Cgil, Cisl e Uil sul palco di Monfalcone per le vittime del lavoro: «Nessuno assolto»

Cgil, Cisl e Uil sul palco di Monfalcone per le vittime del lavoro: «Nessuno assolto»

In piazza

Cgil, Cisl e Uil sul palco di Monfalcone per le vittime del lavoro: «Nessuno assolto»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 01 Mag 2024
Copertina per Cgil, Cisl e Uil sul palco di Monfalcone per le vittime del lavoro: «Nessuno assolto»

A 20 anni dall’allargamento dell’Unione europea verso Est, i sindacati hanno ricordato quanto fatto e cosa rimane.

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«20 anni fa salutavamo il più grande allargamento dell’Unione europea», così Pierpaolo Bombardieri, segretario confederale della Uil, ha iniziato il discorso dal palco del Primo Maggio in piazza della Repubblica a Monfalcone.

«Quell’allargamento ha portato anche a ricerca di parità salariale tra uomini e donne, ma anche tra italiani e stranieri che proprio qui a Monfalcone lavorano fianco a fianco agli italiani». Bombardieri ha ricordato anche le 1040 vittime sul lavoro: «Nessuno si senta assolto, abbiamo finito le lacrime, vogliamo fatti concreti». L’ultima vittima ieri, un lavoratore di Pordenone di 69 anni. «Dove sono finite le promesse di superare la Fornero? Al Governo chiediamo di più».

Bombardieri ha rilanciato la necessità di «far tornare persone tutti coloro che sono fantasmi, i giovani, i precari, gli immigrati. Oggi dobbiamo ribadire la mobilitazione, ricordando le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Bisogna intervenire sulla detassazione degli aumenti contrattuali».

«È necessario che le risorse per lo Stato sociale non siano gravate solo sui lavoratori dipendenti e sulle piccole aziende. Si può fare una scelta diversa, diamo i soldi alle aziende che licenziano e a chi porta la produzione fuori Paese. Parliamo di condizionalità. Chiediamo un confronto serio, non una narrazione. Le disuguaglianze in Europa, in Italia, nei territori ormai sono pesanti», così Bombardieri.

«La democrazia è il bene più prezioso, lo si sa in questa terra dove si incontrano lingue, culture, religioni. Dove si scopre la bellezza dell’integrazione, dove la frontiera è unione e non divisione» ha ribadito Luigi Sbarra, segretario generale Cisl. Il messaggio è stato quello rivolto alla pace: «Bisogna porre fine al conflitto russo-ucraino e a quello israelo-palestinese con due Stati per due popoli. È evidente che per riuscire in tutto questo l’Europa dovrà cambiare se stessa e il suo modo di essere con un nuovo inizio europeista».

Per Sbarra il progetto da rilanciare è quello degli Stati Uniti d’Europa, «dando continuità agli strumenti di tutela e di crescita introdotti negli anni del Covid per un orizzonte che vado oltre il 2026 per il Next Generation. Unica deve essere la politica economica, sociale e di sicurezza se vogliamo avere voce nel rapporto con Usa e Cina. Chiediamo un grande scatto in avanti e l’Italia deve fare la sua parte». Ribadendo la necessità a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, Sbarra ha gridato che «è inaccettabile che si continui a morire di amianto. Nelle aziende vogliamo più controlli e più prevenzione».

Il segretario della Cisl ha richiesto un «cambiamento del sistema pensionistico, servono più risorse per la sanità pubblica, per abbattere le liste d’attesa e per investire sulla scuola. I paesi che il governo ha fatto sono ottimi ma ancora insufficienti: bisogna detassare le tredicesime e diminuire il cuneo retributivo. Non c’è giorno migliore se non il Primo Maggio per ribadire tutto questo», ha concluso.

«Il lavoro è libertà quando consente di liberarsi dal bisogno e di potersi realizzare. C’è da ricordare come bisogni valorizzare la creatività di ognuno, sottolineando il valore fondamentale dei lavoratori migranti», così Maurizio Landini segretario generale della Cgil.

«Non siamo più una repubblica fondata sul lavoro ma sullo sfruttamento del lavoro. A Monfalcone c’è il più grande cantiere per la costruzione delle navi da crociera, ma chi vi lavora? Migliaia di lavoratori e lavoratrici migranti senza i quali quelle navi non uscirebbero. Siamo a un livello di sfruttamento enorme. Qualsiasi persona che lavora, a prescindere dal colore della pelle o di cultura deve avere gli stessi diritti. Vogliamo l’Europa della moneta o dei diritti?», ha ribadito Landini. Per il segretario generale Cgil, «il salario giusto consente ai lavoratori di vivere in modo dignitoso».

Landini ha ribadito come «conoscere e parlarsi la stessa lingua è fondamentale per l’integrazione». Sulla sicurezza sul lavoro, «le mille forme del lavoro precario, come da dati Inail, portano più spesso a infortuni e morti perché si lavora senza formazione alla sicurezza. Dobbiamo combattere per le leggi, che vengano eliminate e modificate per un cambiamento che metta al centro il lavoro. Per questo l’Europa deve essere fondata sul lavoro, sulla pace, sulla giustizia sociale», ha concluso Landini in una piazza ormai svuotata dalle altre sigle.

Foto Bergamasco

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