La comunità di San Rocco festeggia 90 anni di don Ruggero, «accoglienza e aiutare»

La comunità di San Rocco festeggia 90 anni di don Ruggero, «accoglienza e aiutare»

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La comunità di San Rocco festeggia 90 anni di don Ruggero, «accoglienza e aiutare»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 26 Giu 2024
Copertina per La comunità di San Rocco festeggia 90 anni di don Ruggero, «accoglienza e aiutare»

L’intero Borgo San Rocco si è stretto iera sea attorno al sacerdote, che ormai da più di dodici lustri è una presenza fissa all’interno della comunità.

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Una festa partecipata e sentita, quella tributata a monsignor Ruggero Dipiazza per i suoi 90 anni di vita a Gorizia. L’intero Borgo San Rocco si è stretto attorno al sacerdote che ormai da più di dodici lustri è una presenza fissa all’interno della comunità “dei ufiei” e, guardando ancora al futuro, tanti sono stati i giovani che hanno voluto essere presenti alla celebrazione eucaristica nella gremita chiesa parrocchiale e al momento di festa organizzato subito dopo negli spazi laterali.

«Il mio modo di essere e di vivere il Vangelo è sempre stato quello dell’accoglienza e dell’aiuto, soprattutto a chi è meno fortunato, aiutando come possibile i poveri e i bisognosi. Questo è un augurio e una missione anche per chi sarà qui dopo di me», così don Ruggero nell’omelia.
Tra i banchi i parenti, i tanti amici e i parrocchiani, le due compagini corali che hanno accompagnato l’intera celebrazione eucaristica, arricchita dalla presenza di numerosi confratelli sacerdoti, dal parroco, monsignor Nicola Ban, a monsignor Ignazio Sudoso, don Santi Grasso, don Giovanni Sponton, don Bogdan Vidmar, don Dario Franco, don Federico Basso e don Benedetto.

«Poco tempo fa nelle tasche di una vecchia giacca ho trovato un Mattone su Mattone del 1993: scrivevi così: "Sono tempi di indifferenza e di individualismo esasperato. Per questo dobbiamo adoperarci ancora di più per moltiplicare i momenti di aggregazione e le occasioni per stare insieme”. Tu avevi 60 anni e noi eravamo adolescenti, ragazzi e giovani», ha ricordato Cristina Luciano.

«Dieci anni fa ti ho definito un coefficiente nell'equazione della vita in cui gli altri elementi sarebbero stati sicuramente i bambini, i ragazzi e i giovani. Oggi il tuo posto è sempre quello, con un po' di vita in più sulle spalle ma con le stesse preoccupazioni, arrabbiature, gioie e speranze. Continui a combattere l'isolamento a favore delle relazioni autentiche che possano salvarci dall'inaridimento del cuore e dei sentimenti. Ci inviti a rinsaldare i ponti che ci ha insegnato a costruire per incontrare l'altro ed insieme progettare un futuro migliore. Attraversi le generazioni nel tuo status sociale di sacerdote ma per ognuno di noi sei anche amico padre e nonno», così ancora Luciano.

«Resti al passo coi tempi che sempre più veloci fuggono davanti ai nostri occhi e sai comunicare con tutte le generazioni perché sei sempre coerente rispetto ai tuoi pensieri e alle tue azioni, affidabile come uomo e come sacerdote nell'educarci e guidarci sulla strada della vita», ha concluso.

La festa è proseguita, anche grazie alla collaborazione del Centro per la conservazione e valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco, nel cortile della canonica. Volti, storie, abbracci e ricordi legati dal filo rosso di una vita spesa, come quella di don Ruggero, al servizio della comunità e del Borgo. Il taglio della torta ha suggellato il passaggio al diciottesimo lustro di vita mentre tutti si sono, in un augurio di positività, dati appuntamento in salute ai prossimi anni.

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