Begliano, scontro cittadini e amministrazione sul centro per minori stranieri non accompagnati: in 150 all’assemblea

Begliano, scontro cittadini e amministrazione sul centro per minori stranieri non accompagnati: in 150 all’assemblea

L'INCONTRO

Begliano, scontro cittadini e amministrazione sul centro per minori stranieri non accompagnati: in 150 all’assemblea

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 19 Feb 2025
Copertina per Begliano, scontro cittadini e amministrazione sul centro per minori stranieri non accompagnati: in 150 all’assemblea

Il centro ospiterà una ventina di ragazzi fra i 14 e i 18 anni. Diversi i residenti che hanno espresso timori sulla sicurezza per la comunità e critiche su come il Comune ha gestito l’iniziativa.

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Molto partecipato e piuttosto turbolento, si potrebbe descrivere in sintesi, l’incontro pubblico organizzato stasera alla sala Baroncini di Begliano dall’amministrazione comunale di San Canzian d’Isonzo per parlare ai cittadini della prossima apertura di un centro per minori stranieri non accompagnati nella struttura dell’ex albergo “La Crociera”.

Voluto dal sindaco Claudio Fratta «per informare i cittadini su come si svilupperà e su come verrà gestito questo centro», la cui gestione è a carico della cooperativa con sede a Trieste Duemilaeuno Agenzia Sociale, l’incontro ha visto la partecipazione di vari esponenti della maggioranza comunale e del parroco don Francesco Fragiacomo; in rappresentanza della cooperativa, invece, la presidente Barbara Medeot, il direttore Pablo Cangiano, il responsabile del settore minori Sergio Serra e la responsabile di struttura a Contovello Michela Grassi.

Proprio Duemilaeuno Agenzia Sociale ha acquistato l’immobile l'anno scorso e presentato a metà dicembre al Comune la richiesta per l’attivazione del progetto. La cosa ha fin da subito destato le attenzioni e preoccupazioni di alcuni residenti che, come ha raccontato in apertura Fratta, hanno chiesto un colloquio privato per avere chiarimenti e informazioni. Le rimostranze all’interno della comunità di Begliano sono però cresciute e nel frattempo, come riportato dalla stampa locale, è in corso una raccolta firme contro il progetto: da qui è nata la necessità di un momento di confronto per illustrare il lavoro della cooperativa e la gestione del futuro centro.

Davanti a una sala gremita di cittadini – almeno 150, a stima, le persone presenti -, la presidente Medeot ha cominciato raccontando l’ambito di lavoro di Duemilaeuno Agenzia Sociale. «Siamo una cooperativa che lavora da oltre trent’anni in tutta la regione e si occupa principalmente di servizi educativi dalla prima infanzia all’età adulta, ma anche rivolti a disabilità, situazioni di dipendenza e a minori in situazione di disagio sociale – le parole della presidente – abbiamo aperto nel 2016 a Monfalcone la comunità “Timavo”, la prima per minori stranieri non accompagnati, e ne gestiamo un’altra a Contovello».

La comunità che avrà sede nell’ex albergo di Begliano, come spiegato da Sergio Serra (che ne sarà il responsabile), ospiterà poco più di una ventina di ragazzi fra i 14 e i 18 anni, provenienti principalmente dalla rotta balcanica. A presidiare la struttura 24 ore su 24 vi saranno almeno due fra i dieci membri dell’équipe educativa di professionisti incaricata di seguire i futuri ospiti: l’obiettivo, ha spiegato Serra, è quello «di far vivere i ragazzi, giunti qui da soli, in una condizione che sia il più possibile vicina a quella di una famiglia». «I ragazzi - ha aggiunto - seguiranno quotidianamente lezioni di italiano al mattino, mentre al pomeriggio verranno impegnati dagli educatori in attività ricreative o sportive di varia natura». Obiettivo del personale sarà anche quello di integrarli in attività di volontariato utili per la comunità, come per esempio nella vicina struttura protetta del Cisi. I giovani ospiti, poi, «avranno libertà di movimento, non trattandosi certo la struttura di una "prigione", con l’obbligo di rientrare entro le ore 9 di sera».

Diverse e costanti sono state però, nel corso dell’incontro, le contestazioni da parte dei numerosi presenti in sala, fra interventi per alzata di mano e spontanee espressioni di malcontento. Il fattore di preoccupazione principale per la comunità è quello sulla sicurezza: «Il Comune può far installare nuove telecamere, ma che cosa comporterà il calare venti o più ragazzi in un paese di novecento persone, molte delle quali anziane, senza quasi più alcun servizio o attività? Che cosa faranno?» ha chiesto alle autorità comunali un cittadino. Una diffusa sensazione, infatti, è quella che i ragazzi in arrivo possano rappresentare un fattore di "pericolosità sociale": «Nel caso vengano compiuti danni o reati da questi giovani, invece, chi risponderà legalmente?» è stata per esempio la domanda di un altro dei presenti.

Su questo punto è intervenuto don Fragiacomo, ricordando ai presenti che «l’unica soluzione per prevenire delinquenza fenomeni spiacevoli è l’accoglienza e l’integrazione, non certo la ghettizzazione, non certo lasciare questi giovani che vengono da paesi in guerra a vivere per strada». Anche Michela Grassi, responsabile per Duemilauno Agenzia Sociale della comunità di Contovello, ha cercato di rassicurare i presenti portando come esempio positivo i buoni rapporti venutisi a creare con i residenti della località triestina: a raccontarlo, nell’italiano che ha imparato in questi mesi andando a scuola, anche Ahmed, 18 anni, uno dei giovani ospitati nella struttura. «Questi ragazzi possono essere una risorsa per il territorio, non solo un problema», è stata la risposta concorde degli altri membri della cooperativa.

Sono piovute anche critiche all’amministrazione comunale per come è stata gestita la comunicazione dell’iniziativa ai cittadini, secondo alcuni non adeguata o rinviata troppo a lungo. Condiviso da vari tra i presenti in sala è stato anche il malcontento per l’assenza di servizi o di collegamenti di trasporto pubblico nella località: una situazione a cui l’amministrazione comunale, secondo quanto espresso in alcuni commenti, dovrebbe guardare con maggiore priorità. Questioni che, verso la fine dell’assemblea, il consigliere regionale Enrico Bullian – presente in sala – ha invitato a mantenere separate: «Auguro a tutti una riflessione più serena sul fatto che strutture come queste rendono minore il rischio di delinquenza – le sue parole – altro discorso e altro contesto è la “bistrattata” situazione della frazione di Begliano, riguardo al quale si potrà chiedere all’amministrazione l’attuazione di precise e mirate politiche».

Foto di Fabio Bergamasco

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