L'INIZIATIVA
Carri armati via nave a Monfalcone, sindacato Usb contro mezzi di guerra nei porti

Effettuato il volantinaggio contro l'utilizzo dello scalo di Monfalcone e di altri porti per il trasporto di mezzi bellici verso i fronti di guerra.
Ieri, l’organizzazione sindacale Usb Porti ha fatto attività di volantinaggio contro l'utilizzo dello scalo di Monfalcone - e più in generale dei porti italiani - per il trasporto di mezzi bellici verso i fronti di guerra. Un'iniziativa messa in campo tra il primo e il secondo turno dei lavoratori di Portorosega. «Questo avviene in violazione della Costituzione – commenta il sindacalista Alessandro Perrone – ed è l'espressione di un'economia di guerra che impoverisce le classi popolari e lo stato sociale. Tra entrate ed uscite, abbiamo distribuito duecento copie di volantini illustrativi per dire basta a mezzi di guerra nei nostri porti».
L’operazione “carri armati” di Portorosega è stata definita dagli organizzatori una «operazione ordinaria, conforme con le previste ordinanze e a fronte di regolare nullaosta. È tutto molto lontano da quello che questi mezzi rappresentano – continua Perrone – sono mezzi da guerra senza insegne, destinati con ogni probabilità ad alimentare teatri di guerra, conflitti che arricchiscono i soliti noti fabbricanti di armi, che colpiscono popolazioni civili ed inermi. Tutto ciò avviene contro il dettato costituzionale dell’articolo 11».
«Chi invece queste armi le produce, cioè gli operai, e chi le movimenta, ossia i portuali, vengono sottoposti all’economia di guerra e alla sua povertà quindi a inflazione ai massimi storici, caro prezzi e caro bollette, investimento nel settore militare togliendo risorse ai servizi pubblici, rinnovi contrattuali che hanno portato l’Italia a fanalino di coda dell’Europa ed unico paese che perde salario ad ogni rinnovo, con richieste misere che non recuperano neanche l’inflazione». «Va detto che i carri presenti nei mesi scorsi non avevano insegne e c'erano pure almeno quattro Bradley di fabbricazione Usa che non sono in dotazione all'Esercito Italiano» aggiunge il sindacalista.
Del lavoro usurante dei portuali invece, il sindacalista riferisce che «si sa che non ci sono fondi, anche questi ingoiati dall’economia di guerra: quindi niente pensione anticipata per centinaia di lavoratori». «L’Economia di guerra impoverisce lavoratori e lavoratrici, fa stragi di popolazioni dove la guerra c’è davvero, trasforma i nostri porti in macchine belliche al servizio di pochi invece che favorire traffici di pace e ricchezza da redistribuire fra tutte e tutti – conclude Usb - chiediamo ai portuali di Monfalcone di respingere tutto questo. Usb è a disposizione dei portuali di Monfalcone per organizzare assieme la resistenza all’economia di guerra dei padroni».
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