Biciplan: l'assenza della Ciclovia della cultura scalda il comitato

Biciplan: l'assenza della Ciclovia della cultura scalda il comitato

LA POLEMICA

Biciplan: l'assenza della Ciclovia della cultura scalda il comitato

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 06 Dic 2024
Copertina per Biciplan: l'assenza della Ciclovia della cultura scalda il comitato

Molte le criticità rilevate per la mancanza di un'opera che potrebbe restare quale testimonianza anche del valore simbolico della Capitale Europea della Cultura.

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Un piano ambizioso ma con notevoli criticità. Esprime così la propria perplessità al Biciplan il Comitato Ciclovia della Cultura – Odbor za kolesarsko pot kulture di Gorizia, costituito da 16 associazioni riunitesi per promuovere la creazione di uno specifico percorso legato a Go!2025 e destinato a rimanere come opera pubblica testimoniante l’importanza dell’evento anche grazie al suo valore simbolico, espresso dal fatto che dovrebbe unire la stazione di Gorizia con quella della Transalpina.

In una breve conferenza stampa, tenutasi nella mattinata di oggi all’interno del bar Aenigma, i rappresentanti del comitato hanno elencato le loro osservazioni rispetto al biciplan, uno strumento di pianificazione che prevede le ciclabili da realizzare nei prossimi anni. «La Ciclovia della cultura non è solo un’idea, ma una proposta presentata in consiglio comunale il 12 settembre dello scorso anno e su cui è mancata la votazione perché il sindaco ha deciso di farla propria lasciandola però, a oggi, inattuata» precisa Marco Marinčič.

Il comitato riconosce l’accuratezza del lavoro del progettista del biciplan (il progettista Daniele Orzan) che ha agito dopo essersi consultato con varie associazioni tenendo conto delle loro richieste: e questo lasciando intendere che, comunque, la soluzione più adatta per la città sarebbe tornare alla collocazione della ciclabile su strada mantenendo una sola fila di parcheggi.

Si tratta peraltro di un’ipotesi in qualche modo sostenuta dai dati forniti dalla Polizia municipale secondo cui l’utilizzo della ciclabile si è dimezzato nel momento in cui questa è passata sui controviali del Corso, con un’utenza media giornaliera che da 1500 è calata a 700 unità. Eppure - fa notare Anna Cecchini - «incrementare i percorsi urbani ciclabili è una questione di benessere ambientale e sociale che impatta anche sul risparmio economico».

Peraltro, fa notare Nevio Costanzo, «se Gorizia avesse avuto una rete i trasporto adatta alla città e un biciplan già strutturato, avremmo evitato il caos della viabilità di questi giorni». L’architetto Fabia Cabrini rileva soprattutto la criticità della continuità dei percorsi ciclabili, notando con disappunto come questi non siano assolutamente una priorità dell’amministrazione a differenza di quanto si vede a Nova Gorica.

Entrando nel dettaglio delle problematiche riscontrate dal Comitato, la lacuna più significativa del biciplan (progetto di cui si parlava già nel 2019 ma che è stato messo a punto solo ora) è appunto l’assenza di qualsiasi accenno alla Ciclovia della cultura che, in ambito comunale, si sviluppa quasi interamente sul tracciato della Fvg3.

Puntuali i rilievi sui singoli tatti del percorso: la pericolosa promiscuità fra ciclabile, spazio pedonale e aree dei locali pubblici nel tratto pedonale di Corso Verdi, la larghezza esigua delle corsie (tra l’altro ricavate sul marciapiedi) nel segmento compreso fra via Crispi e via Seminario, la possibilità di spostare il percorso da via Carducci alle vie Seminario e Ascoli.

Una questione a parte riguarda la pericolosità del manto stradale, sconnesso e inadeguato alle biciclette sia nei tratti rivestiti di porfido sia per i dossi e gli avvallamenti creati dalle radici degli alberi, problema cui si potrebbe trovare soluzione spostando i percorsi ciclabili su strade con manto adeguato. Urgente sarebbe inoltre la creazione di un ponte pedonale e ciclabile sopra la ferrovia, che permetta l’attraversamento in sicurezza della linea ferroviaria: progetto esecutivo approvato 20 anni fa dalla giunta comunale ma mai realizzato.

In una nota stampa rimarca l’assessore comunale alla Viabilità Francesco Del Sordi afferma che «il Biciplan è un documento di pianificazione che definisce il quadro generale per comporre la rete della mobilità sostenibile, non un progetto esecutivo e per questo non entra nel dettaglio sulla Ciclovia della cultura. Essendo un piano di settore, agli interventi indicati sono associate priorità e costi di intervento: si tratta in entrambi i casi di informazioni non vincolanti, ma necessarie a coordinare nel tempo la costruzione della rete, anche per il reperimento dei finanziamenti. Peraltro è necessario per poter partecipare alla distribuzione dei consistenti contributi che la Regione elargisce per tutti i progetti».

«Sin dalle fasi iniziali della sua progettazione – prosegue l’esponente della giunta - il Biciplan prevedeva una connessione ciclabile tra la stazione Centrale e quella della Transalpina, inteso come servizio da dare sia a coloro che usano la bicicletta per muoversi sia a coloro che ne fanno ricorso in combinazione con il treno. L’itinerario in questione appartiene inoltre al tracciato della Ciclovia Regionale Fvg 3, che attraversa la regione e da Lucinico passa per il territorio comunale di Gorizia sino a collegarsi alla rete di Nova Gorica per via San Gabriele».

In merito alla decisione del sindaco di far propria la mozione sulla Ciclovia, l’assessore aggiunge: «Il sindaco accettò la proposta del comitato non impegnandosi su una tempistica per la realizzazione di tale percorso. Questo non per eludere la domanda, ma per il semplice fatto che non era possibile garantire date per la sua realizzazione. Era infatti cosciente del fatto che con l’avvicinarsi dell’inaugurazione ci sarebbe stata una concentrazione di lavori, come stiamo constatando proprio in questi giorni. Stiamo parlando di circa 60 opere pubbliche, tra quelle ordinarie e quelle per la Capitale europea della cultura».

Di qui la conclusione dell’assessore: «Non entro nel merito di una polemica che ritengo squisitamente politica, considerando più importante lavorare perché il progetto vada a buon fine. Ribadisco l’impegno dell’amministrazione nella realizzazione del percorso con la tempistica che riusciremo a mettere in campo, dando priorità a opere strettamente funzionali all’evento epocale che ci attende».

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