GLI INTERVENTI
Chiusa da 70 anni, gli scavi per riaprire la Galleria Rifugio a Monfalcone

L’area della scalinata è stata recintata, lasciando un passaggio pedonale laterale. Lunedì lo smontaggio dei cippi del Monumento Granatieri per la pulizia.
Risultano concluse le operazioni di sondaggio sulla sommità della Scalinata Granatieri a Monfalcone. Questa fase preliminare è stata curata dalla ditta Cella Costruzioni Srl di Coseano che si è aggiudicata i lavori per la riapertura della Galleria Rifugio. Si tratta di uno scavo profondo operato nel punto in cui - in base ai documenti storici e alle ricostruzioni fotografiche reperiti dai tecnici - risulta essere posizionata l’imboccatura del tratto iniziale della Galleria, scavato nella roccia carsica, e che conduceva alla vera e propria galleria lunga 270 metri con la volta in cemento armato. Le operazioni di sondaggio hanno permesso ai tecnici di capire e verificare la posizione planimetrica esatta del tunnel.
Questa fase ha pure reso possibile di comprendere le modalità che hanno permesso di effettuare il riempimento che ha chiuso – «tombato» dicono gli ingegneri - l’ingresso del rifugio, negli anni Cinquanta del secolo scorso. La restituzione della Galleria Rifugio rientra nelle opere inserite nel Piano integrato di sviluppo, per il quale sono state ottenute le risorse nel 2019 e che sono passate da 9 a 11 milioni di euro.
L’area della scalinata è stata recintata lasciando un passaggio pedonale laterale e la consegna ufficiale dei lavori per la realizzazione delle fasi successive - che saranno completati in 220 giorni – risale al 10 marzo scorso. Si tratta di un quadro economico di 810 mila euro. «Non si rientrerà solo in possesso della Galleria – spiega il sindaco Anna Cisint – ma verrà consegnato alla città un allestimento all’avanguardia che accompagnerà i visitatori alla riscoperta del sito. Il Consorzio Culturale del Monfalconese coordinerà queste operazioni. Questa sarà anche un’opera fondamentale per la rivitalizzazione naturale, sportiva, culturale e storica dell’altipiano carsico».
Come illustrato dal progettista e direttore dei lavori, l’architetto Roberto Mattarelli assieme all’ingegner Enrico Englaro del Comune, gli interventi post sondaggi stanno avanzando. Per esempio sono state completate le operazioni di modifica e spostamento delle reti dei sottoservizi. Tra questi, prima dell’inizio degli interventi in questione, le fognature confluivano nella roggia (si parla di almeno una decina di utenze coinvolte).
Lunedì 6 maggio, scatterà invece lo smontaggio dei cippi del Monumento Granatieri che subiranno un approfondito intervento di pulizia a cura della Meco Srl. Intanto, dagli scavi è emerso un antico muro di sostegno che ha permesso di verificare l’originaria costruzione delle strutture a sostegno della gradinata. Si prosegue poi con le incavature per raggiungere l’ingresso esistente che è stato tombato. Per intendersi, stiamo parlando del tratto in corrispondenza dell’angolo con l’inizio di via Serenissima. Dopo l’asporto dei cippi che a seguito della pulizia saranno conservati in un magazzino comunale, saranno gradualmente posizionati dei “tombotti”, cioè le parti – in blocchi – che costituiranno "l'involucro" del tunnel. Avranno una dimensione di circa 3 metri sia in lunghezza che in larghezza. Questa fase durerà dal 13 al 31 maggio.
Non ci sarà nessuna interruzione del traffico veicolare su via san Francesco che porta all’ingresso con corso del Popolo. Tra il primo giugno e il 15 ottobre, si effettueranno tutte le verifiche sul tiraggio dell’aria, l’ultima bonifica bellica, il ripristino strutturale, la predisposizione delle linee dei sottoservizi dedicati esclusivamente al percorso espositivo della Galleria e l’impermeabilizzazione del percorso con materiale drenante. La parte esterna sovrastante il sito storico del cuore cittadino, non subirà modifiche. Il portone d'ingresso sarà donato dalla signora Mariucci Grusovin in memoria di suo marito.
Da novembre comincerà poi l’allestimento del tunnel a cura del Ccm. Il percorso espositivo offrirà un itinerario multimediale costituito da elementi comunicativi e suggestioni sonore, in grado di coinvolgere il visitatore in un’esperienza multisensoriale che lo immerga, non solo nell’ambiente reale, freddo, umido e buio della Galleria, ma che lo renda emotivamente partecipe delle storie che saranno raccontate.
I pannelli illustrativi, le suggestioni sonore, i personaggi parlanti, gli arredi e i giochi di luce condurranno il pubblico a maturare una riflessione storica, culturale ed etnografica sulla Galleria Rifugio, sulla sua funzione e sulle vicende delle persone che vi hanno trovato conforto e che hanno condiviso un’esperienza profondamente umana, che ha assunto una dimensione, sia locale che globale. La Galleria farà rivivere anche i momenti più tristi e drammatici della comunità “restituendo” voce a dialoghi, emozioni ed ansie della gente.
Ragionando sulla futura gestione della Galleria, il sindaco Cisint ha espresso la volontà di «farlo in maniera diretta» in quanto costituirà un elemento di rafforzamento del circuito museale cittadino. «Sarà gestita dal Comune, magari in collaborazione con altre realtà culturali del territorio con cui faremo rete» così la prima cittadina in chiusura.
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