Cantine aperte fa il bis nel Goriziano con meno pubblico, nostalgia per il Tocai

Pareri positivi sul weekend, anche se molti hanno preferito il mare. Visioni diverse sul Friulano, qualcuno vorrebbe tornare indietro.

Il grande successo di pubblico a fine maggio è stato un segnale importante per il settore. Da qui, è nata l’idea inedita di replicare Cantine aperte a distanza di poche settimane, bissando il tradizionale appuntamento dedicato all’enoturismo. Una proposta che ha trovato risposta positiva anche in provincia di Gorizia, con una decina di realtà che hanno aperto le proprie realtà con visite e degustazioni. Complice il caldo, però, molti hanno preferito puntare su mete più estive, ma in ogni caso molti promuovono la due giorni che termina oggi, anche se qualcuno avrebbe voluto che venisse pubblicizzata di più.

“C’è un po’ di gente - commenta Davide Graunar, titolare dell’omonima azienda di San Floriano del Collio - ma meno rispetto alle ultime volte. L’evento è stato poco pubblicizzato e fa molto caldo”. In ogni caso, “meglio a maggio, quando la temperatura era più bassa, oggi sono tutti al mare. Rispetto a tre settimane fa, c’è un quarto di pubblico”. Anche a Capriva del Friuli il riscontro con maggio è in difetto, ma in ogni caso “Abbiamo avuto diverse adesioni - spiega Anna Giraldo di Vidussi -, svolgendo le visite su tre turni”. Rimane quindi una buona vetrina per la ripartenza del settore, mentre dalla vicina Villa Russiz arriva il suggerimento di migliorare gli orari.

“Avrebbe più senso fare gli eventi tra il tardo pomeriggio e orario serale - spiega Giulio Gregoretti - ma ci sono margini di miglioramento. È importante che abbiano fatto altre edizioni, oltre a quella solita. C’è bisogno di continuità, così che possa diventare utile per tutti”. Anche se cala l’affluenza, l’interesse è comunque alto, come conferma Paolo Corso di Borgo Conventi, a Farra d’Isonzo: “È un turismo lento e senza fretta, che si gode il paesaggio. Così puoi anche raccontare il vino e la storia della cantina. Questa sera, peraltro, faremo una passeggiata tra i vigneti per parlare del solstizio d’estate ed è andata tutto esaurito in poco tempo”.

Parallelamente alla ripartenza del movimento, è riemersa la questione della denominazione del Friulano, dopo che la Corte di giustizia europea ha impedito l’uso del nome Tocai nel 2007. Sul tema, che ha visto contrapposto l’auspico del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, alla “bocciatura” dell’assessore regionale all’Agricoltura, Stefano Zannier, gli operatori propendono di più sulla seconda visione. “Ci sono più correnti di pensiero - interviene Giraldo - ma è una questione chiusa. Orami il nostro vino è il Friulano”. Stessa visione da Corso: “Stiamo comunicando su questo vino, soprattutto fuori dalla regione e all’estero. Andiamo avanti”.

Da San Floriano, però, rimane la speranza che un giorno si possa tornare indietro: “Spiace aver perso il nome - chiarisce Graunar - perché si è chiamato Tocai per tanti anni. È un dossier che si potrebbe riaprire, ma bisogna vedere cosa fa la politica, se si è in grado di tornare indietro”. Da Villa Russiz, invece, c’è la constatazione che la questione è stata presa come dato di fatto ormai da 15 anni: “Sono tematiche su cui abbiamo poche possibilità, è chiaro che già all’epoca eravamo tutti dispiaciuti. Ci sono delle normative da rispettare, poter ritornare indietro è tutto un altro discorso”. Gli eventi nelle diverse cantine proseguiranno generalmente fino alle 18.

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