Comunali a Capriva, fallita la sfida di Maurizio Pecorari: «Mancata la gente al voto»

Contando anche le preferenze sull’aspirante primo cittadino, si è arrivati a 313 consensi, pari ad appena il 32,57% dei votanti. Non abbastanza per battere l’uscente Daniele Sergon.

«L’elettore ha sempre ragione». A Maurizio Pecorari bastano poche parole per commentare la sconfitta elettorale dello scorso weekend a Capriva, dove la sua lista Capriva migliore ha raccolto solo 223 voti. Contando anche le preferenze sull’aspirante primo cittadino, si è arrivati a 313 consensi, pari ad appena il 32,57% dei votanti. Non abbastanza per battere l’uscente Daniele Sergon. «È andata male» rileva telegrafico, sottolinenando però un aspetto: «Cos’è mandato? La gente al voto, abbiamo avuto il 40% di astenuti».

«Rimango stupito - rimarca - la non partecipazione al voto è un fatto di per sé negativo. Più che protestare con il voto, ora la gente si astiene. È legittimo ma è sintomo di una sfiducia, per usare un eufemismo. Io rispetto la politica di segno avverso, che hanno votato i caprivesi, ma mi preoccupa quel 40% di compaesani che non esprime opinione». Su quanto raccolto comunque alle urne, non si da colpe: «Il sindaco veniva fuori da 10 anni di mandato, che gli hanno permesso di consolidarsi bene. Noi avevamo difficoltà a farci conoscere».

In ogni caso, ammette: «Non nascondiamoci dietro un dito, chi voleva informarsi su di noi poteva farlo benissimo. Abbiamo avuto le nostre occasioni». Che tipo di opposizione farete ora? «Va messo in evidenza il nucleo della nostra proposta, ossia no a grandi opere ma interventi all’ordine del giorno che abbiano una ricaduta sulla collettività. Non saremo comunque contrari a priori a qualcosa». In tutto, Pecorari guiderà la minoranza con altre tre colleghi: Gualtiero Grion (il più votato della lista), Paolo Tonut e Giovanna Rosini.

Dall’altra parte, in maggioranza siederanno Rossella Dosso (prima assoluta per preferenze con 89 schede), Sabina Capello, Christian Piani, Elisa Cuzzit, Pierpaolo Braidotti, Eugenio Aiello, Enrica Manfreda e Anna Roversi.

Foto Adriano Fecchio

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