monfalcone
Cisint non arretra: «Consiglio di Stato ribadisce importanza della sicurezza»
Ancora attesa sulla ripresa delle preghiere. I centri inviano una lettera al Comune per il confronto sulla capienza dei locali. Le reazioni.
Sono ore difficili a Monfalcone per il sindaco Anna Maria Cisint, posta sotto scorta a seguito delle deliranti minacce di morte provenienti da ambienti islamici. Un fatto che però non le fa perdere la determinazione tipica del suo carattere e della sua azione amministrativa. Infatti il primo cittadino ha affidato alla diretta social “Controrassegna” il commento sul decreto del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso presentato dai Centri Islamici contro la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia di rigettare la richiesta di sospensiva delle ordinanze comunali.
Nel videomessaggio Cisint ha richiamato nuovamente le responsabilità di alcuni media che «hanno divulgato falsità a livello internazionale». Poi, i riferimenti alla legge urbanistica «che stabilisce cosa puoi fare». «In Italia queste norme valgono ancora?» ha domandato Cisint che chiede ci sia «certezza del diritto» quando ritorna a riferirsi al tema del diritto di culto perché «dà la possibilità agli amministratori di sapere come muoversi». Della correlazione tra il tema della sicurezza e il decreto del Consiglio di Stato, il primo cittadino ha parlato di «scelta che verrà riguardata nel merito il 19 marzo».
Cisint sostiene quindi che il Consiglio ha confermato l’importanza della sicurezza riportato nelle ordinanze comunali, quindi che i Centri dovranno agire «previo confronto con il Comune» perché «la sicurezza non è mediabile o confrontabile» e – peraltro – in materia di antincendio e di adeguamenti antisismici non è di competenza comunale. Infine il richiamo a «ragionare con il buon senso». «Se abdichiamo al rispetto delle leggi, è finita. Al “vale tutto” noi non ci stiamo» così in chiusura Cisint.
Al video postato sui social, è seguita una nota stampa di cui vi proponiamo alcuni passaggi specifici. «Va ribadito che la vicenda dei due centri islamici non ha alcuna attinenza con la libertà di culto, che considero un valore per chiunque intende professare la propria fede – riporta la nota - ripeto e sottolineo: il Comune non si è mai mosso in funzione di limitare il culto di questa comunità». E ancora: «In uno Stato di diritto non si può derogare dalle leggi vigenti per favorire il singolo cittadino o un gruppo di pressione perché esse garantiscono sempre l’interesse generale e la sicurezza della comunità».
Contattato telefonicamente dalla nostra redazione il presidente onorario del Darus Saalam, Bou Konate, ha riferito che oggi in tarda mattinata i Centri hanno inviato una lettera al Comune nella quale «abbiamo richiesto l’applicazione di quanto stabilito dal Consiglio di Stato». Stamane, nonostante sia venerdì, non c’è stata alcuna preghiera né in via don Fanin né in via Duca d’Aosta. «Vanno definiti ancora i numeri massimi permessi per la partecipazione ai riti» così in chiusura Konate.
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