il saluto
Chiude la trattoria Alle bocce, addio a un pezzo di storia di Versa

Oggi si chiude la storia del locale, simbolo per la comunità e per anni legato alla famiglia Macor. Dal 1974 è gestito da Eligio Cossaro e Pia Cont.
Da questa sera, martedì 31 ottobre, si conclude la storia della trattoria Alle bocce di Versa. Dopo quasi 140 anni, il locale di largo Cialdini non aprirà più le porte, complice il pensionamento del suo ultimo gestore, Denis Cossaro, che ha raccolto il testimone dai genitori e storiche anime del bar: Eligio Cossaro e Pia Cont. Una famiglia che è diventata dagli anni Settanta un punto di riferimento non solo per la frazione di Romans d’Isonzo, ma per tutto il circondario, animando quell'edificio che ha visto venire alla luce Celso Macor.
Come riporta la targa commemorativa apposta sulla facciata nel dicembre 2001, ad opera del locale Circolo ricreativo, sportivo e filodrammatico, lo storico scrittore nacque proprio qui nel 1925. Le testimonianze riportate nelle guide scematiche, consultate dallo storico Edo Calligaris, raccontano di un legame altrettanto storico tra la famiglia Macor e questo locale, almeno fin dal 1885. All’epoca, l’allora albergo era di tale Giacomo Macor, gestito da Giuseppe Lupieri e Domenico Mucchiut. Nel 1925, diventerà Trattoria Roma.
Per qualche anno fu anche fabbrica di gassose, mentre dal ’35 tornò a essere osteria con Antonio Macor. Con lui fin dal ‘39 c’era Luigi Mucchiut, che nel ’51 riaprì lo stabilimento di acque gassose. Sei anni dopo, sarà Teresa Mucchiut, vedova Macor, ad aprire l’osteria. La storia di Eligio e Pia, però, inizierà solo nel dicembre del 1974 e da allora è stata un tutt’uno con la vita del borgo. Una meta fissa nelle serate per tantissimi giovani, gli stessi che oggi, con qualche anno in più sulle spalle, faranno l’ultimo brindisi nel bar.
Con loro ci sarà anche Cont, anche se gli acciacchi dell’età si fanno sentire ormai, ma l’occasione è troppo importante per non rincontrare avventori e amici che hanno trascorso in quegli spazi lunghi momenti di vita. Lei e il suo Ligio si erano conosciuti in Svizzera, a Frauenfeld, dove lavoravano entrambi in fabbrica. “La Pia”, come la chiamano tutti affettuosamente, è però nata dietro al bancone nella sua Canebola di Faedis, dove la mamma gestiva un altro locale. Iniziare una nuova avventura a Versa, quindi, è stato naturale.
“Chiude l'ultimo locale storico di Versa” ricorda oggi anche Ilaria Cecot, ex assessore provinciale al Welfare e avventrice fin da ragazza tra quelle mure. “Chiude quello che era il centro della comunità, il ritrovo e punto di aggregazione”. Da qui partivano e tornavano anche le corriere per andare in discoteca, nonché era tappa di ritrovo in auto per l’aperitivo pre e post serata. Non di rado, gli ultimi clienti tornavano a casa non prima delle tre del mattino. La scomparsa di Eligio, avvenuta nel 2018, era stata già un duro colpo a quei ricordi.
Un altra pugnalata era stata la vile aggressione avvenuta circa sei anni fa, colpendo la stessa Cont. I malviventi la immobilizzarono, scardinando le piastrelle del locale per rubate la macchina delle monete. Un ricordo amaro in una carriera fatta di momenti di gioia, che oggi si alterneranno inevitabilmente a molti, ultimi brindisi. A farli ci sarà anche chi ha giocato in quel campo di bocce, che ancora adesso da il nome al bar ma che da oltre una ventina d’anni si è trasferito alla bocciofila di Romans, dopo quasi 30 anni di partite.
“Per un periodo - ricorda Nives Cossaro, l’altra figlia della coppia - ogni venerdì si cucinavano gli gnocchi. In tanti hanno fatto qui il pranzo di battesimo dei propri figli. La mamma era brava a fare la faraona e l’arrosto”. La diretta interessata, classe 1936, annuisce e sorride. Lei stessa ha ricevuto anche il premio da Confcommercio Gorizia per i suoi 40 anni di attività, all’epoca. Un lavoro che ha visto prima lei e il marito, poi il figlio rimboccarsi le maniche, anche dopo la spaventosa alluvione del 2013. Un altro motivo per cui brindare.
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