Detenuto in preda all'ira nel carcere di Gorizia, cinque agenti rimasti feriti

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Detenuto in preda all'ira nel carcere di Gorizia, cinque agenti rimasti feriti

Di Redazione • Pubblicato il 26 Giu 2024
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L'episodio accaduto ieri nella struttura di via Barzellini, la denuncia del sindacato Sappe: «Detenuti violenti trasferiti immediatamente fuori regione».

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Cinque agenti di Polizia penitenziaria sono stati feriti nella giornata di ieri, martedì 25 giugno, all’interno della casa circondariale di Gorizia a seguito dell’aggressione di un detenuto. Lo denuncia Giovanni Altomare, segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), spiegando che «un detenuto con gravi problemi psichiatrici, in passato ricoverato presso il Reparto osservazione psichiatrica del carcere di Verona e sottoposto a Tso, dopo il colloquio con lo psicologo è tornato nella Sezione detentiva di appartenenza».

L’uomo, però, «prima ha distrutto il posto di sorveglianza con un piede di un tavolino, e poi si è scagliato con inaudita ferocia contro l’agente di Polizia penitenziaria di servizio ed i colleghi intervenuti a difesa e supporto». In tutto, quindi, «cinque poliziotti, tra i quali il vicecomandante, sono poi stati refertati per le gravi violenze subite con prognosi dai dieci ai trentacinque giorni di prognosi. Un collega, in particolare, sarà sottoposto in settimana ad un intervento chirurgico al gomito». Lo scorso febbraio, un altro detenuto aveva aggredito due agenti.

Il sindacalista esprime «solidarietà e vicinanza ai poliziotti penitenziari di Gorizia, già sottoposti a stress lavorativo per il sovraffollamento del carcere e dei turni massacranti di servizio con straordinari oltre i limiti” e rimarca che “l’energumeno responsabile di queste folli violenze non è nuovo a casi di violenza e distruzione dei beni dell’amministrazione. Questa volta, però, con inaudita ferocia, come fosse indemoniato, si è scagliato contro gli agenti intervenuti per placarne l’ira».

Si unisce anche il segretario regionale del Sappe, Donato Capece, per il quale «bisognerebbe che i detenuti violenti, che pensano il carcere come luogo di villeggiatura dove poter commettere reati, vengano trasferiti immediatamente fuori regione. Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un cambiamento sociale, dove il male è visto come bene e viceversa, dove all'esterno del carcere il reato è cattivo ed all'interno chi ha commesso reato sia buono. È giunto il momento di dire basta al finto buonismo».

Il rappresentante di categoria chiede quindi che «i detenuti che trasgrediscono le regole o peggio ancora che aggrediscono la Polizia Penitenziaria devono essere perseguiti a norma di legge ma soprattutto scardinati dal contesto ove si sentono appoggiati da altri reclusi amici e quindi forti di questo, non esitano a commettere altri reati». Capece rileva quindi che «il responsabile delle inaccettabili aggressioni ai colleghi di Gorizia è un soggetto con problemi psichiatrici. Sono anni che il Sappe denuncia, ma sembrano essere tutti sordi, che una delle gravi criticità del sistema penitenziario è proprio quella connessa alla presenza dei troppi detenuti con problemi psichiatrici riversati nelle carceri dopo la chiusura degli Opg (Ospedali psichiatrici giudiziar, ndr)».

Soggetti, secondo sempre il portavoce nazionale, «spessissimo protagonisti di atti violenti contro i poliziotti penitenziari, come avvenuto a Gorizia. E questo problema andrebbe affrontato rapidamente, con la disponibilità di strutture esterne che si facciano carico della gestione dei detenuti malati mentali (le Rems, attualmente assolutamente insufficienti)». Ricorda quindi che, nel Distretto penitenziario del Triveneto, «nel solo primo quadrimestre del 2024, sono stati registrati una marea di eventi critici tra le sbarre delle carceri: 257 resistenze ed ingiurie, 14 proteste collettive rumorose con battitura, 13 rifiuti di riento in cella. Ben 101 i poliziotti feriti con prognosi fino a 7 giorni, 3 dei quali con prognosi di oltre i 20 giorni».

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