Caso moschee a Monfalcone, il Consiglio di Stato: «Confronto entro 7 giorni»

Caso moschee a Monfalcone, il Consiglio di Stato: «Confronto entro 7 giorni»

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Caso moschee a Monfalcone, il Consiglio di Stato: «Confronto entro 7 giorni»

Di T.D. • Pubblicato il 21 Mar 2024
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I giudici stabiliscono di convocare il tavolo di confronto tra Comune e associazioni per trovare spazi alternativi, nell'attesa che il Tar si esprima sull'ordinanza.

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No alle celebrazioni religiose nei centri culturali musulmani di Monfalcone, almeno per il momento, ma bisognerà trovare una sede alternativa in tempi celeri. È quanto emerge dall’ordinanza del Consiglio di Stato sul caso di Monfalcone, che vede contrapposti le associazioni Baitus e Darus Salaam al Comune, emessa quest’oggi, giovedì 21 marzo. I giudici, quindi, confermano l’ordinanza di primo grado «nella sola parte in cui ha respinto l’istanza cautelare volta ad utilizzare a fini di culto» le due sedi sociali.

Dall’altra parte, però, «l’Amministrazione è tenuta ad individuare, in contraddittorio con gli interessati e con spirito di reciproca e leale collaborazione siti alternativi accessibili e dignitosi per consentire ai credenti l’esercizio della preghiera, prendendo in attenta considerazione le osservazioni critiche mosse dall’Associazione rispetto ai luoghi nel frattempo individuati dalla Questura». I due sodalizi avevano infatti detto di no al parcheggio delle Terme romane e la salita alla Rocca, perché sono «all’aperto ed ubicati in punti del tutto defilati e periferici».

La Camera di consiglio - presieduta da Dario Simeoli e composta da Francesco Guarracino, Giancarlo Carmelo Pezzuto, Alessandro Enrico Basilico e Ugo De Carlo - ha quindi stabilito che «il tavolo di confronto dovrà essere convocato con la massima sollecitudine e comunque entro 7 giorni dalla comunicazione della presente ordinanza», tanto che «la delicatezza delle questioni sottese al presente contenzioso impongono una fissazione celere del merito». Inoltre, «la natura degli interessi coinvolti giustifica la compensazione delle spese della presente fase tra le parti».

L’avvocato dei due centri, Vincenzo Latorraca, commenta che ora «ci si attende pertanto che il Comune - ferma la disponibilità al confronto manifestata dalle associazioni sin dal primo decreto del presidente della II Sezione del Consiglio di Stato - convochi, senza ulteriori indugi, dopo tre provvedimenti giurisdizionali favorevoli alle associazioni, il tavolo di confronto affinché vengano individuati, allo stato, luoghi idonei e dignitosi per l’esercizio del diritto di culto da parte degli associati, in via provvisoria».

Il tutto, peraltro, «in attesa che il Tar decida nel merito con sollecita fissazione dell’udienza». Il sindaco Anna Maria Cisint ha convocato una confertenza stampa per le 12.30 in municipio, proprio per commentare e spiegare gli sviluppi a seguito di questo nuovo atto. 

L'aggiornamento delle 15:17.

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