Gli antichi mobili da restaurare a Gorizia, cantiere dentro e fuori il Lenassi

Gli antichi mobili da restaurare a Gorizia, cantiere dentro e fuori il Lenassi

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Gli antichi mobili da restaurare a Gorizia, cantiere dentro e fuori il Lenassi

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 20 Dic 2023
Copertina per Gli antichi mobili da restaurare a Gorizia, cantiere dentro e fuori il Lenassi

Il Comune ha affidato il recupero dell’antico mobilio a una ditta di Padova, chiusura dei lavori sulla sede di via Vittorio Veneto attesa per l'estate.

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Una foto in bianco e nero risalente al 1925 – conservata alla Fondazione Carigo – ritrae gli allievi dell’istituto Lenassi di Gorizia nella sede di via Rabatta. Immortalati nell’uniforme scura insieme all’allora presidente Mario Corsini e al direttore Angelo Fabris, i piccoli ricevono una formazione e il sostentamento necessari. L’anno 1931 segna la destinazione definitiva nell’attuale sede di via Vittorio Veneto, grazie al lascito testamentario dell’industriale Oddone Lenassi, scomparso qualche anno prima. A tanti anni di distanza da quelle immagini, ora gli arredi che riempivano già all'epoca le stanze torneranno a nuova vita.

“Abbiamo restaurato i mobili del Lenassi nell’ambito del percorso sull’educazione dei bambini”, spiega l’assessore al Welfare Silvana Romano. “I mobili restaurati sono quelli in uso alla vecchia direzione della struttura che una volta era un orfanotrofio”. Con recente delibera il Comune ha affidato la prosecuzione dei lavori sull’antico mobilio - ormai soggetto a “fori di sfarfallamento” causati da tarli. Fatti visionare da un falegname, si è rilevata la necessità di procedere con un trattamento specifico. L’affidamento diretto è stato commissionato alla ditta Passarella Restauri con sede a Padova, attiva da oltre quarant’anni nel restauro di opere, per un importo complessivo che ammonta a 17.080 euro.

“Abbiamo ricevuto l’incarico, ma dobbiamo ancora iniziare i lavori. Con l’anno nuovo faremo un sopralluogo”, dichiara il titolare Guglielmo Passarella. “Si prosegue la seconda parte dei lavori, oltre alla facciata esterna, con il recupero degli interni” spiega Romano alludendo alla ristrutturazione della facciata, e alla sostituzione degli infissi danneggiati dall’inesorabile avanzare degli anni. “Una parte del restauro è stata pensata per lasciare testimonianza di com’era un tempo, conservando lo stile dell’epoca”, rimarca. La ditta padovana si occuperà del recupero dei mobili in legno e della riparazione di alcune cornici, in quanto specializzata nel restauro “di beni immobili del patrimonio culturale e beni culturali mobili di interesse storico, artistico, archeologico et etnoantropologico”.

Il Comune ha stretto anche una collaborazione con l’Università di Padova, per approfondire i cambiamenti intercorsi nelle modalità di educazione genitoriale. “Il Lenassi non era solo un orfanotrofio, ma anche un istituto per poveri. Con la tombola dei santi Pietro e Paolo venivano raccolti i fondi per i più sfortunati”, ricorda Romano. “I lavori esterni dovrebbero concludersi per Pasqua, o per la conclusione dell’anno scolastico”, ipotizza. Una ristrutturazione che compariva già nel programma dell’ex sindaco Ettore Romoli e che non era mai stata avviata. Lavori in corso che hanno comportato la chiusura temporanea della Ludoteca Zerosei.

“Con la dirigenza abbiamo deciso di recuperare il mobilio perché è un patrimonio storico inestimabile”, chiarisce la referente dell’amministrazione Marzia Fabro. “I nostri archivi sono pieni di documenti dell’orfanotrofio, e persino del testamento scritto di proprio pugno da Oddone Lenassi, in cui esprime la volontà di creare un orfanotrofio. Un documento toccante ed emozionante”.  La documentazione rinvenuta è stata organizzata e scannerizzata tempo fa da una ditta toscana, con l’intento di creare un museo digitale, in cui verrà esposta la storia del centro accompagnata dal filo conduttore pedagogico.

“Quello del Lenassi è un restauro conservativo”, interviene l’assessore ai lavori pubblici Sarah Filisetti. “Gli intonaci verranno tinteggiati con i colori originali, recuperati attraverso la documentazione fotografica in accordo con la Soprintendenza”. Il manto di copertura prevede inoltre un isolamento termico e la posa di un impianto fotovoltaico, già autorizzato dalla stessa Soprintendenza, per il quale è in corso la predisposizione della vasca. Mentre i portoni lignei sono stati rimossi per essere restaurati da ditte specializzate, e quindi ricollocati. “Si tratta di un recupero realizzato con i fondi del Pnrr”.

“Come amministrazione siamo soddisfatti, in quanto i lavori sono pienamente in linea con le tempistiche previste”. Le opere di recupero verranno ultimate in maniera da rendere le attività operative già per l’estate. Un lavoro che sembra quasi voler riportare indietro le lancette dell'orologio: lo scalpiccio dei bambini, a piedi scalzi sul selciato. Le vesti sdrucite, lo sguardo pieno di grazia. Quello che il milanese Giacomo Ceruti dipinse nei suoi “pitocchetti”, che gli valsero il soprannome. Il più celebre fu il settecentesco “Portarolo seduto con cesta” - oggi alla pinacoteca di Brera e un tempo appartenuto alla collezione del grande Giovanni Testori - che ben rappresenterebbe il passato degli umili fanciulli goriziani.

Perché i bambini poveri e orfani di Gorizia furono ospitati già a metà del Settecento, grazie al marchese Francesco Felz Alvarez de Mannesse, in quello che oggi è l’abbandonato ospedale Fatebenefratelli. Un secolo più tardi furono accolti nella celebre via Cocevia, che si arrampica su per il Castello nel silenzio della città. Fu qui che nell’estate del 1853 venne eretto l’Istituto per fanciulli traviati e abbandonati, primo ricovero dei bambini sfortunati. Quei bambini che grazie ai benefattori hanno potuto costruirsi un'istruzione e un futuro di speranza.

Nella foto: allievi dell'Istituto Oddone Lenassi ripresi nel cortile della sede di via Rabatta 11 a Gorizia/ Archivio digitale della Fondazione Carigo

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