le criticità
Gorizia, Legambiente solleva dubbi sul campus nell'ex ospedale
Legambiente pone diversi interrogativi sul progetto di via Vittorio Veneto, dubbi sulla preservazione della flora e coinvolgimento stakeholder.
Legambiente esprime non poche perplessità sul progetto del nuovo campus scolastico al posto dell'ex ospedale civile, in via Vittorio Veneto a Gorizia. Il sodalizio, in una nota, "deplora di non aver potuto partecipare a priori a un processo di progettazione veramente inclusivo per un’opera di tale rilevanza per la città. Siamo particolarmente delusi dalle affermazioni della direttrice dell’Edr, Lara Carlot, secondo la quale verrà creato un tavolo tecnico dinamico che coinvolgerà il mondo della scuola, compresi studenti ed associazioni, solo a cose fatte, così privilegiando un approccio dall’alto".
"Avremmo gradito essere consultati e ascoltati - rimarca -, nell’ambito di una procedura dal basso insieme ad altri portatori d’interesse, in merito a diverse questioni per noi rilevanti a proposito di tale impattante progetto e che enumeriamo qui di seguito a titolo d’esempio. Punti critici inerenti al consumo di suolo, progettazione e destinazione d’uso (vedi Piano regolatore generale), verde e traffico urbano". Gli ambientalisti puntano quindi il dito verso il calo demografico in corso della città, nonché il possibile, nuovo consumo di suolo nell'area. C'è poi l'aspetto dei plessi attualmente esistenti.
"Anche a questo proposito deploriamo che non ci sia in atto una consultazione della cittadinanza e degli eventuali destinatari di tali alloggi". Per il sodalizio, "il sito non comprende solo l’edificio ma anche tutto il verde circostante, che non è per nulla degradato ma in ottime condizioni. Si è in presenza di numerosi abeti, allori, bagolari, cedri frassini, noci, pini e tigli, alberi anche di imponenti dimensioni e notevole valore ecosistemico oltre a diversi cespugli: hibiscus, ligustro, lauroceraso e le onnipresenti palme. Prima dell’elaborazione del masterplan, è stato fatto un censimento e sono state mappate le piante esistenti?"
Il gruppo chiede quindi misure in questo senso, per la tutale della flora locale. "Riteniamo inoltre che a suo tempo si fosse optato per costruire proprio in quella zona della città le tre strutture ospedaliere (Ospedale psichiatrico, Sanatorio e Ospedale civile) avendone constatata la particolare salubrità. Con la progettata demolizione non solo si interromperebbe l’omogeneità stilistica dei tre grandi edifici di Via Vittorio Veneto ma si traviserebbe anche la loro originale destinazione d’uso a 'cittadella della cura e della salute', scelta che potrebbe essere ribadita oggi con ulteriore cognizione di causa".
Riprendendo poi le parole del sindaco Rodolfo Ziberna, in particolare sulla modifica alla viabilità locale, Legambiente chiede cosa si intenda "quando mancano ancora un Piano del traffico e un Piano urbano per la mobilità sostenibile? Si rispetteranno tutte le norme previste dal Piano regolatore generale del 2019? Qual è, se esiste, la visione d’insieme dell’assetto urbano e rurale del Comune di Gorizia, che sottende decisioni molto importanti anche per quanto riguarda ad esempio la destinazione da dare ad aree centrali di caserme dismesse, come quella di via Duca d’Aosta, con edifici fatiscenti, e che potrebbe essere adatta a un nuovo insediamento scolastico?"
Gli ambientalisti sollevano poi il rischio della presenza di amianto, chiedendo se sono stati fatti dei sopralluoghi preventivi all’interno della struttura, con relativa stima dei costi. "Fino alla sua messa al bando, nel 1992 con la legge 257/1992 - ricorda la nota -, i manufatti contenenti amianto erano ampiamente usati in edilizia, quindi è piuttosto probabile che se ne trovino anche nell’ex ospedale. È stata forse fatta una segnalazione per l’iscrizione nell’Archivio regionale amianto, come si è tenuti a fare per tutti gli immobili in cui anche solo si presuma la presenza di amianto? Sono state e saranno rispettate tutte le normative in materia?"
Nella serie di quesiti posti dal gruppo, si chiede anche "che tutti gli immobili di proprietà comunale, ma anche di privati, con presunta presenza di amianto in uno stato di conservazione più o meno cattivo, siano sottoposti alle opportune verifiche e vengano segnalati per l’iscrizione nell’Archivio regionale amianto, figurino in modo accessibile a tutti nella relativa mappa, vista la sospetta presenza di tale materiale altamente pericoloso in particolare su numerose strutture artigianali e industriali, dismesse o no, presenti sul territorio comunale, in modo da procedere al più presto con l’attuazione di un Piano di rimozione e smaltimento".
"Infine - conclude la nota - sottolineiamo ancora una volta la inveterata abitudine dell’amministrazione comunale a procedere, in particolare per progetti di notevole impatto sulla città, con modalità dall’alto al basso, con annunci clamorosi contenenti poche informazioni concrete, in modo tale da impedire alla cittadinanza di partecipare alla presa di decisioni che la riguardano direttamente. Come la demolizione dell’ospedale di via Vittorio Veneto, edificio a cui sono legati importanti ricordi di molti e che ha costituito il vissuto quotidiano di numerosi operatori sanitari di tutti i livelli e che, secondo noi, potrebbe continuare a svolgere un ruolo nell’ambito della 'cittadella della cura e della salute', guardando al futuro senza dimenticare il passato".
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