Il cardinal Zuppi sprona Gorizia, «città cerniera tra Est e Ovest»

Il cardinal Zuppi sprona Gorizia, «città cerniera tra Est e Ovest»

presidente Cei

Il cardinal Zuppi sprona Gorizia, «città cerniera tra Est e Ovest»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 11 Mar 2023
Copertina per Il cardinal Zuppi sprona Gorizia, «città cerniera tra Est e Ovest»

L'incontro, inserito nei festeggiamenti per i patroni, ha riempito il Kulturni Dom. «Non facciamo come gli umarell».

Condividi
Tempo di lettura

“Il Mediterraneo non è solo una cerniera tra nord e sud ma anche tra est e ovest e Gorizia, anche se non toccata dal mare, è testimone di questo”. Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna, intervenendo ieri sera al Kulturni Dom di Gorizia all’interno del programma per i patroni della città, Ilario e Taziano, organizzato dalle comunità cristiane cittadine.

“La cultura dell’incontro”, questo il tema della serata introdotta dal parroco della cattedrale, don Nicola Ban, con i saluti dell'arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Redaelli, del sindaco Rodolfo Ziberna e del presidente del Kulturni, Igor Komel. Un momento introdotto da alcuni brani musicali curati dal Centro Sloveno di educazione musicale Emil Komel di Gorizia. In prima fila l'arcivescovo di Gorizia, l'omologo di Capodistria, monsignor Jurj Bizjak, e il viceparroco di Nova Gorizia, don Bogdan Vidmar, responsabile anche dell'area culturale diocesana.

Tornando all’incontro, Zuppi ha voluto rimarcare la necessità di “costruire un noi in cui non c’è l’io che si perde ma un noi ben più grande”. Il cardinale ha sottolineato, poi, il periodo Covid che ci ha “mostrato le possibilità di unirsi ma il tema dell’immigrazione ha evidenziato le nostre divisioni. A livello comunitario, poi, spesso la passione per l’Europa unita è svanita e dobbiamo recuperarla. Più che un grande supermercato dobbiamo costruire qualcosa che sappia comunicare un valore a chi in vari modi non ce l’ha”.

Tema cardine della serata, moderata da Mauro Ungaro, direttore del settimanale diocesano Voce Isontina e presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici, le migrazioni e l’accoglienza: emergenza che, secondo Zuppi, “non è solo nell’atto dell’accoglienza in sé ma nel dopo dove, forse, si pecca. Dovremmo pensare al termine “adozione”. Siamo diversi e ciò dovrebbe essere un motivo in più. Spesso abbiamo paura e l’individualismo ci ha indebolito, con tanta cura dell’io. Vivendo da soli e isolandosi, quando incontriamo qualcuno che è uno sconosciuto o diverso ci spaventiamo. Ed è normale. A me colpisce vedere quanti ragazzi non escono più di casa o quante fragilità sono emerse a causa del covid. Noi abbiamo una responsabilità, ovvero costruire una cultura in grado di vincere la paura”.

Lo sprone è stato chiaro e, anche con l’utilizzo di momenti ironici e ricordando il passo fondamentale che le chiese di Gorizia e Nova Gorica – ma anche Koper – devono compiere in questi anni, il messaggio ad agire e non rimanere a guardare ugualmente cristallino. “Il rischio è quello di rimanere a guardare invece che agire, come l’umarell, il vecchietto che sta a guardare i lavori in corso, che commenta e giudica”

“Non ci servono grandi cose, ci bastano i cinque pani e due pesci, la stessa dimensione che serviva agli apostoli. Non sono previste figure che stanno a guardare all’interno del Vangelo perché esso ci richiama fino all’ultima ora. Da questo punto di vista Papa Francesco è un esempio bellissimo – ha concluso – e ci sta aiutando a vivere la nostra stagione con tanta voglia e speranza per il futuro”.  

Foto di Sergio Marini.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione