Giallo Resinovich, l'attacco della Procura: «Circo mediatico»

Antonio De Nicolo attacca le notizie «manipolate da sedicenti esperti».

L’eco mediatico avuto dal delitto di Liliana Resinovich (nella foto), la donna ritrovata senza vita nel parco di San Giovanni a Trieste (e che aveva vissuto anche a Gorizia), riempie giornali e trasmissioni televisive da mesi. Trasmissioni e articoli sono stati dedicati alla sua vicenda, puntando l’attenzione soprattutto su suo marito Sebastiano Visintin, con commentatori e commenti che hanno indirizzato il proprio dito verso le diverse ipotesi, che sia suicidio od omicidio. Un clima sul quale il procuratore Antonio de Nicolo è intervenuto.

Con una propria nota, infatti, il capo della Procura constata con disappunto “che accanto alle indagini doverosamente scrupolose che questo Ufficio sta conducendo in relazione alla morte della signora Liliana Resinovich, da quale tempo si sta svolgendo una serie di processi mediatici paralleli su vari social media, nutrito da qualche notizia vera e rilevante e da non poche notizie false o irrilevanti, manipolate da sedicenti esperti ed orientate verso risultati non convalidati dagli atti regolarmente acquisti al fascicolo processuale”.

De Nicolo quindi ricorda che solo su questi ultimi “può essere fondata la valutazione dell’Autorità giudiziaria, cui sola, per legge, spetta tale compito”. Lo stesso, proseguendo, parla di “degenerazione, a cui ben s’attaglia il nome di circo mediatico” al quale “stanno prendendo parte attiva anche soggetti che dovrebbero avvertire sia il dovere istituzionale di confrontarsi soltanto con l’Autorità giudiziaria, sia la necessità di conformare la propria condotta ad un intransigente riserbo, quale segno di rispetto verso la signora Resinovich”.

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