Boris Dijust striglia la maggioranza a Ronchi: «Buon senso e scala delle priorità»

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Boris Dijust striglia la maggioranza a Ronchi: «Buon senso e scala delle priorità»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 06 Ago 2024
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Il capogruppo di Noi Moderati esprime preoccupazione per i «livelli bassi di confronto» nella dialettica fra maggioranza ed opposizione.

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La temperatura sale, non solo meteorologicamente parlando, ma anche nel contesto politico cittadino di Ronchi dei Legionari, dove il tema scottante e ricorrente del mese di luglio è stato quello dell’eventuale creazione di un museo “a cielo aperto” dedicato alla Resistenza. Un comune restato sconcertato dagli arresti domiciliari di una maestra accusata di maltrattamenti su bambini di un asilo nido privato. È invece il decadimento di una “certa politica” – seppur democraticamente espressione della realtà cittadina – a preoccupare il capogruppo consiliare di Noi Moderati, Boris Dijust convinto che «le buone intenzioni per il bene della città non fanno parte di un colore politico».

«Tant’è vero - rimarca - che se andiamo a leggere i programmi dei cinque candidati sindaco alle ultime elezioni amministrative sono piene di buone intenzioni in gran parte sovrapponibili». Ronchi è anche una municipalità nella quale il tessuto associativo è molto forte, dove il piano delle opere pubbliche prosegue seppur nella sua complessità ma la cura del verde pubblico resta “una spina nel fianco” e merita risposte più attente come le attendono ancora alcuni rioni e dove l’amministrazione pubblica – rispetto al passato – si è aperta molto di più al dialogo con la cittadinanza.

«Certa politica normalmente non è un contenitore di coerenza e correttezza – continua l’esponente di minoranza - e spesso quando vien visto un pertugio, pur di attaccare, si fa leva in ogni modo a discapito di principi sociali, morali e anche cristiani». In sostanza, secondo Dijust a due anni dalle ultime elezioni comunali, la maggioranza non ha sempre ragione così come l’opposizione non ha sempre torto. «L’aumento graduale e progressivo di ostilità, non necessariamente tra maggioranza e opposizione, porta a livelli veramente bassi di confronto arrivando, per esempio, ad instillare dubbi in forma anonima come la lettera di un sedicente “gruppo di genitori” indirizzata tra gli altri ai consiglieri di opposizione elencati uno per uno».

La missiva sarebbe legata alla richiesta di informazioni ed aggiornamenti sull'adeguamento antisismico del plesso scolastico di Vermegliano. Nello specifico, le richieste sarebbero state avanzate da un gruppo di genitori della scuola dell'infanzia. «Ma guarda caso - incalza - ad alcuni consiglieri in indirizzo la lettera non è stata recapitata… “a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina” diceva Andreotti». Il consigliere osserva come «i principi antichi e universali che oggi sembrano sbiaditi, su cui si basa la nostra società, spesso vengono calpestati per partigianeria o in nome di uno pseudo politicamente corretto, così si spara nel mucchio dicendo che l’opposizione non partecipa alle cerimonie come se giunta e consiglieri di maggioranza fossero sempre lì tutti presenti».

«Sarebbe meglio rimettere tutti i piedi per terra e con serenità e spirito di collaborazione guardare al tanto decantato bene comune e laddove non si è esperti della materia si può sempre applicare il buon senso del padre di famiglia. In quale famiglia marito e moglie avendone la possibilità non si sono confrontati sulla necessità di chiudere un mutuo? Una volta che l’hai chiuso ti rimane tutto lo stipendio ma a volte si paga un interesse talmente basso che non è conveniente chiuderlo. È evidente che bisogna affrontare caso per caso».

Dijust affronta un’altra questione ponendo un ulteriore interrogativo: «Dobbiamo veramente recuperare tutti i vecchi edifici di Ronchi con costi non sostenibili? Ad esempio la centralissima Villa San Carlo oberata da mille vincoli, aldilà del costo di acquisto, necessita di cifre assurde per la sua sistemazione e alla fine per non avere neanche un parcheggio interno. Escluso quindi che un privato se la compri per vivere, ma quale ente pubblico è disposto ad investire in un immobile che poi non è possibile adattare alle esigenze lavorative? Non parliamo poi di proposte di inutili doppioni, quale il museo della Resistenza, quando il 23 giugno 2023 è stato presentato il progetto di fattibilità del nuovo Museo regionale della Resistenza nella ex caserma Piave a Palmanova».

Il consigliere di minoranza fa quindi appello ad un recupero del buon senso e della scala delle priorità necessarie anche per affrontare tanti temi cittadini ancora “aperti” come la cura che necessita la parte “isolata” del rione di San Vito, cioè quella al confine con Staranzano, il potenziamento dei percorsi ciclabili oppure le condizioni di strade e marciapiedi a Vermegliano e Soleschiano.

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