A Bologna i monaci di Barbana riaprono il santuario della Vita

A Bologna i monaci di Barbana riaprono il santuario della Vita

La celebrazione

A Bologna i monaci di Barbana riaprono il santuario della Vita

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 25 Apr 2021
Copertina per A Bologna i monaci di Barbana riaprono il santuario della Vita

Durante la celebrazione il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna, ha annunciato di voler visitare Barbana per salutare i monaci che per anni hanno servito nella centrale basilica bolognese di Santo Stefano.

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Una celebrazione sentita e partecipata, ieri pomeriggio, a Bologna al Santuario della Vita che è stato riaperto al culto dal cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita dell’arcidiocesi bolognese. Una notizia che raggiunge anche il Goriziano poiché a mantenere aperto e officiato il Santuario sarà una cella dipendente dei monaci benedettini brasiliani dal Monastero di Santa Maria di Barbana.

“Vi è un’importanza storica evidente – ha sottolineato durante la celebrazione il Cardinale, Matteo Zuppi - questo è stato il primo ospedale della città e qui ci si veniva ad affidare al Signore durante la malattia. In questo periodo di pandemia, il fatto che i monaci lo riaprano al culto è anche un segno della presenza del Signore e della maternità della Chiesa in un momento in cui tutti abbiamo sperimentato tanto disorientamento e abbiamo bisogno di un pastore buono e di una madre che ci faccia sentire l’amore di Dio per noi”.

Zuppi ha anche fatto sapere di essere intenzionato a visitare il Santuario di Barbana e i monaci che per anni hanno prestato servizio nel centro cittadino bolognese. “Penso che dobbiamo andare a trovare i monaci che per tanto tempo hanno servito nella Basilica di Santo Stefano a Bologna”, ha precisato Zuppi. “Ora dobbiamo noi andarli a trovare a Barbana ma, nonostante il periodo di Pandemia, sono sicuro che hanno potuto già seminare tanta preghiera e tanto Ora et Labora, la chiesa goriziana sicuramente si è arricchita”.

“Qui canonicamente è una cella monastica che solitamente è dedicata alla collaborazione pastorale – ha ricordato il priore del Monastero di Santa Maria di Barbana, padre Benedetto Albertin Osb - e credo sarà un grande aiuto, soprattutto qui in cui non c’erano celebrazioni costanti. Ora non ci sarà solo la Santa Messa ma anche confessioni e possibilità di preghiere. Desideriamo che ritorni la sua vocazione di questo santuario, cioè la preghiera per i malati”.  


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