Il castello di Branik ricostruito dopo la guerra, viaggio nel Medioevo

Il castello di Branik ricostruito dopo la guerra, viaggio nel Medioevo

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Il castello di Branik ricostruito dopo la guerra, viaggio nel Medioevo

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 21 Ago 2022
Copertina per Il castello di Branik ricostruito dopo la guerra, viaggio nel Medioevo

Le visite con i rievocatori, servono circa 8 milioni di euro per completare i lavori.

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È stato per secoli la dimora dapprima della famiglia Reiffenberg e, dal XVI secolo, dei Lantieri. Il castello di Rifermbergo - Branik in sloveno - è uno dei luoghi più caratteristici attorno a Nova Gorica, testimone del potere che ha avuto la Contea di Gorizia sotto l’Impero austriaco. La sua, però, è una storia travagliata soprattutto nella seconda metà del Novecento, dopo essere stato praticamente demolito dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, riprendendo forma gradualmente nel corso dei decenni.

“L’area è stata ricostruita ma mai completata - spiega Nataša Kolenc, responsabile della struttura per il Comune di Nova Gorica - e solo dal 2017 è stato deciso di riapre al pubblico”. Il proprietario dell’enorme struttura, iniziata a costruire nel XIII secolo, è proprio l’amministrazione locale, che nel corso degli anni è riuscita a vincere dei bandi per avviare il suo recupero. A partire dall’ingresso, dove oggi si trova un piccolo museo naturale, dedicato alla varietà di fauna che si annida qui, in particolare i pipistrelli.

Sono ben 12 le specie di questo animale che qui vivono, alcuni di loro rarissime. Il sito, peraltro, è inserito nel progetto europeo Natura2000, con diversi giochi interattivi studiati per far scoprire le particolarità ai più piccoli. Quella che si trova all’ingresso, salendo al primo piano, è la zona più completa e che ha subito un maggior restyling, mentre proseguono i progetti anche su altre parti del maniero. Ad oggi, sono stati investiti circa 500mila euro, mentre per riportare l’antico splendore se ne stimano ancora 8 milioni.

Cifre che richiedono necessariamente l’intervento o di Lubiana o di Bruxelles, intervenendo singolarmente su alcuni punti. A novembre, infatti, sono attesi i lavori sull’antica cappella. Oltre all’aspetto architettonico e di recupero, c’è quello legato allo storytelling che vede protagonisti i rievocatori. “Guidiamo gli ospiti nel passato - racconta Bojana Čibej (nella foto) dello zavod Zvitar -, siamo un team di 12 persone tra guide e interpreti”. I costumi indossati sono repliche del XIII secolo, realizzate in Spagna, trasportando bambini e famiglie indietro nel tempo.

Si organizzano cacce al tesoro e visite immersive, che hanno visto nel 2021 circa 7mila utenti. Ci sono poi le ricostruzioni 3D laddove non si è potuto ancora recuperare le aree, inquadrando il codice Qr posto lungo il camminamento difensivo. Dove invece si è potuti già intervenire, si è optato per l’uso di alcuni materiali originali, studiando anche un punto ristoro in cima all'area del museo. Tra le aree più gettonate, c’è quella del belvedere che dona ombra e permettere di osservare la Valle del Vipaco dall’alto, così come l'iconica torre.

È lo stesso zavod a gestire le aperture del museo, da lunedì a venerdì mattina (10-13) solo in caso di bel tempo, mentre sabato, domenica e i festivi è dalle 10 alle 19. Questi sono gli orari da luglio ad agosto, mentre da settembre all’11 novembre le porte si aprono solo sabato, domenica e nei festivi dalle 10 alle 18. In inverno rimane chiuso, riaprendo con lo stesso orario da aprile a giugno. I bambini sotto i 3 anni entrano gratis, mentre gli abitanti di Branik possono fare l’abbonamento annuale per 10 euro, 25 euro per tutti gli altri.

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