Caso Siot, la rabbia dei Fff: «Basta fossile, così ci state uccidendo»

Caso Siot, la rabbia dei Fff: «Basta fossile, così ci state uccidendo»

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Caso Siot, la rabbia dei Fff: «Basta fossile, così ci state uccidendo»

Di Fridays For Future Gorizia • Pubblicato il 30 Giu 2023
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I gruppi del Fridays For Future si schierano contro l'opera della Siot che prevede quattro centrali elettriche a metano in regione.

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Fridays For Future Gorizia insieme al gruppo di Trieste e della Carnia, hanno da poco completato il Manifesto regionale per il Clima, in questo articolo il gruppo di Gorizia ci spiega il quarto punto del manifesto, ossia l’Oleodotto Transalpino.

L’Oleodotto Transalpino
La Siot, Società italiana per l’oleodotto transalpino facente parte del gruppo Tap (partecipata di Eni, Shell, Bp, Total) gestore dell’oleodotto che trasporta il greggio prima in Austria e poi fino in Germania, ha ottenuto l’autorizzazione dalla Regione per il progetto di realizzazione di quattro centrali elettriche a metano. Strutture finalizzate all’alimentazione del suo impianto: a questo noi ci opponiamo. L'azienda con le strutture parte da San Dorligo della Valle nella provincia di Trieste e attraversa poi tutta la regione.

Nello specifico, le centrali verrebbero poste nei comuni di San Dorligo della Valle, Reana, Cavazzo Carnico e Paluzza, per alimentare le corrispondenti quattro stazioni di pompaggio che fanno scorrere il petrolio attraverso l’oleodotto. Ognuna di queste andrebbe a consumare ogni anno 14 milioni di metri cubi di metano producendo 28.000 tonnellate di CO₂, però stando all’operazione di greenwashing dell’azienda, tutto questo verrebbe fatto in un’ottica di efficientamento energetico con un conseguente taglio di emissioni.

Ciò si otterrebbe attraverso l’utilizzo di un sistema di cogenerazione ad alto rendimento che sfrutterebbe il calore residuo dal processo di generazione dell’elettricità per riscaldare il greggio e facilitarne così il pompaggio. Peccato però che questa teoria sia stata smentita dai calcoli dell’autorevole Agenzia per l’energia (Ape) del Fvg, quando è stata interpellata dai cittadini di Paluzza attraverso il Comune. Non è stata neanche adeguatamente consultata la cittadinanza e i portatori d’interesse, chiamati ed esprimere un’opinione solo a decisione presa e le cui rimostranze al progetto non sono state minimamente ascoltate dall’assessore regionale per l’ambiente.

Vista l’inutilità tecnica dell’opera nel ridurre le emissioni di CO₂, peggiorata inoltre dalla produzione di dannosi gas inquinanti e di inquinamento acustico, viene a questo punto da chiedersi quali potrebbero essere i suoi benefici? La risposta sono le positive ricadute economiche del progetto a favore della multinazionale che potrebbe richiedere i certificati bianchi, contributi statali finanziati da fondi pubblici per i progetti di cogenerazione. Senza contare inoltre la possibilità per la società di stipulare accordi per forniture del metano ad un prezzo agevolato che le consentirebbero di produrre l’elettricità ad un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto dalla rete elettrica regionale.

Questa, ricordiamo, ha nel suo mix energetico anche fonti rinnovabili come nel caso di Cavazzo Carnico dove le pompe dell’oleodotto sono alimentate dalla centrale idroelettrica lì presente. Quindi senza interpellare la cittadinanza coinvolta e senza che vi siano delle ricadute positive sulle comunità interessate dal progetto, la Regione ha autorizzato il finto progetto ecologico di una multinazionale che si andrebbe ad arricchire ancora di più producendo CO₂ ed inquinamento, il tutto sovvenzionato con i nostri soldi pubblici? Riteniamo tutto questo inaccettabile.

Qual è la nostra proposta?
Chiediamo alla Regione che vengano revocate le autorizzazioni al progetto, aprendo un tavolo tecnico che, calcoli alla mano, finalmente faccia luce su questa operazione di greenwashing. Tenendo a mente per il futuro che non sarà attraverso nuovi progetti fossili che si raggiungerà l’obiettivo regionale della neutralità carbonica al 2045, persino più ambizioso degli impegni italiani ed europei che si prefiggono di arrivarci al 2050.

Ci teniamo a ricordare che il manifesto è di tutta la cittadinanza e quindi aperto a modifiche e discussione da parte di tutti.
Non siamo più disposti a scendere a compromessi, soprattutto per quanto riguarda la salute e il nostro futuro, questo è uno dei motivi per cui continuiamo a lavorare affinché il nostro futuro possa essere un futuro dignitoso. Per unirti alla battaglia ci trovi in assemblea ogni lunedì alle 18, per saperne di più trovi maggiori informazioni sui vari social network dove ci trovi con il nome di Fridays For Future Gorizia.

Fridays For Future Gorizia è un movimento intersezionale e internazionale che lotta per la giustizia climatica e sociale, chiede ai governi di tutto il mondo di attuare immediatamente azioni per mitigare gli effetti della crisi climatica

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