Biblioteca Isontina esclusa dai nuovi funzionari, rabbia a Gorizia

Biblioteca Isontina esclusa dai nuovi funzionari, rabbia a Gorizia

la denuncia

Biblioteca Isontina esclusa dai nuovi funzionari, rabbia a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 30 Mar 2022
Copertina per Biblioteca Isontina esclusa dai nuovi funzionari, rabbia a Gorizia

I sindacati lamentano l'assenza di risposte, dito puntato: «Chi dice che aveva già soluzioni doveva dirle prima».

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Otto dirigenti amministrativi prenderanno posto nei prossimi giorni in altrettanti uffici dei Beni culturali della regione, ma non alla Biblioteca statale Isontina. Suona come una beffa per sindacati e personale la decisione annunciata ieri dal ministero della Cultura, attingendo dalla graduatoria. La storica istituzione di Gorizia, infatti, rimane ancora scoperta dal punto di vista della direzione, con la reggente Angela Polo che a breve andrà in pensione, così come gran parte del personale è prossimo a cessare l’incarico.

Una situazione su cui le sigle si sono espresse nuovamente questa mattina, fuori Palazzo Werdenberg, affiggendo uno striscione per chiedere provvedimenti. “Non è solo una biblioteca storica - ha evidenziato Salvatore Montalbano della Cisl Fp - ma anche civica, è un luogo di aggregazione per i giovani”. Le stesse rappresentanze hanno da tempo avviato una mobilitazione, denunciando di non aver ricevuto alcuna risposta da un mese a questa parte da parte del ministero. Un silenzio letto come disinteresse verso l'emergenza, emersa nel bicentenario della fondazione.

“Lunedì proporremo il blocco dei libri e dei prestiti interbibliotecari” l’annuncio da parte di Alessandro Crimaz, segretario provinciale Fp Cgil. “Sarà la quarta tappa - hanno rimarcato Enrico Acanfora e Claudio Franzò (Confsal Unsa) - ma arriverà il momento in cui la biblioteca chiuderà. Dal primo maggio non ci saranno funzionari”. Da qui la richiesta di un incontro con il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, per invitarlo a farsi parte attiva nella battaglia per tenere aperta la struttura. “Se chiude oggi a Gorizia, domani potrebbe succedere altrove”.

Appello raccolto dalla candidato sindaco del centrosinistra in città, Laura Fasiolo, presente fuori dai cancelli. Orietta Olivo, segretaria regionale Fp Cgil, ha evidenziato con rammarico che “oltre alla candidata, ci doveva essere anche l’attuale sindaco”, mentre Acanfora non ha risparmiato accuse: “Vogliamo il supporto delle istituzioni locali e nazionali, ma quando leggiamo che il Comune si è mobilitato per la biblioteca dobbiamo ricordare che tutto ciò è perché si sono attivati i sindacati. Noi abbiamo ricevuto il mandato dai lavoratori, almeno un minimo di riconoscenza”.

Le critiche alla gestione da parte delle autorità centrali, condivise dalla Uil Pa - rappresentata da Giovanni Marchica -, hanno riguardato anche il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta: “Lui denigra il pubblico impiego quando parla che sono tutti fannulloni - accusa Acanfora -, non è mai stato negli uffici. Tutto ciò è utile solo per raccogliere consenso elettorale, ma dà un’immagine sbagliata del dipendente statale. Lo smart working, come ha spiegato l’Inps, ha fatto aumentare la produttività in Friuli Venezia Giulia del 70%”.

Oltre alla risposte della politica e delle istituzioni, però, le sigle lamentano l’assenza dell’opinione pubblica. “Ora la gente si accorge che senza personale, i servizi si svuotano - così Olivo -. Gorizia ci deve aiutare. Questa vertenza serve anche a far riscoprire la biblioteca". L’ex senatrice ha quindi spiegato che la collega di partito e deputata Maria Rosa Di Giorgi ha depositato un’interrogazione sulla questione al ministro Franceschini, invitando a “uscire dalla rassegnazione. Io mi ero mossa prima ancora della mia candidatura, la cittadinanza deve scendere in piazza”.

I rappresentanti hanno puntato il dito anche verso l’ex direttore, Marco Menato. “Se chi c’era prima alla guida dell’ente aveva già la ricetta per risolvere il problema come ha scritto, perché non lo ha fatto prima?”, in riferimento a un suo recente scritto sui social. Nel frattempo, Pierpaolo Martina (Insieme) si dice “convinto che una possibile soluzione strutturale ai problemi della Bsi potrebbe passare per la costituzione del primo Distretto culturale europeo -da tempo proposto alle Istituzioni dall’Icm- che potrebbe avere qui uno degli snodi fondamentali”, mettendo a sistema le altre realtà culturali.

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