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Elezioni a Capriva, Pecorari punta al cambio dopo 10 anni: «Impegno e non promesse»
Il candidato sindaco arriva alla vigilia del voto amministrativo con le proprie proposte e critiche all’amministrazione uscente: «Disattenzione in questi anni».
Non lesina critiche allo sfidante, puntando il dito verso «promesse di investimenti che riguardano anche cose non di pubblico interesse». Maurizio Pecorari, candidato sindaco della lista Capriva Migliore, arriva alla vigilia del voto amministrativo con le proprie proposte per il futuro della comunità e critiche all’amministrazione uscente. «A vedere le proposte dei concorrenti - rileva - si capisce che è un elenco di cose da fare alcune legate a finanziamenti consistenti di cui non c’è certezza, né ci sono progetti che diano una temporizzazione credibile».
«Altre cose - incalza - potevano essere già fatte, come la revisione dell’ambulatorio di medicina generale, ma non si capisce perché non si sia intervenuti in questi ultimi 10 anni. Altre cose ancora sono cose di ordinaria amministrazione lasciate indietro, come la cura del centro urbano». Guardando a sé, invece, «il nostro non è un programma di promesse ma di impegno e attenzione continua per un’amministrazione ordinaria ed efficiente». Tra le proposte avanzate, quella di creare una comunità energetica ma anche di impegnarsi per avere più servizi sanitari.
Pecorari, dottore di professione, rileva che «l’incarico del medico di medicina generale è stato affidato solo per 12 mesi. Un sindaco avrebbe dovuto correre a protestare dal direttore dell’Asugi, non si capisce perché non è stato affidato un incarico sine die. Su questo c’è stato il silenzio più assoluto del sindaco, ma da tempo ha una disattenzione verso l’ordinaria amministrazione». Per lo sfidante, quello del primo cittadino uscente è «una corsa ai ripari come dimostrano i cantieri degli ultimi giorni su quello che è stato abbandonato da tre anni a questa parte».
L’aspirante capo della giunta critica anche il progetto della Comunità del Collio: «Non si capisce a quali fini è destinata, né quali risorse può disporre. Ci sono in organico quattro agenti della polizia locale ma in realtà ce ne dovrebbero essere uno ogni mille abitanti, quindi 20 contando 20mila abitanti dei comuni coinvolti. C’è l’assenza di programmazione sulle risorse che non si sa quali siano. Nessuno è contro la condivisione di risorse umane, ma non c’è alcun regolamento per questo utilizzo e ci domandiamo chi fa cosa. C’è molta confusione anche tra lo stesso personale».
«Per noi - prosegue - è importante stare con piedi a terra, investire in proporzione per le cose che hanno una larga utilità pubblica e sono commisurate. Non ci si può accorgere oggi che un’intera via ha il marciapiede sconnesso. Bisogna agire puntualmente, come per le campagne di derattizzazione e contro la proliferazione delle zanzare. Un comune sano pensa a queste cose prima di tutto, prima di attività che possono interessare una o due persone e non la maggioranza delle persone, come un centro di audio-registrazione com’è stato annunciato».
Guardando alla vita del paese, c’è quindi il tema della sopravvivenza delle attività di vicinato. «Chiude un piccolo supermercato in centro mentre c’è uno grande sulla regionale, ma ultimamente hanno chiuso anche due edicole e un bar. A suo tempo ha chiuso anche il dopolavoro che funzionava egregiamente. Preoccupa come manchi una progettualità. Il Comune ha competenze fino a un certo punto sul tema», ma nella sua visione può contribuire a trovare soluzioni su cosa fare nei locali lasciati vuoti.
«Faccio difficoltà a vedere una futuro di attività commerciali - ammette - ma per qualsiasi contesto. Siamo davanti a mutamenti epocali che ci toccano. Dobbiamo sforzarci tutti di favorire ciò che può essere favorito per dei ritorni commerciali con l’insediamento e l’arredamento di locali, la viabilità e i parcheggi. Bisogna progettare e coinvolgere la popolazione affinché gli spazi liberi siano destinati a nuovi insediamenti di altre attività, non nel senso tradizionale di commercio».
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