IL VOLUME
Il confine fra Gorizia e Nova Gorica nelle storie di Capuozzo
Domenica, all'Auditorium della Cultura friulana, il giornalista e inviato di guerra presenta il suo ultimo volume.
Torna a Gorizia a distanza di pochi mesi (era già stato sul palcoscenico del Teatro Verdi lo scorso febbraio), di nuovo a parlare di confine. Domani pomeriggio, però, il giornalista Toni Capuozzo torna per presentare il suo ultimo libro dedicato proprio al confine e disponibile nelle librerie soltanto da qualche giorno.
“Vite di confine”, è il titolo del volume pubblicato per Edizioni Biblioteca dell'Immagine che verrà illustrato dallo stesso giornalista, inviato di guerra e scrittore domenica 1 dicembre alle 17.30 all'Auditorium della cultura friulana di via Roma. L'ingresso all'incontro è libero.
Non si tratterà di una semplice presentazione, ma di una coinvolgente lettura con accompagnamento musicale a cura del fisarmonicista Sebastiano Zorza. L'autore illustrerà lo spirito del suo lavoro, ispirato anche dall'auspicio che la Capitale europea della Cultura sia un laboratorio europeo per capire come la diplomazia può svuotare i confini da contrapposizioni e ostilità, dialogando con Patrizia Artico, assessore comunale a GO! 2025.
Si tratta di un racconto del confine tra Gorizia e Nova Gorica attraverso le storie, le esperienze e le voci di chi l'ha vissuto, amandolo oppure odiandolo. «Ciò che state per leggere è il tentativo di raccontare un confine attraverso gli epitaffi di chi vi è nato o vi è morto, attraverso le vite di chi l'ha attraversato, di chi ci si è trovato per caso e chi per destino», scrive Capuozzo nel prologo.
Le vite di cui si parla nel volume sono quindi quelle di uomini e donne che in guerra e in pace, in politica e nell'arte, animati da ideologie e pensieri a volte opposti, hanno vissuto questa terra, amandola o odiandola. «I protagonisti di questi racconti - scrive Capuozzo - non sempre sono le persone più importanti e non necessariamente i migliori: non è una piramide, né una scalinata come quella di Redipuglia, con il duca d'Aosta, comandante della Terza armata, in prima fila, i generali che gli fanno ala e gli altri centomila dietro. Quello che state per leggere è un lapidario alla rinfusa, dove nomi e gradi e talenti e maledizioni si confondono, senza confini».
Le vite narrate da Capuozzo sono scelte sulla base delle sue sensibilità e delle sue passioni, in una sorta di Spoon river, con esplicito riferimento al libro di Edgar Lee Masters nel prologo, vagando fra le pietre del cimitero ebraico di Valdirose-Rožna Dolina alla periferia di Nova Gorica, la cui immagine è stata non a caso scelta anche per la copertina.
Tra gli artisti vi sono pittori come Luigi Spazzapan, Vittorio Bolaffio, Francesco Caucig, Zoran Mušič, tra gli scrittori, poeti e giornalisti, Scipio Slataper, Giovanni Lorenzoni, Carlo Michelstaedter, Biagio Marin, Demetrio Volcic e Gianni Bisiach. Poi donne avventurose come Lucy Christalnigg e Lyduska de Nordis, l'attrice Nora Gregor, gli architetti Max Fabiani e Antonio Lasciac, l'aviatore Edi Rusjan, l'oste esule Domenico Fabbro, il contadino amante delle favole France Bevk. E ancora la storia delle aleksandrinke migranti economiche ad Alessandra d'Egitto, fino ad arrivare a Taimur Shinwari, ventenne pakistano che morì annegato a Gorizia.
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