La biblioteca del pittore Caucig riscostruita in Bsi, la mostra a Gorizia

La biblioteca del pittore Caucig riscostruita in Bsi, la mostra a Gorizia

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La biblioteca del pittore Caucig riscostruita in Bsi, la mostra a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 05 Mar 2024
Copertina per La biblioteca del pittore Caucig riscostruita in Bsi, la mostra a Gorizia

Oggi il tour guidato dalle curatrici, viaggio nei volumi che hanno contribuito a formare l'artista grazie a testi antichi ma anche saggi di storia locale.

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La mostra dedicata al pittore Francesco Caucig, aperta al Palazzo Coronini Cronberg di Gorizia, si amplia con uno spin off ospitato dalla Biblioteca statale Isontina. Si intitola ‘La biblioteca di Francesco Caucig’ e raccoglie 17 libri presenti nella lista dei 140 che l’artista lasciò in eredità al momento della sua morte. Una ricostruzione storiografica e bibliografica realizzata in questi ultimi mesi da Cristina Bragaglia della Fondazione Coronini, insieme alla studiosa della stessa Bsi, Antonella Gallarotti.

«Nel corso delle ricerche - ha spiegato Bradaschia - è emerso che nella documentazione prodotta alla morte dell’artista era incluso anche un elenco di libri. Si trattava di una biblioteca di 140 opere e, fortunatamente, l’elenco è molto preciso indicando autori, titolo, luogo e anno dell’edizione. Era un elenco mai pubblicato integralmente, per cui ne ho chiesto copia all’Archivio di Stato di Vienna». Caucig, infatti, partì da Gorizia per la capitale dell’allora Impero asburgico grazie al supporto finanziario dei Cobenzl.

Proprio nel 1775, Guidobaldo Cobenzl scrisse una lettera al figlio Giovanni Filippo - che lo accolse a Vienna - in cui gli indicava alcuni libri da inviargli. Si trattava di testi storici, di poeti latini e greci ma scritti anche in italiano perché Caucig non masticava molto le lingue classiche, né tantomeno il tedesco. Di quella lista non si ha più traccia ma, secondo Bragaglia, sarebbe alla base di quella biblioteca personale. «Per un artista neoclassico, la conoscenza degli antichi era fondamentale così come le opere classiche» ha ricordato. Nella mostra compaiono però anche saggi di storia locale.

Dentro le teche esposte tra il primo e secondo piano di Palazzo Werdenberg, si possono così ammirare testi custoditi dalla Bsi e perfettamente corrispondenti alle indicazioni della documentazione ritrovata. Copie della stessa edizione e non quelle custodite personalmente dal pittore, ma che restituiscono comunque il bagaglio culturale che maturò. All’interno delle sue opere, infatti, sono presenti diversi riferimenti a storie e volumi che custodiva in casa sua, come testimoniando alcuni disegni dell’Iconologia di Cesare Ripa.

A recuperare le stampe dagli archivi della Biblioteca è stata Gallarotti, che ha ricordato anche il progetto avviato con Google Books che, finora, ha permesso di digitalizzare qualche migliaio di volumi della Bsi. A tal proposito, il direttore Luca Caburlotto ha sottolineato anche il servizio attualmente prestato da tre catalogatori, presenti a Gorizia almeno fino a fine estate, che hanno lavorato sui nuovi libri acquistati nel 2023 sulla storia del Novecento e su fondi antichi. Un intervento realizzato grazie ai fondi ricevuti dal ministero della Cultura.

Nel pomeriggio, le curatrici Cristina Bragaglia e Antonella Gallarotti hanno condotto una visita guidata sui due piani. La mostra proseguirà fino al 6 aprile e sarà visitabile nelle giornate e negli orari di apertura della Biblioteca statale Isontina. “Oltre ad essere una riprova della ricchezza del patrimonio della Biblioteca statale Isontina – ha spiegato Caburlotto – la mostra svela l’intreccio delle fonti che costituisce parte determinante della ricerca storico-artistica, rendendo manifesto lo strumento principale per lo studio della personalità dei grandi artisti”.

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