Il comitato attacca sull'area archeologica, raccolta firme a San Canzian

Il comitato attacca sull'area archeologica, raccolta firme a San Canzian

l'incontro

Il comitato attacca sull'area archeologica, raccolta firme a San Canzian

Di Agata Cragnolin • Pubblicato il 12 Nov 2023
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Il comitato spontaneo ribatte al sindaco Fratta e chiede di aprire al pubblico l'area vicino la chiesa, «bisogna sospendere i lavori».

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Ieri pomeriggio, presso il Centro civico Primo Levi di San Canzian d’Isonzo, il comitato spontaneo Cantia Vera ha tenuto un’assembla pubblica per sensibilizzare i cittadini circa la valorizzazione dell’area archeologica comunale. Il paese bisiaco comprende un’ampia area archeologica, che si estende ben oltre il centro del paese e il suo valore è noto in diversi ambienti accademici. Purtroppo, gran parte del patrimonio deve essere ancora portato alla luce o è andato disperso, ma altrettanto è custodito in vari luoghi di esposizione.

Si può fruire della vista dei mosaici presso il Consorzio delle Acque Isontine, dei resti umani e altro materiale visitando il museo archeologico di Aquileia e di alcuni scavi conservati nell’antiquarium vicino alla chiesa di San Canzian. Secondo il comitato Cantia Vera, però, il patrimonio archeologico non è messo in risalto come meriterebbe: questo infatti rappresenterebbe una possibilità economica non indifferente per il paese, visto l’afflusso di turisti, soprattutto in estate. E, ancora di più, la messa in luce delle antichità è un’occasione per trasmettere un’identità storica e culturale ad un ampissimo pubblico.

“Ci sembrava una cosa bella per il paese e per la storia del paese. In modo che si potesse vedere qualcosa, anche per chi non ha fatto alcuno studio” sono le parole di Isabella Braida, presidente del comitato, che ha aperto l’incontro illustrando a tutti i presenti di ciò che il comitato si è promesso di sostenere. Ha quindi rimarcato i tentativi di comunicazione con il sindaco Claudio Fratta. Nel frattempo il numero di iscritti è cresciuto a un centinaio di persone e l’idea di sottoscrivere una petizione di firme è stato un metodo aggiuntivo per ottenere attenzione circa l’intera faccenda.

“È importante sopra ogni cosa che la gente sappia, che la gente sia informata di ogni cosa che succede. Solo in questo modo c’è la forza per chiedere le cose giuste” ha detto Braida, illustrando i diversi modi valutati per richiedere i fondi per proseguire gli scavi antistanti la canonica e adoperare migliorie ai punti informativi. La presidente ha specificato che i fondi non devono venire necessariamente dal Comune, ma esistono finanziamenti regionali, nazionali, persino europei, assieme anche alle banche, che offrono progetti di valorizzazione.

Ha quindi esplicitato quelle che ritiene contraddizioni del progetto nei confronti dello statuto dello stesso Comune, per cui: il comma 3 definisce la volontà di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, segnatamente per quello romano e paleocristiano, garantendone il godimento da parte della collettività. “Come si fa godere di qualcosa che è sottoterra? Noi siamo persone estremamente collaborative, però di fronte a certe cose che non vanno bene le dobbiamo dire, se sono contrarie agli interessi del paese e contrarie allo statuto”.

Sempre secondo lo statuto, il Comune favorisce che associazioni e cittadini si adoperino per suggerire soluzioni e opportunità, ma il presidente di Cantia Vera ha sostenuto che il comitato ha ricevuto poca considerazione da parte del sindaco. “Il 24 novembre esprimeremo queste nostre perplessità, finalmente di fronte al sindaco e al sovrintendente Pessina e vedremo cosa succederà” ha così concluso, in riferimento al prossimo incontro pubblico indetto per aggiornare la cittadinanza sulla situazione degli scavi antistanti la chiesa.

L’assemblea è proseguita con un intervento di Gabriella Brumat, studiosa di storia locale. Ha illustrato ai partecipanti un percorso storico per spiegare la presenza di tante aree archeologiche nel comune di San Canzian, Aquileia e altri comuni limitrofi, partendo dai tempi dell’impero romano, sino al Medioevo. “Il sindaco - ha aggiunto un'altra componente, Rossella Tortul - si era opposto alla raccolta di firme perché questa sala è disponibile solo per l’assemblea, come se la raccolta non fosse parte integrante della questione. Vogliamo fare di San Canzian un sito archeologico o no? O lo lasciamo nel degrado in cui sta finendo? Questa è una decisione politica”.

La petizione presenta poche richieste ma essenziali per un effettivo risalto al patrimonio archeologico. Tra queste è richiesta l’apertura alla visita della cittadinanza (comprese scolaresche) dei reperti emersi nello scavo effettuato nel 2023, e in particolare del mosaico, prima del suo occultamento causato dalla ripavimentazione. Il Comune ha blindato il progetto degli scavi, dunque la presenza di un mosaico è stata occultata, ha spiegato Tortul, mostrando una fotografia scattata tramite una piccola aperture nel cantiere. Al posto di una pavimentazione, si fa richiesta di sospendere i lavori fino alla consegna della relazione tecnico-scientifica dell’archeologo incaricato.

Appello anche per creare un prato perimetrato da pietra d’Aurisina nell’area della basilica del V e VI secolo. La domanda, inoltre, prevede che l’antiquarium venga aperto al pubblico ad orario regolare grazie all’assunzione di un curatore professionista. Infine, si chiede che i fondi per gli scavi vengano stornati e riassegnati a un ente con competenze di restauro e conservazione per ridare il giusto splendore alla chiesa di San Proto, alla Rotonda di Santo Spirito e fare un’indagine dei resti di epoca romana.

Tortul ha concluso l’incontro ricordando che la raccolta di sottoscrizioni proseguirà fino a sabato 18 novembre presso i seguenti esercizi commerciali, ringraziandoli: la gelateria Itatiba, la caffetteria Da Paola, la merceria Da Liliana e la Farmacia Rampino.

Nella foto: il direttivo del comitato

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