L’ACCUSA
«Un condannato in audizione»: Cisint attacca la sinistra
L’ex sindaco ed europarlamentare mette sotto accusa la pubblicazione di una foto nella quale compare il bengalese Kabir Miah.
Una foto di gruppo scattata al termine dei lavori dell’audizione di lunedì scorso in Regione sul “Piano Monfalcone”, ha fatto “suonare l’allarme” nella maggioranza di Centrodestra che amministra la città. È quanto emerso nella tarda mattinata di oggi attraverso una conferenza stampa durante la quale – in sostanza – l’europarlamentare Anna Maria Cisint, sostenuta da numerosi assessori e consiglieri comunali, ha comunicato che alcuni esponenti della Sinistra locale avrebbero «portato il caporalato nelle istituzioni». All’incontro non c’era il vicesindaco reggente Antonio Garritani, ma ad affiancare Cisint è stato il consigliere regionale della Lega, Antonio Calligaris.
Andiamo nello specifico. La foto in questione è stata pubblicata alcuni giorni fa sulla pagina social del consigliere regionale Enrico Bullian che pure compare nel gruppo di persone riprese nell’immagine assieme al collega Diego Moretti, ad alcuni amministratori locali, esponenti di associazioni, realtà sindacali e il presidente onorario del Centro Islamico Darus Saalam Bou Konate. Però, cosa ha suscitato l’ira dell’ex sindaco di Monfalcone? «In quella foto è presente un condannato per caporalato ed estorsione – sono le parole di Cisint – ha sfruttato i lavoratori e a loro ha sottratto denaro. È stato condannato a tre anni e quattro mesi. Questo è molto grave e siamo molto preoccupati». «Konate, Bullian e Moretti si avvalgono dei caporali – continua Cisint – quale idea hanno del lavoro e quale rispetto per i lavoratori?».
Per capire meglio di chi si tratta, bisogna tornare indietro nel tempo. Prima al 2009 e al 2011, cioè a quando risalgono le accuse e poi al 2015, anno della condanna che è stata attribuita – tra i sette coinvolti nella vicenda riconducibile ai casi di caporalato in cantiere – a Kabir Miah. Secondo Cisint, l’uomo di origine bengalese – di cui vi spiegheremo meglio nel prossimo servizio legato alle vicende - non avrebbe dovuto partecipare all’audizione perché «le istituzioni non possono essere usate per interessi propri e particolari». «Per noi – specifica – la battaglia è diretta al subappalto e al caporalato ». L’ex sindaco aggiunge di essersi sentita «un’imputata» durante l’audizione e domanda: «Veniamo chiamati da chi porta un condannato nel marsupio?». «Noi non ci stiamo – riprende – a veder vanificate le nostre battaglie per ideologia e convenienza».
Poi scandisce: «È gravissimo». Ma chi ha segnalato a Cisint questa foto? Sarebbe stato un’ex vittima di quel sistema. Stando a quanto comunicato stamane, l’onorevole è stata contattata da un lavoratore bengalese che «mi ha scritto un messaggio che poi abbiamo fatto tradurre». Il testo in italiano – non in nostro possesso – parlerebbe di «situazione vergognosa» in una «società dove c’è sfruttamento». E ancora, il messaggio riporterebbe parole di disappunto su «persone che vengono selezionate così per parlare al parlamento regionale». «Siamo stati imbrogliati - rivendica il segnalatore – questi politici dovranno pagare un prezzo altissimo».
Passando ad un altro aspetto, vale la pensa chiedersi su chi ha gestito le convocazioni dell’audizione. Come da prassi l’hanno fatto i due uffici di presidenza delle commissioni (Quinta e Sesta). In una delle due – la quinta – tra i commissari di minoranza previsti, c’è il consigliere Bullian reo – per Cisint - di aver favorito la partecipazione della persona “non gradita”. «È uno scandalo portare in audizione chi è stato condannato» afferma il consigliere regionale Calligaris. Allora, Miah – e pure un altro cittadino bengalese, di cui vi daremo notizia in un prossimo articolo, considerato «pericoloso» dalla maggioranza cisintiana – a quale componente dell’audizione sarebbe stato riferibile? Ai Centri Culturali?
Cisint non sostiene che si tratti di un errore ma di «una volontà nel costruire il percorso». «Su quale linea stanno Konate, Bullian e Moretti? Quale strada intendono percorrere con Fincantieri?». Sul peso dei commissari rispetto alle convocazioni, è poi intervenuto ancora Calligaris il quale ha affermato che «c’è la necessità di rivedere i regolamenti per la convocazione delle audizioni». «È necessario aprire una riflessione con il presidente del Consiglio Regionale Bordin e i capigruppo per capire come evitare il verificarsi di situazioni spiacevoli – insiste Calligaris - le audizioni, le petizioni e altri strumenti di democrazia sono strumenti troppo importanti, perché se ne possa fare un uso disinvolto».
«L'istituzione Consiglio Regionale è estranea a spiacevoli accadimenti, ma una riflessione più profonda deve essere fatta in tema di responsabilità di chi indica gli auditi. Forse, prevedere un controllo onde evitare che sia lesa l'immagine del Consiglio» spiega il capogruppo leghista. «Se il fatto fosse confermato, sicuramente, il consigliere Bullian, o chi ha indicato gli auditi, dovrebbe scusarsi con la città di Monfalcone e con i lavoratori del Bangladesh di cui, forse, non rappresenta né difende i diritti» conclude Calligaris. Da Bullian, Konate e Moretti, Cisint pretende le scuse e chiede che «si dissocino» da quanto accaduto. «State lontani dalla città, non vi permetteremo di metterci le mani, fate un passo indietro tutti e tre. Queste sono manovre per portare a sbattere la città» così l’eurodeputata in chiusura.
Nella foto Arc, un particolare dell'audizione tenutasi in Regione lunedì scorso
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