Clima impazzito e troppi turisti, le minacce per le Alpi spiegate a Nova Gorica

Clima impazzito e troppi turisti, le minacce per le Alpi spiegate a Nova Gorica

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Clima impazzito e troppi turisti, le minacce per le Alpi spiegate a Nova Gorica

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Set 2024
Copertina per Clima impazzito e troppi turisti, le minacce per le Alpi spiegate a Nova Gorica

Questa mattina l'ultimo atto all'hotel Perla con delegati da tutta Europa, nel pomeriggio un evento sulla cultura alpina nell'università di via Alviano a Gorizia.

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Nella lista delle minacce che incombono sempre più sul futuro delle nostre montagne, quella legata al sovraffollamento di turisti rischia di essere dannosa tanto quanto il cambiamento climatico. Un problema per l'ecosistema della regione alpina, che si estende per circa 300mila chilometri quadrati nel cuore dell'Europa, sottolineato più volte e da diverse punti di vista nell'ultimo atto della Settimana alpina a Nova Gorica. Questa mattina, il programma di eventi (iniziati lunedì e ospitati all'hotel casinò Perla) si è concluso con la formula del fishball.

Letteralmente "boccia del pesce", è stato un dibattito aperto dove gli ospiti hanno dialogato apertamente con il pubblico. A rispondere alle domande dei presenti, seduti a semicerchio come in un’assemblea di idee in divenire, c'erano Blanka Bartol del ministero sloveno delle Risorse naturali e della Pianificazione territoriale, il glaciologo Georg Kaser, Claudio Celada della Lega italiana protezione uccelli (Lipu), e una giovane rappresentante del Consiglio dei giovani della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra).

Sono così emerse riflessioni critiche sul turismo nelle aree alpine, sulle conseguenze ambientali delle attività turistiche e sull'impatto del cambiamento climatico. A sollevare per prima il tema è stata un’abitante dell’Alto Adige, rilevando come l’ingresso delle sue Dolomiti nell’elenco dei siti Unesco sia diventato un boomerang con un aumento esponenziale di visitatori e conseguenze spesso negative per l’ambiente, in particolare con quei turisti che arrivano da ogni angolo del mondo solo per scattarsi una foto davanti alle cime e poi andarsene.

Celada ha sottolineato che, sebbene il riconoscimento Unesco abbia portato valore aggiunto a livello globale, nel caso delle Dolomiti è necessario rivalutare l'equilibrio tra tutela e sfruttamento turistico. A tal proposito, Kaser ha criticato il mancato intervento delle istituzioni per gestire meglio l'afflusso turistico, evidenziando come le emissioni di anidride carbonica generate dai trasporti siano una causa importante per lo scioglimento dei ghiacciai alpini. E proprio il cambiamento climatico ha dominato gran parte della discussione.

Lo stesso glaciologo che ha ricordato come eventi estremi, quali alluvioni e frane, siano ormai sempre più frequenti nel tempo rispetto al passato, a partire da grandi alluvioni. Bartol ha osservato che alcune aree sciistiche stanno finalmente riflettendo sulla necessità di adattarsi a un ambiente in trasformazione, sebbene vi sia ancora molta strada da percorrere per garantire una vera rivoluzione nel settore del turismo invernale. In altre aree d’Europa, ci sono esempi di enti che cercano di limitare il più possibile il turismo, con un caso dalla Germania portato all’attenzione proprio in questa occasione.

Parallelamente, c’è il tema della riconversione della attività sciistiche in località dove ormai non nevica più con grande frequenza, con l'esponente del dicastero slovenoa che ha ricordato come proprio la piccola repubblica non possa vantare molte montagne di grandi dimensioni. «Adattarsi - ha messo i chiaro Celada - significa che queste trasformazioni avranno dei vincitori e dei vinti dal punto di vista economico, ci saranno lavori che saranno messi a rischio» e per questa transizione è necessario che sia la politica a farsi carico delle decisioni, cooperando con scienza e cittadini.

Sono stati ancora diversi gli spunti di riflessione emersi in appena un’ora di dibattito, sostenuto in ben cinque lingue diverse (italiano, sloveno, inglese, francese e tedesco) grazie a un nutrito team di traduttori. Il programma dell'Alp Week, comunque, prevede una trasferta pomeridiana a Gorizia nell'Aula magna del polo universitario di via Alviano, dove si parlerà di "cultura alpina" dalle 15 alle 18.45. La serata si concluderà al Pastor Angelicus con una cena di lavoro, mentre domani lo spin off sarà riservato a eventi riservati a portatori d’interesse e Cipra.

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