Centrale Sores divisa tra le Aziende sanitarie, «Gorizia non sia esclusa»

Centrale Sores divisa tra le Aziende sanitarie, «Gorizia non sia esclusa»

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Centrale Sores divisa tra le Aziende sanitarie, «Gorizia non sia esclusa»

Di Redazione • Pubblicato il 20 Apr 2022
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Appello del sindaco Ziberna, appoggio della Uil: «Servono quattro centrali».

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Il tema delle centrali di emergenza distribuite sul territorio tiene banco in Friuli Venezia Giulia. Nei giorni scorsi, il sindaco Rodolfo Ziberna aveva chiesto che, qualora andasse in porto la richiesta dei sindacati di dividere la Centrale unica operativa tra le tre Aziende sanitare regionali, "la struttura venga realizzata a Gorizia". L'appello era arrivato all'indomani delle posizioni delle sigle sulla stampa, rimarcando come "ne serviranno almeno 4, una per capoluogo, altrimenti verrebbe a cadere tutta l'impostazione territoriale, alla base, mi sembra, della richiesta dei sindacati".

"Forse ne serviranno anche di più - ancora il primo cittafono - considerando l'articolazione della nostra regione e dei nostri ospedali e, di conseguenza, penso che di centrali operative, se questa è l'impostazione, ce ne vorranno almeno 5 o 6. In ogni caso, Gorizia di certo non ne rimarrà esclusa". Oggi è arrivata la replica della Uil Fpl, che ha dato ragione a Ziberna, vedendo nel progetto non "un’opportunità (forse personale) per relegare l’area Isontina al ruolo di Cenerentola nel sistema dell’emergenza, della risposta all’urgenza e alla gestione dei trasporti secondari", bensì includere la stessa Gorizia.

"Abbiamo ben capito dal numero proposto di centrali - rilevano il segretario regionale Luciano Bressan e Stefano Vita, segretario Uil medici Fvg - la manina dell’autore della proposta di soppressione della Sores. Infatti il passaggio a tre e non a quattro centrali, passaggio impossibile perché determinerebbe la cancellazione della provincia di Gorizia, ha impresso le impronte digitali del suggeritore (soggetto forse con qualche interesse personale a tre in luogo di 4 centrali) che vorrebbe appunto eliminare il modello isontino, accorpandolo a quello giuliano".

Qui, "diversamente dalle altre realtà sanitarie regionali - aggiungono -, di fatto non ha soppresso la centrale provinciale nonostante la grande richiesta di anestesisti e personale infermieristico che risulta sempre più difficile assumere". Da qui il supporto al sindaco goriziano, in quanto "se ci dovrà essere una riforma dell’emergenza ed un ritorno alla dimensione provinciale delle centrali, le stesse dovranno essere perlomeno quattro e non certamente tre visto che Asugi è l’unica Azienda sanitaria con due capoluoghi di provincia e non sarà certo Gorizia a perdere la scarpina alla mezzanotte del ballo".

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