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Cittadinanza italiana rifiutata per tre volte a una donna, il caso a Gorizia

La vicenda vede protagonista una donna natia della Repubblica Dominicana, residente in Italia ormai da 14 anni. La Prefettura: manca un timbro.
Il suo desiderio è quello di poter essere finalmente cittadinanza italiana, ma per tre volte gli è stata rigettata la domanda inviata alla Prefettura di Gorizia. La vicenda vede protagonista Santa Brito de Dionicio (nella foto), natia della Repubblica Dominicana ma residente in Italia ormai da 14 anni. Secondo gli uffici del Palazzo del governo, infatti, manca il timbro Apostille su alcuni dei documenti presentati dalla donna ma è lei stessa a ribattere: “Quei timbri ci sono”. Ciò nonostante, il 21 novembre è arrivato il terzo diniego.
“Ho fatto la prima domanda nel 2021 - racconta - e già allora mi avevano detto che mancava questo timbro. Purtroppo non sono riuscita a ripresentare subito la richiesta e i documenti erano scaduti, ci ho riprovato nel maggio di quest’anno. Ancora nulla e ho rifatto la domanda lo scorso ottobre. Ho rifatto tutto da capo e mi hanno detto che c’erano problemi anagrafici”. Sul suo passaporto dominicano, infatti, non appariva il cognome preso dal marito, costringendola a rivedere anche questo elemento per proseguire nell’iter.
“Ho speso un sacco di soldi e chiesto permessi dal lavoro per compilare la documentazione - spiega la signora, dipendente di un’azienda di multiservizi goriziana -. Ora ho tutti i documenti a posto ma mi hanno rifiutato ancora, anche il Caf della Cisl di via Manzoni e l’avvocato che mi hanno seguita dicono che è tutto in regola. Gli uffici non rispondono alle mie telefonate”. Lei stessa mostra come, sulla documentazione inoltrata via mail alla Prefettura, compaiano i timbri richiesti. Inoltre, racconta che ai suoi tre figli la domanda è stata subito accolta.
Nella risposta ricevuta dalla Prefettura il 21 novembre, il rifiuto è motivato perché sul certificato di nascita, sulla firma della traduttrice e sui certificati penali manca l’Apostille, ossia un marchio che convalida, con pieno valore giuridico, l'autenticità di un atto pubblico straniero. Inoltre, viene richiesto di “inserire una dichiarazione consolare di esatte generalità da cui risulti che la signora Brito e Brito de Dionicio sono la stessa persona”. Prima di inoltrare una nuova domanda, però, l’interessata dovrà capire come sbloccare questo impasse.
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