La cena al buio tra i rumori, la prima esperienza a San Pier d'Isonzo

La cena al buio tra i rumori, la prima esperienza a San Pier d'Isonzo

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La cena al buio tra i rumori, la prima esperienza a San Pier d'Isonzo

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 23 Ott 2023
Copertina per La cena al buio tra i rumori, la prima esperienza a San Pier d'Isonzo

L'iniziative era in collaborazione con l’Unione italiana ciechi ed ipovedenti di Gorizia, commensali immersi nell'uso dei diversi sensi.

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Il vociare dei commensali, il rumore delle posate, il tintinnare dei bicchieri che si scontrano, il profumo di piatti fumanti e il sapore della tradizione culinaria: un’atmosfera quasi magica, in cui gli ospiti si affidano non alla vista ma agli altri sensi: tatto, olfatto, gusto e udito sono infatti gli alleati per percepire in modo differente l’ambiente che ci circonda. Sono molteplici le sensazioni offerte dagli altri sensi, troppo spesso trascurate perché la vista viene privilegiata. Con queste premesse si è svolta, sabato 21 ottobre, la prima “Cena al buio” organizzata dal Comune di San Pier d’Isonzo.

L'iniziative era in collaborazione con l’Unione italiana ciechi ed ipovedenti di Gorizia. A ospitare i commensali l’agriturismo “Alla Pietra Bianca” di San Pier. Una serata particolare curata dai consiglieri comunali Monica Rusinov e Denise Zucco, grazie alla maestria dei camerieri non vedenti Niccolò Finocchiaro (presidente della locale Uic) e Domenico Mastrangelo e la deliziosa cucina di Stefano Bonutti e il suo staff. Va detto che la serata ha impegnato sia sul piano pratico che emotivo gli ospiti convenuti che hanno passato qualche ora privi della fonte principale di informazioni per il nostro cervello.

I presenti sono stati accompagnati dai camerieri nel buio più assoluto di una sala di cui ignoravano la conformazione e fatti accomodare ai tavoli; dinanzi a loro posate, tovagliolo, un bicchiere, bottiglie d’acqua e bottiglie di vino. Spaesamento. Per quanti alla prima esperienza anche un po’ di timore e disagio, alleviati dalla conversazione con i vicini resa però difficoltosa dal brusìo proveniente dai vari tavoli. Un piccolo saggio di quel che provano i ciechi in luoghi affollati, quando l’udito, loro principale senso, viene confuso dal rumore di fondo.

Tentativi di versarsi da bere, magari con un dito nel bicchiere per evitare che il vino o l’acqua trabocchino e ricercando cooperazione nei vicini per passare la bottiglia, a tentoni. Imparando il valore della collaborazione solidale. Arrivano i piatti. Che ci sarà dentro? L’olfatto e il gusto non bastano, conferma che la vista gioca un ruolo non indifferente anche nella percezione dei sapori. E la difficoltà nell’uso delle posate che ha stimolato la creatività dei presenti. Poi qualche oggetto da riconoscere al buio, per comprendere la difficoltà della vita quotidiana di chi non vede. Suoni e musica per stimolare l’udito.

Infine, il dolce a lume di candela e commenti positivi sulla serata, con i saluti istituzionali del sindaco, Claudio Bignolin, e del presidente Uic, Niccolò Finocchiaro. “Una serata all’insegna dell’inclusione e della solidarietà in cui parte dell’incasso è stato devoluto alla sezione di Gorizia dell’Unione italiana ciechi ed ipovedenti e che, vista l’elevato numero di richieste, prevedrà sicuramente una replica”, conclude il vicesindaco, Michele Fappani.

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