Adottati e lasciati in canile, amici a 4 zampe aiutati a San Canzian d'Isonzo

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Adottati e lasciati in canile, amici a 4 zampe aiutati a San Canzian d'Isonzo

Di Redazione • Pubblicato il 11 Nov 2022
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Due animali ricoverati al centro de La Cuccia, «casi di randagismo ormai rarissimi».

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È stato ricoverato ieri a La Cuccia un pitbull proveniente da San Canzian d’Isonzo. “Con questo – racconta il consigliere delegato all’ambiente, Franco Devidé – la struttura ha esaurito i posti di accoglienza. Il problema è che ci sono pervenute altre due richieste di ricusazioni, questo ci ha messo in seria difficoltà. Ricordo, non per essere venale, ogni cane ricusato costa al Comune una cifra di circa 2mila euro annue a cane, di questa cifra non sono comprese medicinali, diete particolari o interventi chirurgici”.

Problema non da poco e che riguarda tutto il territorio. Per sopperire, almeno in parte, la stessa Cuccia ha organizzato per domenica una giornata di “porte aperte” nell'oasi felina di via Bagni nuova a Monfalcone e a Dobbia dalle 9.30 alle 13.30. “Nel canile sono ospitati i cani che, per i motivi più svariati, trovano in questo luogo una sistemazione in condizioni di benessere, per consentire loro una possibile riabilitazione psico-fisica, attraverso specifici programmi di rieducazione, allo scopo di favorirne l’adozione”, prosegue Devidé.

Nella maggior parte dei casi si è riscontrato che l’inserimento in canile è dovuto a ricusazione, cioè richiesta di ritiro, da parte del proprietario per l’impossibilità di accudirli per gravi e documentati motivi di salute, per impossibilità finanziarie e, per la maggior parte dei casi, per difficoltà gestionale. “I casi di randagismo sono ormai rarissimi: se i canili servissero solo per accogliere i cani randagi, da noi sarebbero praticamente vuoti e la spesa pubblica ridotta al minimo”, racconta ancora Devidé che sottolinea l’aumento di richieste di proprietari che chiedono il ritiro del proprio cane.

“Le cause dichiarate dai proprietari sono principalmente la loro ingestibilità superati i tre anni d’età sia in casa che fuori casa, a causa di atteggiamenti aggressivi intra e inter specifica e anche nei confronti del proprietario. Molte persone che si avvicinano a comprare un cane sono sprovviste di un’adeguata informazione sia sulle caratteristiche della razza che intendono prendere sia dello spazio necessario all’animale una volta a casa, inoltre, non sono disposti a farsi accompagnare da professionisti in un percorso che li aiuterebbe a gestire comportamenti che inevitabilmente certe tipologie di cani mettono in atto”, sono ancora le parole di Devidé.

Possedere un qualsiasi animale comporta numerosi impegni e obblighi nei suoi confronti ma anche nei confronti della comunità in cui il binomio cane – padrone è inserito. A tutt’oggi nel canile La Cuccia sono ricoverati due cani di San Canzian: un incrocio rottweiler di cinque anni e un pitbull di otto. Entrambi ricusati ed entrambi gestiti fin da cuccioli in modo errato. Dal loro ingresso in canile seguono percorsi riabilitativi ma hanno bisogno a vita di un educatore che permetta una gestione in sicurezza. Si tratta di cani che difficilmente troveranno una famiglia, in quanto non possono essere inseriti in nuclei con altri animali o con bambini e la persona deve essere preparata e seguita anche a casa.

Di questi “amici del uomo” quelli di taglia piccola e giovani riescono a trovare facilmente una nuova casa, mentre altri, a causa della loro età, della mancata educazione e della trascuratezza del proprietario, hanno poche speranze di essere adottati e purtroppo saranno condannati a finire i loro giorni rinchiusi in un box di canile, comportando nel contempo un notevole costo per il bilancio comunale e conseguentemente una spesa a carico di tutta la cittadinanza. Per legge le spese dei cani ricusati ricadono sul comune in cui sono iscritti.

“È anche vero che in qualche raro caso, grazie al lavoro dei volontari ed agli educatori, si riesce ad equilibrare l’animale e ad affidarlo a nuovo 'padrone'. Certo è che se ci fosse maggiore consapevolezza, il nostro comune non avrebbe cani in carico in quanto da anni tiene sotto controllo il problema del randagismo”, racconta il consigliere. “Come amministrazione comunale stiamo valutando il modo di contrastare le sofferenze di questi animali destinati alle sbarre e di ridurre in contemporanea i costi di ricovero".

"Una possibilità potrebbe essere quella di organizzare percorsi informativi e formativi per quanti intendono prendere un cane appartenente a razze impegnative, da evitare l’aggettivo pericolose in quanto pericolose diventano in seguito a una gestione errata, al fine che i futuri “padroni” siano consapevoli di come prenderne cura in modo corretto sia per il bene dell’animale sia di chi gli è vicino, e sia della comunità in cui vive, con il rilascio a fine percorso di un apposito patentino”, conclude.

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