La nuova ciclabile «Paradiso» unisce San Canzian d'Isonzo e Staranzano

La nuova ciclabile «Paradiso» unisce San Canzian d'Isonzo e Staranzano

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La nuova ciclabile «Paradiso» unisce San Canzian d'Isonzo e Staranzano

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 29 Gen 2022
Copertina per La nuova ciclabile «Paradiso» unisce San Canzian d'Isonzo e Staranzano

La nuova pista da un chilometro e mezzo unisce gli abitati e si collega alle più grandi reti viarie. Fratta annuncia i lavori per la ciclabile verso Pieris.

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È arrivato in bicicletta, don Francesco Fragiacomo, parroco dell’Unità Pastorale che abbraccia San Canzian, Begliano, Pieris, Turriaco e Isola Morosini. Un gesto non da poco: amante, sì, della bicicletta, per arrivare all’inaugurazione della nuova pista ciclabile “Paradiso”, che passa, appunto, per l’omonima località, l’ha raggiunta a bordo della sua due ruote. E così hanno fatto in tanti, dalle associazioni fino ai cittadini del circondario.

“Questo collegamento di fatto avvicina due realtà un po’ diverse. San Canzian inaugurerà tra poco la nuova pista ciclabile ‘Romea Strata’, i cui lavori sono già avviati. Per cui, di fatto, tutti i paesi saranno collegati tra di loro ma anche all’esterno”, racconta il sindaco, Claudio Fratta. Il progetto, proprio per la collaborazione fattiva delle due realtà comunali, sarà oggetto di uno studio da parte di Compa Fvg per le altre amministrazioni locali. “Ciò ci fa molto piacere. Questo è stato lo studio. Una pista che ha visto anche espropri ma tutti bonari perché tutti hanno capito che si tratta di un progetto sovracomunale che sarà utile a tutti, cittadini e turisti e non”.

Anche l’omologo di Staranzano, Riccardo Marchesan, si è detto soddisfatto. “Un risultato importante anche perché abbiamo sempre avuto sintonia con il comune di San Canzian. Non solo un collegamento tra i due paesi ma anche verso le altre reti viarie ciclabili, non ultima anche quella che sarà realizzata verso Grado con il progetto Mar e Tiaris”, conclude Marchesan.

Nello specifico, la pista, come ha sottolineato l’ingegner Paolo Paviot, presente assieme all’ingegner Federico Franz, si snoda su due comuni per 1.565 metri per un finanziamento totale di 496mila euro. Un iter iniziato nel 2017 con gli incarichi professionali di progettazioni e le varianti urbanistiche in entrambi i comuni e, poi, i vari progetti fino alla realizzazione vera e propria nel 2021.

Presente anche Luciano Dreos, consigliere con delega alle manutenzioni, che ha illustrato le principali caratteristiche dell’opera. “Tra i punti principali quello del riutilizzo di materiali di risulta da alcuni cantieri per il tombamento di alcuni fossi e l’innalzamento della ciclabile in alcuni punti. Abbiamo scelto di abbellire il percorso ciclabile con la posa di alberi e cespugli, in particolare 12 tigli, 11 frassini, 21 lagestroemia. Un tratto di ciclabile è stato improntato come un percorso dei colori e degli odori ed a tale scopo sono stati piantumati oltre cento cespugli che vanno dagli oleandri nani alle forsizie auree che permetteranno di avere nei mesi di febbraio e marzo la fioritura gialla delle forsizie e successivamente quelle degli oleandri e degli altri cespugli. Un tratto è stato dedicato ai profumi ed agli odori piantando 115 piante aromatiche che vanno dalla salvia, al timo al rosmarino ecc. inoltre le superfici a verde sono state tutte trattate con idrosemina per un totale di 3mila metri quadri”, ha precisato Dreos. Per l’impegno e la dedizione, Dreos ha ricevuto anche un encomio da parte dell’amministrazione comunale.

Tra la folla anche amministratori locali di altri comuni, da Monfalcone ma anche Turriaco, con il sindaco Enrico Bullian, e Fogliano Redipuglia, con il sindaco Cristiana Pisano, senza dimenticare i tre consiglieri regionali, Antonio Calligaris, Diego Moretti e Giuseppe Nicoli e assessori e consiglieri delle due amministrazioni comunali. A testare il tratto le associazioni locali, dalla Ciclistica Pieris ai Bisiachinbici, alla Uisp e ai Teenager Staranzano.

Una località, quella Paradiso, che viene citata in documenti già con la Serenissima, per quanto riguarda San Canzian, ma che si ritrova in altri luoghi del territorio regionale, a partire da Pocenia nel 1339, come ha raccontato Desirée Dreos della Società Friulana di Archeologia. “Il termine deriva dal latino, che a sua volta deriva dal greco e che a sua volta deriva da una lingua che si parlava nella zona dell’attuale Iraq”, ha precisato Dreos. “Il termine indica sia una località amena che un luogo recintato. Ma non è questo il caso, visto che il Puntin negli studi sulla toponomastica locale ha riportato che nel 1689 la località era ricordata come “Paradiso Paludoso” ed è da qui che si è preso il nome”.

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