deve essere garantita e non espiare, ancora, effetti di politiche altalenanti, inneggianti a ricorrenze ed eroi ma nei fatti incapace di leggere, interpretare e risolvere i problemi in modo avveduto e corretto».

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