Condotte in cemento amianto e acquacoltura, Bullian interroga la Regione

Il consigliere chiede la ricognizione delle tubazioni per pianificare gli investimenti riducendo dispersioni e rischi. Domande anche sull'acquacoltura.

Il consigliere regionale di Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Enrico Bullian, ha interrogato la giunta regionale di conoscere le tempistiche e i contenuti eventualmente già disponibili sulla ricognizione della rete idrica in cemento-amianto da parte dei soggetti gestori del servizio idrico integrato. Il tutto al fine di consentire quanto prima una pianificazione degli investimenti conseguenti, da una parte diminuendo la dispersione idrica e dall’altra rimuovendo l’amianto, togliendo un fattore di rischio altrimenti presente nell’ambiente.

«In sede di approvazione della Legge regionale 13 del 2023, l’Assestamento del bilancio per gli anni 2023-2025 - sono le parole di Bullian - è stato accolto all’unanimità lo specifico emendamento, proposto dall’ opposizione e in particolate promosso dal collega Moretti e dal sottoscritto, che autorizza l’amministrazione regionale, al fine di programmare interventi per la sostituzione delle condotte acquedottistiche obsolete, a concedere tramite Ausir, un contributo fino a 300 mila euro ai soggetti gestori del servizio idrico integrato per la ricognizione delle tubazioni idriche contenenti cemento-amianto».

Bullian sottolinea anche la valenza rappresentata dai dati del recente report dell’Istat del 22 marzo 2024 sullo stato delle reti idriche in Italia che ha messo in luce come in Friuli Venezia Giulia, a causa dei problemi rilevati a livello infrastrutturale, le reti idriche disperdano il 42,3% dell’acqua, dato in linea con la media nazionale, ma di certo non performante.

«È un fatto noto che la Regione Fvg negli ultimi anni ha dichiarato in più momenti lo stato di emergenza idrica, in relazione alle scarse precipitazioni e ai livelli delle falde in sofferenza – continua il consigliere - e dunque diventa di importanza strategica poter disporre dei dati relativi alle tubazioni delle reti acquedottistiche contenti cemento-amianto, che sono vetuste, al fine di pianificare gli investimenti per la loro sostituzione, così da consentire da una parte la diminuzione della dispersione idrica e dall’altra la graduale rimozione dell’amianto, togliendo un fattore di rischio altrimenti presente nell’ambiente».

Sempre in tema di acqua e viste le potenzialità di sviluppo del settore legato al sistema di coltivazione che unisce l'acquacoltura e l'idroponica, cioè la coltivazione delle piante in acqua senza suolo, Bullian ha anche sottolineato il fatto che tali tecniche di coltivazione fuori suolo consentono di ottimizzare le risorse idriche, ridurre il consumo di suolo e di agenti chimici, risultando, nella produzione di generi alimentari, particolarmente sostenibili per l’ambiente.

«È trascorso oltre un anno dall’ approvazione di tale legge e non ci risulta che la Giunta abbia definito la deliberazione necessaria a individuare le metodologie irrigue, le tipologie di substrato e le soluzioni nutritive da utilizzare, nonché le caratteristiche degli immobili destinati alle attività – osserva il consigliere di minoranza - e quindi consentire l’attivazione delle azioni di promozione e sostegno alle tecniche di coltura fuori suolo».

«Pertanto – motiva - ho ritenuto necessario interrogare la Giunta regionale per conoscere i dati sulla diffusione di queste attività sul territorio regionale per comprenderne l’evoluzione e soprattutto per conoscere con quali tempistiche si prevede l’approvazione della deliberazione citata ed eventualmente con quali azioni la Regione intenda promuovere e sostenere queste modalità di colture in grado di favorire la riduzione del consumo di suolo e di acqua e dell’uso di agenti chimici».

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