Chiude il supermercato della famiglia Vecchiet, le serrande in centro a Capriva

Chiude il supermercato della famiglia Vecchiet, le serrande in centro a Capriva

la decisione

Chiude il supermercato della famiglia Vecchiet, le serrande in centro a Capriva

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 30 Mag 2024
Copertina per Chiude il supermercato della famiglia Vecchiet, le serrande in centro a Capriva

La fine definitiva della storia sarà attorno a metà giugno, dopo aver iniziato da due mesi la svendita. Il ricordo delle titolari e il peso della Gdo.

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È una storia che si sta per spegnere nel cuore della comunità, quella del Supermercato Capriva. Ormai dai giorni immediatamente successivi a Pasqua, è comparso il cartellone fuori dal negozio di via Verdi che annuncia la svendita totale, con sconti fino al 30%. Da allora, gli scaffali si sono sempre più svuotati e oggi si respira l’aria di una storia destinata ai titoli di coda, in un mondo dove il commercio di prossimità continua a mostrare tutte le proprie difficoltà nel sfidare la grande distribuzione organizzata.

A raccontare il perché di questa decisione sono le stesse titolari, Barbara e Maura Vecchiet, che hanno preso in mano l’esercizio aperto dal padre Edi nel 1975. «La decisione è nata dalla malattia di Maura - spiegano - e poi oggi i grandi supermercati la fanno da padrona». Entrambi, comunque, sono prossime alla pensione vantando rispettivamente 40 e 47 anni di lavoro dietro al bancone e in mezzo agli scaffali. Guardandosi indietro, «l’apertura dell’Eurospin sulla strada regionale ci ha bastonato», così come la proliferazione di altri ipermarket.

Una contrapposizione, quella tra piccole realtà e grandi colossi, combattuta sui diversi territori con scarsi successi in questi ultimi 20 anni. L’inesorabile cambiare delle abitudini con il passare del tempo ha lasciato sempre più le botteghe di paese svuotate, anche dopo il lockdown del Covid che ha riacceso i fari su queste realtà. Se alcuni negozi sono riusciti a trovare nuove strade, altri invece sentono il peso degli anni e le serrande sono destinate a scendere. «C’è un po’ di nostalgia in famiglia e tra i nostri clienti» ammette Barbara Vecchiet.

Ad entrare qui dentro c’era sempre qualcuno del paese o anche persone di passaggio, anche se tutto è cambiato ormai da qualche anno. Un percorso partito nel ’75, come si diceva, quando Edoardo Vecchiet acquisto quella che all’epoca era un’abitazione per trasformarla in una bottega. Poi gli spazi si sono allargati, arrivando anche l’insegna nuova con il logo della Despar. «La comunità è dispiaciuta - rimarcano le titolari - perché era un servizio in paese così come la banca e la farmacia. Ma si vede sempre meno gente camminare a piedi».

Dopo la svendita attualmente in corso, la fine della storia sarà attorno a metà giugno. La serranda che scende in paese è l’ennesima, in un centro che oggi conta ormai ben poche attività. Si salvano però ancora alcune realtà storiche e altre di nuova apertura «A Capriva - rileva Emes Dosso in un suo ricordo - negli anni Settanta c’erano tre negozi d’alimentari: quello del gioioso Tunin di Romeo in piazza Vittoria, la bottega di Mario Pionta nella via Roma e quella di Guglielmo Cocolet (là dal Ros, per i capelli rossi del titolare) nella piazzetta intitolata al poeta Lorenzoni».

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