C di CARL VON COERNIG
Cittadino d'Europa alla corte di Vienna, von Czoernig e quell'amore per Gorizia
Scomparso nel 1889, il barone è stata una mente illuminata e profondo conoscitore del territorio.
Era il 5 ottobre 1889 quando morì a Gorizia, all’età di 85 anni, il barone Carl von Czoernig. Fu consigliere intimo di S. M. I. R. A. Carriera sfavillante nella pubblica amministrazione austriaca, la sua: nel 1841 gli era stata affidata la direzione dell’i.r. ufficio di statistica, nel 1857 venne nominato Presidente del Congresso statistico in Vienna e membro della Commissione centrale, poi l’Imperatore gli concesse il titolo di Commendatore dell’Ordine di Leopoldo primo e della Corona ferrea di II classe per i grandi meriti ottenuti dalla sua attività scientifica.
Fu anche Caposezione al Ministero, Presidente della Commissione statistica centrale, ottenne la laurea dottorale in diritto a Vienna e venne onorato dal riconoscimento ottenuto di cittadino onorario di Gorizia, Aquileia, Reichenberg, e Friedland. Durante la sua attività ottenne la medaglia d’oro per le scienze e le arti, divenne membro dell’Accademia delle scienze e arti di Vienna, Cavaliere di I.a classe dell’ordine russo di S. Stanislao, grande ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, Commendatore dell’Ordine prussiano dell’Aquila rossa, dell’Ordine sassone di Alberto, dell’Ordine svedese di Gustavo Wasa, Officiale della Legion d’onore francese, Cavaliere di prima classe dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio di Parma.
Nel 1852 ricevette il titolo di barone, nel 1859 divenne consigliere intimo dell’Imperatore e nel 1866 si ritirò a vita privata a Gorizia. Di lui si contano venti opere monografiche e 152 trattati scientifici, come Il Manuale Statistico per la Monarchia, Il nuovo organamento dell’Austria dal 1848 al 1854, La storia di Gorizia e del patriarcato di Aquileia, Gorizia, la Nizza austriaca oltre a decine di pubblicazioni dedicate alla statistica e all’interpretazione dei dati.
Scelse Gorizia, città che conosceva fin da quando aveva lavorato a Trieste. Della città magnificò le bellezze naturali; ne scrisse delle attitudini quale luogo di villeggiatura, in Gorizia stazione climatica e le affibbiò la fortunata definizione di “Nizza austriaca”. Tra il 1867 e il 1873 descrisse il Goriziano nell'opera Il territorio di Gorizia e Gradisca, a carattere ovviamente storico-statistico. La storia che vi traccia è tuttora la più completa opera che ripercorra la storia di Gorizia (per quel che riguarda la storia precedente tale data, ovviamente).
A Gorizia infine morì. Purtroppo, nel primo dopoguerra, l’idiosincrasia della classe intellettuale goriziana verso tutto ciò che ricordava il passato austriaco, ha fatto sì che Czoernig venisse dimenticato. La sua opera, fondamentale per la conoscenza della storia di Gorizia e delle terre circostanti, venne riscoperta solo dopo la traduzione dal tedesco all'italiano che ne fece Ervino Pocar nel 1969 ma nella quale diceva: “Nella regione che confina col Tagliamento, con lo spartiacque delle Alpi Carniche, con le propaggini occidentali delle Alpi Giulie e col Mar Adriatico, viene parlata una lingua particolare, il friulano, il quale ha avuto la disgrazia di essere rimasto quasi del tutto sconosciuto fuori dei suoi confini. La si ritenne e la si ritiene tuttora come un dialetto dell'italiano, e anzi come un dialetto rozzo e informe, indegno di qualsiasi considerazione”.
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