Cento anni di Basaglia, la sua storia tra identità e vite di frontiera a Gorizia

Cento anni di Basaglia, la sua storia tra identità e vite di frontiera a Gorizia

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Cento anni di Basaglia, la sua storia tra identità e vite di frontiera a Gorizia

Di Redazione • Pubblicato il 12 Mar 2024
Copertina per Cento anni di Basaglia, la sua storia tra identità e vite di frontiera a Gorizia

Venerdì il primo appuntamento organizzato dalle forze di sinistra Forum e Goriška.si, la dem Fasiolo interviene sulla visita di ieri a Parco Basaglia.

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Inizieranno venerdì 15 marzo gli appuntamenti organizzati da Forum Gorizia e Goriška.si, in collaborazione con Patto per l'Autonomia a Gorizia. Il titolo del primo incontro, presso la sala Incontro di via Venerio in Borgo San Rocco, è “Identità e vite di frontiera. Conflitti e avvicinamenti in un'area di confine a 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia". Le identità si intrecciano e si fondono insieme ed è per questo che il focus sarà sui sentieri intrapresi dalla rivoluzione avviata qui dal celebre psichiatra veneziano.

Alle 18, interverranno il giornalista e scrittore Ervin Hladnik Milharčič, la psicoterapeuta Cristina Bertognan e la storica Anna Di Gianantonio. Incastonata tra le tensioni della Guerra fredda, particolarmente manifeste nelle strategie dei governi italiani, l'identità dei goriziani è stata per lungo tempo costretta a definirsi come “italiana” o “slovena", troncando i legami che li univano ad altre nazionalità e lingue, in una regione che per secoli è stata multilingue e multi-etnica. Sembrerebbe impossibile definire l'identità personale e collettiva esclusivamente attraverso l'etichetta “nazionale".

Ognuno di noi è il risultato di molteplici identità mentre la comunità nasce da incroci culturali di varia natura. Allora, cosa rappresenta veramente l'identità? Può essere confinata in categorie dicotomiche senza generare disagio o malcontento? E ci sono luoghi estremi, sia fisicamente che simbolicamente (come le vette montuose, l'arte e la cultura), dove è stato concepibile sognare e vivere in un mondo senza confini artificiali, creando legami di amicizia e relazioni che hanno plasmato la società civile e politica? Questa serie di indagini si impegna a offrire una prima risposta a tali domande.

Fasiolo su Parco Basaglia
Su Basaglia e il parco che porta il suo nome interviene anche la dem Laura Fasiolo, presente ieri al sopralluogo della Regione per i lavori da avviare nel sito. «Finalmente - così la consigliera regionale del Pd - seppur in maniera tardiva, si risveglia l'attenzione sul parco Basaglia a Gorizia. A ridosso ormai del 2025, quando i processi di sistemazione sarebbero dovuti essere in corso da tempo, ecco che iniziano solo ora. Era tempo e ora. Un ritardo che si trascina dietro storture che auspico si risolvano».

«A seguito del sopralluogo chiesto e auspicato apprendiamo che è stato riattivato il masterplan per la ristrutturazione del parco e di alcuni manufatti al suo interno. Una notizia positiva che l'assessore Riccardi abbia visitato il parco e la sede del Sert, accompagnato però da ombre su tempi e su circostanze parallele (con riferimento all'ex ospedale civile a croce di Lorena che attende la sorte dal di là della strada)». A margine dell'incontro, Fasiolo ha espresso «apprezzamento per la ferma intenzione di Erpac di proseguire con il masterplan del parco, di cui, oltre agli edifici sarà curata e valorizzata la varietà delle specie arboree autoctone rare e le essenze speciali e sarà allestito un parco giochi per bambini, oltre a un punto ristoro oggi assente».

E ancora, continua, «ho notato l'interesse e la presa d'atto degli assessori dell'enorme ricchezza che il Parco Basaglia può rappresentare, dal punto di vista ambientale, turistico, socio sanitario, e questa è buona cosa. Ho rappresentato che oltre al sopralluogo al parco Basaglia sarebbe stato opportuno visitare l'Asap, che ha sede nel parco; gli ambulatori sperimentali di assistenza primaria, dove i medici di medicina generale visitano pazienti anziani con diverse problematiche, andavano visionati prima».

«Ebbene, soprattutto per le fasce deboli sarebbe importante concepire servizi come questo in zone più centralizzate e più facilmente raggiungibili. L'auspicio è che si trovi, con una nuova sensibilità, una soluzione adeguata fin da subito. Ricordiamoci ogni giorno di sollevare il disagio di chi non sta bene» conclude l'ex senatrice.

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