Chiesa in festa per Matteo e Lionello, sacerdote e diacono in Basilica ad Aquileia

Chiesa in festa per Matteo e Lionello, sacerdote e diacono in Basilica ad Aquileia

l'ordinazione

Chiesa in festa per Matteo e Lionello, sacerdote e diacono in Basilica ad Aquileia

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 19 Mag 2024
Copertina per Chiesa in festa per Matteo e Lionello, sacerdote e diacono in Basilica ad Aquileia

Le ordinazioni nell'antica basilica nel tardo pomeriggio di oggi. Le prime parole di don Marega: «Non rimaniamo rinchiusi nei nostri schemi».

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L’Arcidiocesi di Gorizia è in festa per l’ordinazione presbiterale di don Matteo Marega e quella diaconale di Lionello Paoletti. La celebrazione, presieduta dall'arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, ha avuto luogo nella Basilica Patriarcale di Aquileia nel tardo pomeriggio di oggi (domenica 19 maggio). Marega è originario di San Pier d’Isonzo, mentre Paoletti di Monfalcone e vi avevamo raccontato le loro storie domenica scorsa.

«Dobbiamo chiedere di avere tutti oggi la percezione di essere davanti a un grande mistero, luminoso e tremendo, da contemplare nella gioia, nella commozione, nel silenzio – sono le parole pronunciate da monsignor Redaelli durante l’omelia – Matteo e Lopi possano, oggi e per tutta la loro vita, vivere i molteplici aspetti del frutto dello Spirito».

Poi l’augurio di «entrare nel mistero trinitario, di essere partecipi della stessa vita di Dio proprio attraverso il loro ministero». Non è mancato il riferimento al discernimento e al coraggio necessari nella propria vocazione. «Seguire Gesù, servire Gesù, imitare Gesù attraverso il loro ministero è quanto viene domandato a Matteo e a Lopi – continua il presule - questo non è possibile attraverso un impegno volontaristico, ma solo per opera dello Spirito Santo».

«Allo Spirito Santo chiediamo perciò per gli ordinandi e per il futuro del loro ministero il duplice dono del discernimento e del coraggio – esorta ancora Redaelli - vorrei, però, chiedere questo dono anche per i nostri giovani. So che nella nostra diocesi ci sono dei giovani e, spero, anche delle giovani donne, che sentono in loro il richiamo dello Spirito a dedicare la loro vita al Signore e alla Chiesa. E la stessa cosa vale per uomini maturi che intuiscono il diaconato come un loro possibile servizio alla Chiesa».

«Che il coraggio di Lopi e di Matteo, di cui li ringrazio a nome della nostra Chiesa diocesana, sia per loro di esempio e un segno che lo Spirito dona oggi alla nostra comunità» così l’arcivescovo in chiusura. Alla messa solenne erano presenti i familiari e gli amici di Matteo e Lionello. A fare da cornice al di sopra del presbiterio della Patriarcale, la grande famiglia dei fratelli e delle sorelle Scout di Monfalcone, Ronchi, Grado e Gorizia - SZSO Skavti che sono stati fondamentali nel cammino di entrambi gli ordinati. A far indossare i paramenti al neo diacono, sono stati sua moglie Anna e don Paolo Zuttion, mentre – per il novello sacerdote – don Lucio Comellato e don Giorgio Longo.

Le Litanie dei Santi e l’imposizione delle mani sono stati momenti solenni durante i quali si sono incrociati gli sguardi dei fedeli e di molti sacerdoti emozionati. Anche la commozione di Lionello durante la distribuzione dell’eucarestia e vedere il novello sacerdote don Matteo cantare “Hostija Ti Najsvetejsa” in sloveno sono stati due frangenti salienti, che hanno il sapore della profonda umanità che testimonieranno i due uomini festeggiati oggi. Ancora incredulo della sua ordinazione, Lopi ha ringraziato la sua famiglia per il sostegno. «Per noi diaconi permanenti il consenso della moglie è fondamentale. Anna è parte della mia diaconia – afferma il diacono – sono stati otto anni non facili, ma vissuti in serenità. Siamo tutti cercati da Dio».

«Sono qui con il cuore pieno di gratitudine, capisco cosa vuol dire quando il Signore dice: “riceverai cento volte tanto” – sono le parole di don Matteo – ringrazio i miei professori e tre giganti che ci guardano da lassù: don Renzo Boscarol, padre Renato Ellero e don Giorgio Giordani».

«Unico sacerdozio è quello di Cristo e anche tutti voi, in virtù del battesimo siete sacerdoti, siamo segni della presenza di Dio nel mondo – conclude il novello presbitero - non rimaniamo rinchiusi nei nostri schemi o categorie, come ha fatto Giona. Cerchiamo di vivere la vita come un dono per gli altri, come un segno concreto per il suo amore anche se questo costa una croce. Ripetiamo ogni giorno il nostro sì, a questo meraviglioso dono del Creatore che noi chiamiamo vita».

Foto Ivan Bianchi

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