Cani 'pericolosi', posti finiti alla Cuccia di Dobbia: arriva la norma della Regione

Cani 'pericolosi', posti finiti alla Cuccia di Dobbia: arriva la norma della Regione

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Cani 'pericolosi', posti finiti alla Cuccia di Dobbia: arriva la norma della Regione

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 09 Ago 2024
Copertina per Cani 'pericolosi', posti finiti alla Cuccia di Dobbia: arriva la norma della Regione

La norma, approvata dalla Regione, prevede sia impossibile detenere cani o gatti per almeno due anni se la detenzione risulta incompatibile per natura.

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Nella fase di assestamento di bilancio di fine luglio, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha deliberato una soluzione sul tema della gestione degli animali d’affezione. In particolare, la misura si è resa necessaria per quel che riguarda i “cani pericolosi non rieducabili” dalla Cuccia di Dobbia (Staranzano) e Monfalcone, ma che restano nella struttura di competenza a carico dei Comuni. Dal mese di luglio, proprio alla Cuccia i posti disponibili risultano esauriti da razze di cani come maremmani e pitbull.

È stata quindi approvata una modifica normativa fissando un limite alle richieste di ricusazione che solitamente, come da procedura, vengono inoltrate direttamente dai proprietari degli animali ai Comuni che a loro volta intervengono e contattano il rifugio della zona sostenendone le spese. «Il grido d’allarme lanciato dalla Cuccia non solo non resta inascoltato – dichiara il consigliere leghista Antonio Calligaris - ma già in assestamento di bilancio ha visto il primo provvedimento volto a mettere un freno al problema dei cani che vengono portati in canile con leggerezza».

«Con la norma dell’assessorato di Riccardo Riccardi, nato dopo una costante interlocuzione, anche del gruppo Lega, e con l’associazione bisiaca, nella legge di assestamento regionale viene introdotto un comma grazie al quale sarà impossibile detenere cani o gatti per almeno due anni nel caso di ricusazione del proprio animale o di detenzione incompatibile con la loro natura» afferma Calligaris.

«Una volta avvenuta la presa in carico degli animali, da parte del Comune, saranno valutati i motivi e le circostanze della ricusazione o della detenzione incompatibile e il divieto potrà diventare ancora più lungo - spiega ancora Calligaris – va sottolineato che la necessità di un patentino per coloro che vogliono adottare cani di particolare gestione è un problema che deve essere risolto a livello nazionale, ma è sicuramente l’altro provvedimento necessario per risolvere il problema segnalato dalla Cuccia».

In sostanza, per il consigliere leghista, la norma introdotta in assestamento è una prima risposta al problema dei canili sovraffollati dovuto «non da cause di forza maggiore, ma alla ricusazione degli animali d’affezione che, una volta riportati in canile non solo rimangono negli stessi a carico dei Comuni, ma lì sono destinati a morire vista la difficoltà di trovare loro una nuova famiglia».

Foto Wikicommons

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