Cento anni dall'omicidio Matteotti, il ricordo del deputato antifascista a Gradisca

Cento anni dall'omicidio Matteotti, il ricordo del deputato antifascista a Gradisca

in casa maccari

Cento anni dall'omicidio Matteotti, il ricordo del deputato antifascista a Gradisca

Di S.F. • Pubblicato il 27 Mag 2024
Copertina per Cento anni dall'omicidio Matteotti, il ricordo del deputato antifascista a Gradisca

L'incontro sarà ospitato alle ore 19 a Casa Maccari. Interverrà Andrea Zannini, docente di Storia moderna all’Università di Udine.

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Giovedì 30 maggio alle ore 19, l’associazione Apertamente ricorderà la figura di Giacomo Matteotti nel centenario dalla sua morte. L’incontro avrà luogo al polo culturale di Casa Maccari di Gradisca d'Isonzo e sarà introdotto da Giulia Castellan, vicepresidente di Apertamente. Interverrà Andrea Zannini, docente di Storia moderna all’Università di Udine e membro del comitato scientifico di èStoria. Sarà presente anche il sindaco Linda Tomasinsig per un saluto istituzionale.

Nella conferenza si farà quindi memoria dell’onorevole, già ricordato anche a èStoria lo scorso sabato. Il 6 aprile del 1924 si erano svolte in Italia le elezioni politiche per la Camera dei Deputati. Alla consultazione parteciparono 23 liste con 1306 candidati. Il 30 maggio 1924, al momento di convalidare le decisioni della giunta delle elezioni, diversi parlamentari di minoranza segnaleranno proteste per le modalità di voto in alcune circoscrizioni (Abruzzo, Campania, Calabria, Puglie e Sicilia), presentando una richiesta per il rinvio degli atti alla giunta. La richiesta sarà negata dalla Camera e sarà approvata in blocco l’elezione dei componenti la maggioranza.

«Voi che oggi avete in mano il potere e la forza – affermava nel suo intervento Giacomo Matteotti il 30 maggio alla Camera – voi che vantate la vostra potenza, dovreste meglio di tutti gli altri essere in grado di far osservare la legge da parte di tutti. Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della nazione».

«Se la libertà è data – proseguiva il deputato socialista – ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza».

Si racconta che a chi si congratulava con lui per quelle parole pronunciate alla Camera Matteotti avesse risposto sorridendo: «E adesso potete preparare la mia orazione funebre». Parole tristemente profetiche. Il 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti viene rapito e ucciso dai fascisti. Nonostante le ricerche ininterrotte, il suo corpo sarà ritrovato per caso solo il 16 agosto nei pressi del comune di Riano dal cane di un brigadiere dei Carabinieri in licenza (il cadavere era ormai in avanzata fase di decomposizione, quindi fu necessaria una perizia odontoiatrica per il riconoscimento).

Il 20 agosto alle ore 18, solo quattro giorni dopo il ritrovamento, partirà da Monterotondo il treno che riporterà a Fratta Polesine la bara con la salma. Migliaia di lavoratori, operai e contadini assiepati ai bordi della ferrovia renderanno omaggio in silenzio alla salma. Il giorno prima dei funerali la vedova aveva scritto al ministro dell’Interno Federzoni chiedendo che al funerale non fossero presenti esponenti del Pnf e della milizia.

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