Gradisca, accoglienza sotto stress al Cara: kit igiene e abiti per chi dorme fuori

Accoglienza sotto stress al Cara, kit igiene e abiti per chi dorme fuori

la richiesta

Accoglienza sotto stress al Cara, kit igiene e abiti per chi dorme fuori

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 04 Nov 2022
Copertina per Accoglienza sotto stress al Cara, kit igiene e abiti per chi dorme fuori

Circa 300 migranti in una struttura che può averne al massimo 200, una ventina dormono fuori.

Condividi
Tempo di lettura

Il Cara di Gradisca è saturo e i richiedenti asilo che raggiungono la Fortezza per ottenere i permessi necessari a restare temporaneamente nel nostro Paese, restano fuori dalla struttura all’addiaccio. I migranti cercano riparo nelle campagne vicine e vagano senza meta per le strade della città, non hanno indumenti adeguati al freddo e cercano riparo contro le prime piogge autunnali. 

Ogni giorno – da questa estate – gli arrivi abbondano, sono una decina al giorno, e queste persone restano “sospese” in attesa di una sistemazione dignitosa e che qualcosa cambi. Il sistema non tiene. Questo è palese e dimostra che tutto ciò non è rispettoso prima di tutto a livello umano per i migranti, ma nemmeno per i residenti che chiedono più igiene e più controlli di sicurezza. La competenza in materia è in primis del Viminale che attraverso le prefetture dovrà garantire una risposta che - al momento – è in via di definizione. 

Delle novità sono però state espresse in una lettera – comunicato che il sindaco Linda Tomasinsig ha inteso inviare alla cittadinanza e agli organi di stampa. “Le forti difficoltà che come comune ci troviamo a vivere le vediamo tutti e la ragione è questa: nelle ultime due settimane si sono interrotti i trasferimenti verso altre regioni, e questo comporta come inevitabili conseguenze che il Cara risulti in saturazione e che venga effettuato solo un esiguo numero di accoglimenti” spiega il Tomasinsig.

Gli arrivi in sostanza non si arrestano. Ecco alcuni numeri che ci aiutano a comprendere la situazione. Al Cara sono accolte ben 658 persone. Di questo grande numero, circa 300 si trovano nell’edificio che ne dovrebbe ospitarne poco più di 200, i restanti sono nelle tende allestite all’interno della stessa area di via Udine. Gradisca non potrà farsi carico di un’altra tendopoli e questo è un ulteriore motivo per il quale è importante che vengano ridotti drasticamente i numeri delle presenze su Gradisca e sulla struttura. 

Secondo il comando provinciale dei carabinieri, non vi sono emergenze legate alla sicurezza e all’ordine pubblico infatti al fenomeno non è collegato né un aumento di reati né di denunce. L’emergenza è quindi di tipo sociale. Restando a quanto riferito al tavolo in prefettura al sindaco, il numero delle persone fuori accoglienza non è definibile al momento in quanto le persone in arrivo si spostano in continuazione anche in altre località. Le persone all’addiaccio dovrebbero essere venti al momento.

L’amministrazione comunale tiene quindi monitorata la situazione. “Ho incontrato più volte il prefetto – sono le parole del sindaco - per rappresentare la gravità della situazione in città e per chiedere di far entrare al Cara quante più persone possibile, ottenendo trasferimenti verso altre regioni. Inoltre ho incontrato l’assessore regionale Roberti sul tema degli investimenti in sicurezza e dei trasferimenti al Comune di Gradisca per far fronte alle problematiche di decoro cittadino e alla situazione emergenziale”. 

Tomasinsig ha inoltre invitato il prefetto a tenere un incontro con la cittadinanza e con il consiglio comunale. La direzione nella quale l’amministrazione comunale intende andare è quella di ridurre drasticamente la presenza di richiedenti asilo sul territorio comunale richiedendo trasferimenti al ministero dell’ Interno. “Il nostro obiettivo rimane la chiusura del Cara e il superamento di questo sistema. Sono davanti agli occhi di tutti i grandi limiti di un’accoglienza gestita in emergenza, raggruppando per tempi lunghi alti numeri di persone in grandi centri".

"Sarebbe invece opportuno considerare la creazione di un hub di prima accoglienza a livello regionale, che potrebbe certamente sollevare le situazioni vissute da Gradisca come da Udine e Trieste” così il sindaco. Un hub, che una volta verificate le reali condizioni per essere accolti, sia anche in grado di offrire una sistemazione dignitosa alle persone. “Intendiamo promuovere da subito un incontro con il privato sociale e anche religioso assieme al prefetto che è già in via di organizzazione.

"Tra i temi che voglio affrontare vi è quello dell’eventuale attivazione di un punto di consegna kit per l’igiene personale e abiti puliti a fronte di una emergenza freddo in arrivo che non ci lascia indifferenti. La solidarietà verso le persone è già attiva sia da parte di diversi cittadini che dagli stessi ospiti del Cara nella condivisione di coperte e cibo. Una realtà delicata e monitorata, di cui abbiamo anche parlato con il parroco don Gilberto Dudine” ha concluso il primo cittadino.

Intanto parrocchia e Caritas non si “girano dall’altra parte” e per lunedì prossimo alle 21 hanno organizzato un incontro per collaborare e dare risposte alle richieste di aiuto dell’amministrazione comunale e dei bisognosi provati da questa esperienza.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione