Quasi 200 candele accese nel ricordo di Giulia a Ronchi, «fate rumore»

Quasi 200 candele accese nel ricordo di Giulia a Ronchi, «fate rumore»

la riflessione

Quasi 200 candele accese nel ricordo di Giulia a Ronchi, «fate rumore»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 24 Nov 2023
Copertina per Quasi 200 candele accese nel ricordo di Giulia a Ronchi, «fate rumore»

Ieri sera il momento di riflessione dedicato alle vittime di femminicidio in piazzetta, don Ignazio: «La responsabilità è di ognuno di noi».

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Candele, silenzio, riflessione. Ronchi, ieri sera alle 18, si è ritrovata attorno alla panchina rossa, di fronte alla biblioteca comunale, per ricordare Giulia Cecchettin e tutte le vittime dei femminicidi in Italia, a oggi oltre un centinaio. “Non esiste un motivo al mondo per rassegnarsi alla mortificazione o per rinunciare alla propria personalità o ai propri sogni, a qualunque età”, così la consigliera comunale Federica Bon ha voluto introdurre l’iniziativa.

Circa duecento le persone che si sono ritrovate, su iniziativa dell’amministrazione, che ha coinvolto anche Auser, Leali delle Notizie e Anpi nella piazzetta. Marina Cuzzi, presidente dell’Anpi, ha voluto inviare uno scritto: “Sono li con il cuore - ha scritto – forte di tanti anni di battaglie, vittorie e sconfitte, con le donne e per le donne. Diciamo basta a questo massacro, diciamo basta a questa ottusa sopraffazione maschile che usa la violenza come strumento di dominio. Chiediamo a tutte e tutti leggi severe e maggiore protezione per le vittime di minacce".

"Deve cambiare la cultura di questa nostra società ed auspico che si arrivi, finalmente, alla parità di genere ed al reciproco rispetto”, così Cuzzi. Tra il pubblico anche il consigliere regionale Diego Moretti, mentre l’assessore alle pari opportunità, Monica Carta, ha ribadito: “Fate rumore! Dobbiamo farci sentire e non possiamo essere rinunciatari. Deve cambiare questa terribile cultura”, così Carta alla presenza del gonfalone comunale. Marina Simonit, presidente dell’Auser, si è detta convinta della necessità di “un nuovo passo della politica”.

“Questa è una battaglia di civiltà e non solo una questione riservata alle donne ma una lotta che ci riguarda tutti e che ci deve far uscire dal nostro egoismo”, così il sindaco, Mauro Benvenuto. “Dobbiamo guardare al nostro prossimo, a chi ci sta accanto ed a chi chiede aiuto e lavorare per responsabilizzare il genere umano”. Con le candele accese, la deposizione di fiori sulla panchina rossa e prima della chiusura, affidata all'Ave Maria intonata dal coro della Società filarmonica Giuseppe Verdi, a parlare è stato il parroco di San Lorenzo che ha donato le candele.

“È molto importante – sono state le parole di monsignor Ignazio Sudoso – che, questa sera, spinti dalla nostra emozione, siamo usciti di casa. Ma dobbiamo uscire anche dal singolo evento che ci ha portato ad essere qui stasera. Lo sforzo deve essere maggiore e deve vederci uniti affinché, davvero, la violenza possa finire. La responsabilità è di ognuno di noi, così come ogni azione è responsabilità personale”. “Noi portiamo la grazia, la bellezza e la vita nel mondo. Ed è necessario – ha concluso Federica Bon – che siano noi donne le prime a ricordarlo”.

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